Cronaca
Enna | Confiscati beni e denaro per un valore complessivo di oltre 600.000 euro
Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza di Enna ha concluso un’importante operazione con la confisca di beni appartenenti a un imprenditore di Regalbuto, già coinvolto in un processo antimafia e sottoposto a misure di prevenzione. Questa confisca è stata disposta a seguito di una condanna definitiva a un anno e sei mesi di reclusione, insieme a una multa di 9.000 euro, per inosservanza delle normative antimafia.
L’operazione ha portato al sequestro di 13 immobili, che comprendono otto appartamenti, tre autorimesse e due edifici ad uso produttivo, situati nelle province di Enna e Catania. Inoltre, è stato confiscato un terreno di 105 ettari e circa 51.000 euro in contante, depositati su un conto corrente bancario.
La condanna e la conseguente confisca sono il risultato di un lungo processo investigativo che ha visto le Fiamme Gialle lavorare con attenzione per garantire l’applicazione delle leggi antimafia. Nel 2019, l’imprenditore era stato denunciato dalle autorità per non aver rispettato l’obbligo di comunicare variazioni patrimoniali significative, un requisito imposto a chi è sottoposto a misure di prevenzione personali. In particolare, l’imprenditore aveva effettuato operazioni immobiliari per un valore di circa 630.000 euro a favore di un familiare, senza informare la Guardia di Finanza entro i termini stabiliti.
Questa operazione non solo segna la conclusione di una lunga serie di indagini e controlli, ma rappresenta anche un’importante vittoria nella lotta contro l’infiltrazione mafiosa e il riciclaggio di denaro. I beni confiscati ora entreranno a far parte del patrimonio dello Stato, che potrà destinarli a progetti di riutilizzo sociale. Questo intervento dimostra l’impegno continuo della Guardia di Finanza nel monitoraggio e nella repressione delle attività illecite, con l’obiettivo di mantenere l’integrità dell’economia legale e proteggere le imprese e i cittadini onesti.
Cronaca
Confermato l’ergastolo per Antonio De Pace: omicidio di Lorena Quaranta
È stato confermato l’ergastolo a Antonio De Pace, l’infermiere che il 21 marzo 2020 ha ucciso la sua fidanzata, Lorena Quaranta, una giovane studentessa di Medicina di Furci Siculo (Messina). La sentenza di ergastolo era stata inizialmente annullata dalla Cassazione con rinvio, perché si era ritenuto che i giudici di secondo grado non avessero preso in considerazione lo stato di stress dell’imputato, che avrebbe attribuito la sua condotta alla pressione psicologica derivante dalla pandemia di Covid-19.
Nel nuovo processo, però, la pena dell’ergastolo è stata confermata, con la motivazione che non vi erano elementi sufficienti per attenuare la responsabilità di De Pace. Le motivazioni complete della sentenza saranno depositate entro 90 giorni e, solo dopo tale deposito, si valuterà se ci sarà un ulteriore ricorso in Cassazione.
I genitori di Lorena, Vincenzo Quaranta e Cinzia Nina, hanno commentato la sentenza con parole di conforto, pur riconoscendo che “questa sentenza non ci restituisce Lorena, ma quantomeno offre il conforto che la giustizia ha dato la risposta che ci aspettavamo”.
Cronaca
Renzo Cristofori ucciso a coltellate: indagini sul vicino di casa
Tragedia a Caprarola, in provincia di Viterbo, dove Renzo Cristofori, netturbino di 68 anni, è stato accoltellato a morte a pochi passi dalla casa che condivideva con la madre anziana. La vittima è stata colpita almeno cinque volte all’addome.
Le indagini puntano su Ian Patrick Sardo, un vicino di casa 31enne, che però si dichiara estraneo ai fatti. “Ero uscito per prendere sigarette da un amico. Non c’entro con la morte di quell’uomo”, ha dichiarato, ma la sua versione è al vaglio degli inquirenti.
Restano diversi punti oscuri, a partire dall’arma del delitto, che non è stata ancora ritrovata. Le forze dell’ordine continuano a raccogliere elementi per chiarire il movente e verificare le responsabilità.
L’intera comunità è sotto shock per l’efferatezza dell’omicidio, avvenuto in un contesto di apparente normalità. Nel frattempo, gli inquirenti lavorano senza sosta per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti e fare luce su questa drammatica vicenda.
Cronaca
Incendio in un B&B a Napoli: muore una ragazza di 28 anni
Tragedia nella notte a Napoli, dove un incendio è scoppiato al settimo piano di un palazzo in piazza Municipio, causando la morte di una giovane di 28 anni originaria di Maglie, in provincia di Lecce. Il rogo, divampato in un bed and breakfast, ha richiesto l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco, che hanno spento le fiamme e messo in sicurezza l’area.
Secondo le prime informazioni, il corpo della vittima è stato trovato privo di vita nell’appartamento. Le autorità ipotizzano che il decesso possa essere avvenuto per asfissia, ma solo l’autopsia chiarirà con certezza la causa. Tra le possibili origini dell’incendio, si valutano un corto circuito o il malfunzionamento di un elettrodomestico, anche se tutte le piste restano aperte.
La polizia scientifica è al lavoro per effettuare i rilievi e ricostruire la dinamica dei fatti, mentre cresce la commozione per una tragedia che ha scosso la città. Lo stabile, situato in una zona centralissima, è stato evacuato per precauzione durante l’intervento. Le indagini proseguono per accertare eventuali responsabilità.
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