Cronaca
Dramma familiare ad Altedo: 71enne uccide la moglie malata e si toglie la vita
Una tragedia ha sconvolto la comunità di Altedo, in provincia di Bologna. Luciano Baraldi, 71 anni, ha sparato alla moglie, Marina Bassoli, di 64 anni, per poi rivolgere l’arma contro se stesso e togliersi la vita. I corpi senza vita della coppia sono stati trovati dall’infermiera che assisteva la donna, malata da tempo, presso il loro domicilio.
La scena si è presentata straziante: marito e moglie erano distesi sul divano, accanto a loro un biglietto con poche righe scritte al plurale. Nel messaggio, la coppia avrebbe spiegato le ragioni dietro il gesto estremo, riconducibili al malessere profondo e alle difficili condizioni di salute di Marina.
L’arma utilizzata, una pistola, era regolarmente detenuta da Luciano. La decisione dell’uomo sembra essere maturata in un contesto di disperazione, con il peso della malattia della moglie che si è rivelato insostenibile per entrambi.
Il dramma ha lasciato attonita la comunità locale, che descrive la coppia come tranquilla e unita, ma segnata dalla sofferenza legata alla malattia. Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per ricostruire nel dettaglio l’accaduto, ma il quadro delineato sembra non lasciare spazio a dubbi sulle motivazioni del gesto.
L’episodio accende ancora una volta i riflettori sul tema della solitudine e del peso emotivo legato alla gestione di malattie croniche, chiedendo maggiore attenzione e supporto per le famiglie che affrontano situazioni simili.
Cronaca
Treviso | Frode internazionale: impresa slovacca scoperta mentre truffa l’Unione Europea
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, nell’ambito delle indagini volte a tutelare il “Made in Italy” e a contrastare le frodi ai danni dell’Unione Europea, hanno scoperto un’importante truffa da parte di un’impresa slovacca. Questa ha ottenuto indebitamente un contributo a fondo perduto di quasi due milioni di euro simulando l’acquisto di un macchinario prodotto da una società trevigiana.
L’impresa slovacca, per giustificare la richiesta di un contributo comunitario, ha falsificato documenti relativi a un macchinario già acquistato nel 2015, mascherando il suo acquisto come se fosse un nuovo investimento. In particolare, sono stati falsificati il fascicolo tecnico e l’etichetta di fabbricazione, ingannando le autorità competenti. Grazie alla documentazione acquisita, la Guardia di Finanza ha potuto ricostruire il modus operandi dell’impresa fraudolenta.
Le indagini sono state avviate grazie a una richiesta di cooperazione internazionale da parte della giustizia slovacca. Le attività investigative condotte dai finanzieri trevigiani, su delega della Procura della Repubblica di Venezia, hanno coinvolto l’interrogatorio di testimoni, tra cui l’amministratore e i dipendenti dell’impresa trevigiana, e l’acquisizione di documenti cruciali per il caso.
Gli investigatori hanno così potuto rivelare che la società slovacca, presentando documenti falsificati, ha ottenuto il contributo che avrebbe dovuto finanziare investimenti nel settore dei rivestimenti in PVC. In realtà, il denaro è stato sfruttato in maniera illecita.
L’operazione non solo ha consentito di fermare una frode che danneggiava le risorse comunitarie, ma ha anche difeso l’importante settore dell’industria meccanica italiana, che in provincia di Treviso rappresenta una delle realtà economiche più vitali del Paese. L’operazione dimostra anche l’importanza della cooperazione giudiziaria internazionale, fondamentale per smascherare frodi che travalicano i confini nazionali.
Al momento, l’amministratore dell’impresa slovacca e altre quattro persone coinvolte sono sottoposti a indagini dalla Procura Generale della Repubblica di Bratislava per vari reati, tra cui frode nei contributi comunitari, raggiro negli appalti pubblici e frode ipotecaria. La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo in seguito al processo con sentenza definitiva, rispettando il principio di presunzione di innocenza.
Cronaca
Taranto | Arrestato pregiudicato per spaccio di droga e commercio di prodotti contraffatti
La Polizia di Stato ha arrestato un giovane di 25 anni, già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati legati al traffico di stupefacenti. Il giovane, originario di Taranto, è stato fermato dai “Falchi” della Squadra Mobile con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e commercio di prodotti contraffatti.
L’operazione si inserisce nell’ambito di un’intensa attività di monitoraggio del territorio, con particolare attenzione alla lotta contro lo spaccio di droga. I poliziotti avevano da tempo messo sotto osservazione il giovane, sospettato di essere tornato a gestire l’attività illecita, questa volta con consegne di droga a domicilio.
Dopo aver seguito il giovane per diversi giorni, gli agenti lo hanno individuato mentre sfrecciava a grande velocità sul suo scooter, nel corso principale della borgata di Talsano. Il giovane si è fermato a parlare con alcuni coetanei, suscitando ulteriori sospetti negli agenti che, credendo di assistere a una cessione di droga, si sono avvicinati per un controllo. Accortosi della loro presenza, il 25enne ha tentato una fuga spericolata, affrontando un inseguimento che lo ha portato a scontrarsi con l’auto della polizia.
Bloccato dai poliziotti, il giovane è stato trovato in possesso di circa 2 grammi di hashish e di circa 600 euro in contante, somma sulla quale non è stato in grado di giustificare la provenienza. Successivamente, la perquisizione domiciliare ha portato al sequestro di altri tre panetti di hashish per un peso totale di circa 300 grammi. Non solo: nell’abitazione sono stati rinvenuti numerosi articoli di abbigliamento e profumi di marca, risultati essere contraffatti.
A seguito di queste evidenze, l’uomo è stato arrestato e trasferito presso la casa circondariale, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. L’indagato, come previsto dalla legge, è considerato innocente fino a eventuale sentenza definitiva.
L’operazione evidenzia l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare fenomeni di traffico di sostanze stupefacenti e commercio di prodotti falsificati, che continuano a rappresentare gravi rischi per la sicurezza e l’economia.
Cronaca
Vicenza | Sequestro di marijuana a Grisignano di Zocco: un arresto per traffico di stupefacenti
Nel fine settimana appena trascorso, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Vicenza ha intensificato il contrasto al traffico di sostanze stupefacenti con un intervento che ha portato all’arresto di un uomo a Grisignano di Zocco, comune situato in provincia di Vicenza. L’operazione è il frutto di un’attività investigativa mirata, finalizzata alla mappatura del territorio e all’individuazione di fenomeni illeciti connessi al traffico di droga.
Gli agenti del Gruppo Vicenza hanno fermato un cittadino italiano di origini romene mentre si trovava a bordo di una bicicletta, con i fari spenti, nelle strade periferiche di Grisignano di Zocco, in prossimità delle campagne della frazione di Barbano. Il controllo, volto a verificare la sua condotta, ha portato al rinvenimento di una busta sottovuoto contenente oltre 235 grammi di marijuana, nascosta nello zaino dell’uomo.
A seguito di questi primi riscontri, i finanzieri hanno proseguito con una perquisizione domiciliare, autorizzata dall’Autorità Giudiziaria, presso l’abitazione dell’individuo. Qui, con l’ausilio di un’unità cinofila, sono stati trovati ulteriori 20 pacchi di marijuana di varie dimensioni, per un peso complessivo di circa 320 grammi.
Grazie agli elementi raccolti, l’uomo è stato arrestato in flagranza di reato per violazione della normativa sul traffico di sostanze stupefacenti e posto agli arresti domiciliari. Le operazioni condotte dalla Guardia di Finanza di Vicenza evidenziano l’efficacia della costante attività di sorveglianza e prevenzione del traffico di droghe sul territorio provinciale.
L’intervento testimonia l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare lo spaccio di stupefacenti, un fenomeno che continua a preoccupare molte comunità locali. Il Corpo della Guardia di Finanza ha sottolineato l’importanza di proseguire con il monitoraggio, utilizzando non solo le pattuglie su strada, ma anche l’ausilio di unità specializzate come quelle cinofile, per sventare attività illecite e garantire la sicurezza pubblica.
L’inchiesta è ancora in corso, ma l’arresto segna un altro successo nel contrasto allo spaccio nella provincia di Vicenza. L’individuo arrestato, come previsto dalla legge, è considerato innocente fino a una sentenza definitiva.
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