Cronaca
Cosenza | Sequestrati quasi 2 milioni di fuochi d’artificio pericolosi, tre persone denunciate
Un importante intervento delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Cosenza ha portato al sequestro di circa 2 milioni di fuochi d’artificio pericolosi in un deposito illegale situato nella zona collinare del Comune di Corigliano-Rossano. L’operazione, condotta dal Gruppo Sibari, ha avuto esito positivo grazie a un approfondimento investigativo legato a un caso precedente che, solo un mese fa, aveva già portato all’arresto di un individuo per detenzione e commercializzazione illegale di esplosivi.
15 tonnellate di materiale esplosivo sequestrate
I finanzieri, dopo aver individuato il deposito abusivo, hanno scoperto 15 tonnellate di fuochi artificiali, pronti e imballati per la vendita in occasione delle festività natalizie e di Capodanno. Tuttavia, il responsabile del magazzino non è stato in grado di fornire le autorizzazioni prefettizie necessarie per la detenzione e la vendita del materiale.
Data la pericolosità dei prodotti, gli Artificieri della Polizia di Stato di Catanzaro sono stati coinvolti per il sequestro in sicurezza dell’intero quantitativo. Le autorità hanno sottolineato che, in caso di deflagrazione accidentale, il materiale immagazzinato avrebbe potuto causare danni gravissimi a persone e strutture circostanti.
Tre persone denunciate
Al termine dell’operazione, sono state denunciate tre persone, gestori del deposito, alla Procura della Repubblica di Castrovillari. Le accuse includono detenzione e commercializzazione illegale di materiale esplosivo, in violazione delle normative vigenti in materia di sicurezza e commercio.
Contrasto ai prodotti illegali
L’intervento si inserisce nell’ambito di una più ampia attività di prevenzione e repressione condotta dalla Guardia di Finanza per contrastare fenomeni illeciti legati alla produzione, detenzione, trasporto e vendita di fuochi d’artificio. L’obiettivo è duplice: garantire la sicurezza pubblica e proteggere i consumatori da prodotti non conformi agli standard di sicurezza, promuovendo al contempo un mercato equo e competitivo per gli operatori economici onesti.
Cronaca
Ferrara | Morto Davide Benetti, l’Insegnante precipitato da un balcone durante una gita scolastica
Non ce l’ha fatta Davide Benetti, il docente di 43 anni rimasto gravemente ferito il 9 dicembre scorso a seguito del crollo di un terrazzino durante una gita scolastica a Riva del Po, in provincia di Ferrara. L’insegnante di sostegno era precipitato da un’altezza di cinque metri insieme alla guida turistica, mentre accompagnava due classi in visita a un edificio storico.
Un crollo improvviso
L’incidente si era verificato durante una visita guidata che coinvolgeva una quinta elementare e una seconda media. Fortunatamente, i ragazzi erano rimasti illesi, ma i due adulti erano stati soccorsi in condizioni serie. Benetti aveva riportato fratture multiple, ed era stato trasportato d’urgenza all’ospedale Sant’Anna di Cona.
L’infezione fatale
Nei giorni successivi al ricovero, il quadro clinico dell’insegnante si era aggravato a causa di una febbre alta persistente. Secondo le prime ricostruzioni, riportate da FerraraToday, alcune schegge di calcinacci avrebbero causato un’infezione, aggravata dalla sua allergia a diversi antibiotici. Nonostante le cure, il docente è deceduto il 18 novembre.
Inchiesta aperta per accertare le responsabilità
Il crollo del balcone ha portato all’apertura di un fascicolo d’indagine per accertare eventuali responsabilità nella manutenzione dell’edificio storico. La vicenda ha suscitato un’ondata di dolore e sgomento nella comunità scolastica e tra coloro che conoscevano Davide Benetti, descritto come un insegnante appassionato e attento.
Il cordoglio della comunità
La notizia della scomparsa del docente ha lasciato un vuoto profondo tra colleghi, studenti e familiari. La sua dedizione alla professione e l’impegno nel sostegno educativo restano un ricordo vivo per chi lo ha conosciuto. Intanto, l’inchiesta prosegue per chiarire le cause del crollo e per assicurare che tragedie simili non si ripetano.
Cronaca
Lecce | Omicidio Giuseppe De Giosa: esecuzione a colpi di pistola in pieno giorno
Un drammatico episodio di violenza ha scosso ieri la città di Lecce, dove un uomo di 43 anni, Giuseppe De Giosa, è stato assassinato con colpi di arma da fuoco nella prima serata di mercoledì 19 dicembre 2024. L’agguato si è verificato nel quartiere “Santa Rosa”, una zona residenziale situata nella parte periferica della città.
La ricostruzione dell’accaduto
Stando alle prime indagini, la vittima sarebbe arrivata sul luogo a bordo di un’auto, una Fiat Panda bianca. La scena del crimine è stata segnalata da alcuni residenti, allarmati da grida seguite da spari. Gli agenti, giunti sul posto, hanno trovato il corpo della vittima riverso accanto al veicolo, i cui sportelli e cofano erano aperti. Accanto e dentro l’auto sarebbero stati rinvenuti pacchi contenenti sostanze stupefacenti, ipotizzando così un possibile legame con attività di narcotraffico. Tuttavia, gli investigatori stanno vagliando tutte le piste per chiarire movente e responsabili.
Sul luogo del delitto sono intervenuti il procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia e il medico legale per effettuare i rilievi necessari. L’area interessata, pur essendo ai margini delle campagne, è caratterizzata dalla presenza di diverse abitazioni, aumentando l’inquietudine tra i residenti per un episodio così violento avvenuto in pieno pomeriggio.
Reazioni politiche e allarme sociale
Claudio Stefanazzi, deputato del Partito Democratico, ha espresso grande preoccupazione per l’accaduto. “Un omicidio in pieno giorno, in un quartiere popoloso, ci riporta a un passato oscuro che credevamo superato. La gravità di quanto successo richiede una risposta immediata e decisa”, ha dichiarato il parlamentare, sottolineando la necessità di affrontare l’escalation di violenza nella regione. Stefanazzi ha inoltre puntato il dito contro l’inerzia delle istituzioni, auspicando interventi concreti da parte del Ministero dell’Interno per riportare sicurezza nelle comunità locali.
Cronaca
Casarano (LE) | 58enne entra in un cantiere edile e aggredisce il titolare con un accetta
Un episodio di violenza ha scosso la comunità di Casarano, in provincia di Lecce. Un uomo di 58 anni, Rocco Reho, incensurato, è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di lesioni personali aggravate e porto ingiustificato di armi dopo aver aggredito il titolare di una ditta edile all’interno di un cantiere vicino alla sua abitazione. La vittima, colpita alla testa con un’accetta, è stata trasportata d’urgenza in ospedale con gravi ferite.
L’aggressione nel primo pomeriggio
L’episodio è avvenuto nel pomeriggio di martedì 17 dicembre, quando il 58enne si è introdotto in un cantiere dove erano in corso lavori di intonacatura su un muro confinante con la sua proprietà. La reazione violenta dell’uomo, scatenata da motivazioni apparentemente futili, ha colto di sorpresa l’imprenditore, che stava coordinando i lavori.
Intervento dei Carabinieri
I Carabinieri della Stazione di Casarano sono intervenuti sul posto a seguito di una segnalazione al Numero Unico di Emergenza 112. Al loro arrivo, hanno trovato la vittima ferita ma cosciente, mentre l’aggressore, visibilmente agitato, è stato fermato poco dopo. Nei pressi del cantiere, i militari hanno rinvenuto e sequestrato l’accetta utilizzata nell’aggressione.
La vittima e l’indagine
La vittima è stata immediatamente soccorsa e trasportata all’ospedale di Casarano, dove i medici hanno confermato la gravità delle lesioni alla testa. Intanto, le indagini proseguono per chiarire i motivi che hanno spinto l’aggressore a un gesto così violento, che gli inquirenti definiscono “incomprensibile”.
Arresti domiciliari per l’aggressore
Il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Lecce ha disposto gli arresti domiciliari per il 58enne, che ora dovrà rispondere delle accuse di fronte alla giustizia. L’episodio ha suscitato grande sconcerto nella cittadina salentina, dove un gesto così estremo e improvviso appare difficilmente spiegabile.
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