Cronaca
Civitavecchia | Operazione “Fake Flag”: scoperte 33 imbarcazioni da diporto sconosciute al fisco
Si è conclusa con successo l’operazione antievasione “Fake Flag” condotta dalle Fiamme Gialle Aeronavali di Civitavecchia, mirata a contrastare il fenomeno delle imbarcazioni da diporto di proprietà di cittadini italiani che, per evitare il pagamento delle tasse, adottano bandiere estere. Un fenomeno in espansione, come rilevato da un’analisi recente, che ha registrato un aumento del 256% nel numero di imbarcazioni che negli ultimi tre anni hanno cambiato la bandiera italiana con quella di altri paesi, causando una perdita di gettito IVA stimata in circa 200 milioni di euro.
L’operazione ha avuto come obiettivo il monitoraggio dei porti e degli approdi sul litorale, oltre al pattugliamento delle acque territoriali della Regione Lazio. Queste attività hanno portato alla scoperta di numerosi armatori che avevano omesso di dichiarare il possesso delle loro imbarcazioni, tutte registrate con bandiere estere. In particolare, sono state individuate 33 imbarcazioni completamente sconosciute al fisco, con un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Per ciascuno degli armatori coinvolti sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 530 mila euro.
In aggiunta, quattro imbarcazioni con bandiera extracomunitaria sono state sequestrate in quanto avevano superato il limite di permanenza nel territorio comunitario senza aver saldato gli oneri doganali previsti. L’operazione ha visto la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane di Civitavecchia, nell’ambito di un protocollo d’intesa con la Guardia di Finanza, al fine di garantire il rispetto delle normative fiscali e doganali.
La Guardia di Finanza ribadisce l’importanza di questi controlli, che non solo mirano a contrastare l’evasione fiscale, ma anche a garantire il corretto svolgimento delle attività economiche legate alla nautica da diporto e a reprimere eventuali traffici illeciti via mare.
Cronaca
Brescia | Aggredito nell’androne di casa, arrestata una coppia per tentato omicidio
Un 38enne di origine pakistana è stato brutalmente aggredito il 19 novembre scorso nell’androne del suo palazzo in via Bachelet, a Brescia. Picchiato selvaggiamente con bastoni, l’uomo ha riportato un’emorragia cerebrale ed è stato ricoverato in gravi condizioni al Civile di Brescia. Dopo un intervento medico tempestivo, è riuscito a sopravvivere e ha fatto ritorno a casa.
Nei giorni scorsi, i presunti responsabili sono stati arrestati: si tratta di una coppia di origine pakistana, lui di 35 anni e lei di 31. I due sono accusati di tentato omicidio. Per il marito si sono aperte le porte del carcere, mentre la moglie è stata posta agli arresti domiciliari.
Secondo gli inquirenti, l’aggressione sarebbe stata una “spedizione punitiva” motivata da una disputa economica. La coppia avrebbe accusato la vittima di una presunta truffa, decidendo di agire con l’intento di uccidere. Dopo aver raggiunto l’abitazione del 38enne, lo avrebbero colpito ripetutamente per poi abbandonarlo agonizzante. L’uomo è stato salvato grazie all’intervento di un vicino, che ha chiamato i soccorsi.
Cronaca
Cremona | Tragedia sul lavoro: Giuseppe Bolognini schiacciato da una betoniera
Giuseppe Bolognini, operaio 58enne di Pumenengo (Bergamo), ha perso la vita giovedì 5 dicembre mentre lavorava al cantiere del nuovo asilo di Soncino, nel Cremonese. L’incidente è avvenuto durante le operazioni di carico di una betoniera: il terreno su cui era posizionato il mezzo pesante ha ceduto, provocando il ribaltamento del braccio telescopico, che ha travolto l’uomo. Nonostante l’intervento immediato dei soccorsi, tra cui l’elisoccorso da Brescia, i tentativi di salvargli la vita si sono rivelati vani.
Bolognini, vedovo e padre di una figlia di 27 anni, era una figura molto conosciuta nella sua comunità. L’incidente è avvenuto sotto gli occhi dei suoi colleghi, che hanno subito allertato i soccorsi intorno alle 11:30. Sul posto sono intervenuti i tecnici dell’Ats Val Padana, i carabinieri della compagnia di Crema e i vigili del fuoco. La procura ha avviato un’indagine sull’accaduto e ha disposto il sequestro dei mezzi coinvolti per verificare eventuali responsabilità.
Questo drammatico episodio riaccende l’attenzione sulle condizioni di sicurezza nei cantieri, sottolineando l’urgenza di rafforzare le misure di prevenzione per evitare ulteriori tragedie sul lavoro.
Cronaca
Milano | Malore in montagna, il medico Maurizio Cristina durante un’escursione
Un’escursione sui monti lariani si è trasformata in tragedia sabato scorso, quando un uomo di 68 anni, il dottor Maurizio Cristina, è deceduto a causa di un malore improvviso lungo un sentiero in Valsassina, nel Lecchese. Il gruppo di amici con cui si trovava ha tentato disperatamente di soccorrerlo, cercando un defibrillatore al vicino rifugio Buzzoni, ma ogni sforzo si è rivelato inutile.
L’allarme è stato lanciato immediatamente, attivando l’intervento dell’elicottero del 118 da Sondrio, del soccorso alpino e di altre squadre di emergenza. Nonostante il rapido arrivo dei soccorsi, il medico è stato dichiarato morto sul posto.
Maurizio Cristina, gastroenterologo all’ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano e docente presso l’Università Statale, era noto per la sua dedizione alla professione e per il suo amore per la montagna. La notizia ha lasciato sgomenti colleghi e amici, che ricordano la sua passione e il suo spirito altruista.
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