Cronaca

Crollo dei flussi migratori nel Mediterraneo: -60% grazie agli accordi con Libia e Tunisia

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ADN24

Nel 2024 si è verificata una drastica riduzione degli attraversamenti irregolari nel Mediterraneo Centrale, con un calo del 60% rispetto al 2023, secondo i dati pubblicati da Frontex il 13 dicembre. Questo risultato è attribuito alle misure preventive adottate da Libia e Tunisia, paesi di origine della stragrande maggioranza dei migranti diretti verso le coste italiane. Gli accordi stipulati tra Italia e questi paesi hanno rafforzato i controlli e ostacolato le partenze, contribuendo al declino dei flussi migratori verso l’Italia.

Secondo il Dipartimento di Pubblica Sicurezza italiano, tra il 1 gennaio e il 12 dicembre 2024, sono sbarcati in Italia 64.234 migranti, rispetto ai 153.211 dello stesso periodo del 2023, segnando un calo significativo. Tra i principali paesi di origine dei migranti figurano il Bangladesh, con oltre 13mila persone, seguito dalla Siria, con poco più di 12mila, e dalla Tunisia, con circa 7.600. Egitto, Guinea, Pakistan, Eritrea, Mali, Sudan e Gambia completano la lista dei paesi da cui provengono almeno mille migranti giunti nel nostro Paese.

A livello europeo, il calo degli arrivi di migranti irregolari nell’Unione Europea è stato pari al 40%. Oltre al Mediterraneo Centrale, anche la rotta balcanica ha registrato un drastico declino, con una riduzione dell’80%. Tuttavia, si sono verificate nuove tendenze migratorie, come l’aumento dei flussi lungo la rotta che dall’Africa occidentale porta alle Canarie, per poi approdare in Spagna. Un’altra nuova via migratoria riguarda migliaia di persone in fuga dalla guerra in Ucraina che attraversano le frontiere orientali dell’Europa.

Le misure di controllo intensificate, in particolare in Libia e Tunisia, rappresentano un elemento cruciale per comprendere la diminuzione dei flussi migratori irregolari. Tuttavia, restano aperte sfide significative legate alla gestione delle nuove rotte e alle condizioni dei migranti lungo i percorsi di fuga.

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