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Cronaca

Evade dagli arresti domiciliari per rubare un’auto: arrestato dalla Polizia di Stato a Catania

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Un giovane di 28 anni è stato arrestato dalla Polizia di Stato di Catania dopo essere evaso dagli arresti domiciliari per rubare un’auto. L’uomo, che si trovava già sottoposto a una misura cautelare per un precedente reato di ricettazione, è stato fermato a distanza di poche ore dal furto grazie all’intervento tempestivo degli agenti.

La vicenda è iniziata quando il ladro, insieme a un complice, ha rubato un’auto in via Indaco, nella zona di viale Africa. Non appena è stata segnalata la sottrazione del veicolo, la Sala Operativa della Questura ha coordinato un’azione di ricerca, riuscendo a localizzare l’auto rubata poco dopo in una stradina parallela di via Dusmet, vicino al porto. I poliziotti sono riusciti a intercettare i due ladri mentre cercavano di scappare.

Dopo aver percorso solo 50 metri, i ladri sono stati costretti a scendere dall’auto e a darsi alla fuga a piedi, lasciando il veicolo rubato in mezzo alla strada. Gli agenti hanno inseguito uno dei due fuggitivi, fermando il 28enne dopo un breve inseguimento. Durante l’arresto, l’uomo ha reagito con violenza, spintonando uno degli agenti e causandogli delle ferite alle mani.

La perquisizione ha portato alla scoperta di numerosi strumenti utilizzati per forzare le serrature delle auto, tra cui un dispositivo OBD, comunemente impiegato per manomettere le centraline di avviamento delle vetture. Tutti gli attrezzi sono stati sequestrati dagli agenti.

Dai successivi accertamenti, è emerso che il 28enne, con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, era agli arresti domiciliari su disposizione del Tribunale di Perugia. La sua evasione è stata quindi registrata, e l’uomo è stato denunciato per evasione, resistenza e ricettazione.

In seguito alla denuncia, il Magistrato di turno ha disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari per il giovane, in attesa della sua condanna definitiva. La Polizia di Stato continua a monitorare attentamente il territorio, assicurando l’efficace esecuzione delle misure cautelari e combattendo la criminalità.

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Cronaca

Operazione contro il contrabbando: smantellate due organizzazioni criminali, sequestrati beni per oltre 1 milione di euro

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Questa mattina, la Guardia di Finanza di Palermo ha eseguito un’importante operazione internazionale contro il contrabbando di sigarette, con il supporto della Procura Europea (EPPO). Sono state emesse 14 custodie cautelari in carcere e 2 arresti domiciliari, insieme al sequestro di beni per oltre 1 milione di euro. L’operazione ha visto l’esecuzione di perquisizioni in diversi luoghi in Sicilia e a Napoli, dove si indaga su un gruppo criminale accusato di contrabbando transnazionale.

Le indagini, durate circa due anni, hanno permesso di identificare due distinte organizzazioni criminali che operavano in stretta collaborazione. La prima, attiva nella zona di Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino, era gestita da un tunisino e si occupava di introdurre sigarette di contrabbando dalla Tunisia, utilizzando imbarcazioni da pesca per eludere i controlli. La seconda organizzazione, capeggiata da un palermitano e con agganci nella zona napoletana, acquistava sigarette provenienti dal Nord Africa e dall’Est Europa, stoccandole in magazzini nelle aree ad alta densità criminale, per poi distribuirle sul mercato italiano.

L’operazione ha portato al sequestro di circa 22 tonnellate di sigarette, dei marchi più noti come Marlboro, Wiston e Philip Morris, pronte per essere distribuite sul mercato illecito. Se immesse, avrebbero fruttato circa 4 milioni di euro ai criminali, danneggiando anche gli interessi finanziari dell’Unione Europea per circa 850.000 euro in dazi doganali non riscossi.

Il lavoro investigativo è stato facilitato dalla cooperazione internazionale con le autorità di Germania, Slovenia, Bulgaria, Croazia e Romania. Le indagini hanno anche rivelato una sproporzione evidente tra i beni posseduti dagli indagati e la loro capacità reddituale, motivo per cui sono stati sequestrati immobili e beni mobili per un valore complessivo di oltre un milione di euro.

L’operazione odierna conferma l’impegno continuo della Guardia di Finanza nel contrastare il contrabbando di sigarette, smantellando le reti di distribuzione e mirando anche ai patrimoni illeciti accumulati dai membri delle organizzazioni criminali. Inoltre, evidenzia l’importanza della cooperazione tra le forze dell’ordine internazionali e la Procura Europea per la lotta al crimine transnazionale.

Tuttavia, in attesa di un giudizio definitivo, per tutti gli indagati vale la presunzione di innocenza, principio fondamentale del sistema giudiziario.

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Operazione antidroga a Savona: sgominata rete di spaccio, sequestrati 38 kg di droga e oltre un milione di euro

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Al termine di un’intensa e prolungata indagine condotta dai Carabinieri di Savona, sono stati arrestati 5 soggetti e per altri 16 sono scattate perquisizioni e notifiche per interrogatorio preventivo. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Savona, hanno portato alla luce un esteso traffico di stupefacenti operante in tutta la provincia ligure, con implicazioni anche a livello internazionale.

Le operazioni di oggi, svolte all’alba, hanno visto il coinvolgimento di circa 70 carabinieri, inclusi i Nuclei Cinofili e investigativi. Gli arrestati, tra cui 3 italiani, 1 marocchino e 1 albanese, sono accusati di far parte di una rete di spaccio che ha coinvolto numerosi individui tra i 28 e i 77 anni. Il gruppo operava principalmente nel territorio savonese, gestendo la distribuzione di diverse tipologie di droga, tra cui hashish, marijuana, cocaina, MDMA e ketamina.

Le perquisizioni hanno permesso di sequestrare circa 38 kg di sostanze stupefacenti e oltre un milione di euro in contante, nascosti in finte tubature metalliche all’interno del garage del principale indagato. Quest’ultimo, un uomo residente nella provincia di Savona, aveva anche acquistato una Mercedes di grossa cilindrata con i proventi illeciti. Oltre ai sequestri, sono stati arrestati in flagranza altri 5 soggetti, mentre 4 sono stati denunciati per detenzione ai fini di spaccio.

L’attività investigativa ha anche permesso di identificare i principali canali di approvvigionamento della droga: uno gestito da cittadini marocchini e l’altro da cittadini albanesi. Tra i metodi più originali utilizzati dagli spacciatori per occultare la merce, vi erano confezioni di alimenti per animali, all’interno delle quali veniva nascosta la droga. Questo sistema veniva impiegato sia per le vendite dirette presso un negozio di Albenga, che per le cessioni in una palestra di arti marziali, anch’essa coinvolta nel traffico illecito.

L’operazione conferma l’impegno dei Carabinieri nel contrastare il traffico di stupefacenti e garantire la sicurezza pubblica, tutelando in particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, come i giovani. Le indagini hanno rivelato come, a dispetto di alcune persone insospettabili, il traffico di droga fosse ben radicato nel tessuto sociale della zona.

Attualmente, il procedimento è in fase preliminare e i provvedimenti adottati non implicano la responsabilità definitiva degli indagati. L’Autorità Giudiziaria valuterà nei prossimi giorni se emettere nuove ordinanze di custodia cautelare a carico degli altri indagati coinvolti nella vicenda.

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Smantellata rete di falsificazioni per le patenti di guida: sei misure cautelari a Latina

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Questa mattina, la Polizia di Stato ha eseguito sei ordinanze di misure cautelari emesse dal Tribunale di Latina, riguardanti un’inchiesta che ha smascherato un complesso sistema di falsificazione degli esami per il conseguimento della patente di guida. Gli indagati sono accusati di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla falsificazione di documenti, in particolare quelli legati agli esami per la patente.

L’indagine, condotta dalla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Latina insieme alla Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale, si è sviluppata nel corso di numerosi mesi, dal 2022 al 2023. Gli investigatori hanno ottenuto prove schiaccianti tramite intercettazioni telefoniche, ambientali e registrazioni video, oltre ad aver acquisito una grande quantità di documenti relativi ai fascicoli degli esami teorici. Il sistema illecito, che coinvolgeva diverse autoscuole della provincia di Latina e una di Napoli, ha permesso a numerosi cittadini, soprattutto di origine indiana, di superare fraudolentemente gli esami in cambio di denaro.

Gli indagati operavano in stretta connessione con alcuni dipendenti della Motorizzazione Civile di Latina e un addetto alla vigilanza in servizio presso la MCTC. Le indagini hanno rivelato che, grazie alla complicità di questi soggetti, i candidati riuscivano a superare gli esami teorici per la patente attraverso sofisticati sistemi di comunicazione a distanza. Utilizzando microtelecamere occultate sugli indumenti, i candidati ricevevano le risposte alle domande degli esami teorici tramite impulsi a distanza, senza che i controlli interni riuscissero a individuare le irregolarità.

Il coinvolgimento dell’addetto alla vigilanza della MCTC ha reso il sistema quasi infallibile, poiché questi ometteva di segnalare le anomalie e i comportamenti sospetti. Le operazioni di oggi hanno portato alla sospensione e all’arresto di sei persone, mentre per altri dieci indagati sono state emesse misure cautelari di altro tipo. Il giudice delle indagini preliminari, dott.ssa Barbara Cortegiano, ha ritenuto le prove sufficienti per l’applicazione di queste misure in attesa del prosieguo delle indagini.

La rete di corruzione e falsificazione scoperta dalla Polizia ha gettato luce su un fenomeno preoccupante che, seppur radicato, è stato smantellato grazie alla determinazione delle forze dell’ordine. L’inchiesta continua, e le autorità stanno lavorando per identificare ulteriori responsabili e interrompere questa attività illecita che comprometteva la sicurezza stradale e l’integrità del sistema di rilascio delle patenti di guida.

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