Cronaca
Chieti | Arrestato 28enne condannato per reati contro il patrimonio
La Polizia di Stato di Chieti ha eseguito un’operazione che ha portato all’arresto di un cittadino rumeno di 28 anni, domiciliato in città, in seguito a un provvedimento di carcerazione emesso dall’Ufficio di Sorveglianza di Pescara. L’uomo è stato riconosciuto colpevole in via definitiva di numerosi reati contro il patrimonio, tra cui furti in abitazioni e attività commerciali, commessi principalmente nella provincia teatina, nel territorio di Lanciano e nei comuni limitrofi.
Il soggetto, già noto alle autorità per precedenti condanne legate a reati come ricettazione ed evasione, stava beneficiando della misura alternativa dell’affidamento in prova. Tuttavia, una recente condanna, risalente ai primi giorni di dicembre 2024, ha portato alla revoca di questo beneficio e alla determinazione di una pena complessiva di 12 anni e 9 mesi di reclusione.
Il 28enne è stato rintracciato grazie all’intensificazione dei controlli sul territorio, stabilita dopo una riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Gli agenti della Squadra Mobile lo hanno individuato presso l’abitazione di un parente a Chieti e, dopo le consuete formalità, lo hanno trasferito alla Casa Circondariale di Chieti, dove sconterà la pena.
L’arresto rappresenta un ulteriore passo nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto ai reati predatori, dimostrando l’efficacia della sinergia tra le diverse istituzioni coinvolte nella tutela della sicurezza pubblica.
Cronaca
Imperia | Frode fiscale da 600.000 euro: scoperta rete di fatture false
I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Imperia hanno recentemente smascherato un’ingente frode fiscale legata a una società operante nel settore della produzione di apparecchiature luminose, con sedi in provincia di Imperia e in Lombardia. L’indagine, avviata a seguito di un attento monitoraggio da parte della Guardia di Finanza sui contribuenti ad alto rischio di evasione, ha portato alla scoperta di un meccanismo fraudolento che ha visto l’uso di fatture per operazioni inesistenti per un valore complessivo di circa 600.000 euro.
Le indagini sono scattate dopo l’analisi delle banche dati in uso al Corpo, che hanno rivelato come l’impresa in questione ricevesse fatture d’acquisto da diverse “cartiere”, ossia società senza effettiva operatività e prive degli obblighi fiscali necessari, come il versamento delle imposte dovute. Queste fatture, che dichiaravano operazioni mai avvenute, venivano utilizzate dalla società per ridurre l’importo delle imposte da versare.
Gli accertamenti hanno visto l’intervento del personale specializzato in informatica forense della Guardia di Finanza, che ha eseguito una serie di perquisizioni presso la sede dell’impresa e acquisito “evidenze digitali” dai dispositivi informatici in uso all’azienda. Questi dati hanno confermato l’infondatezza delle operazioni fatturate, facendo emergere il tentativo di evadere l’imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre imposte dirette.
Al termine della verifica fiscale, gli amministratori della società, una coppia di coniugi di nazionalità cinese, sono stati denunciati per dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti, in violazione del D.Lgs. 74/2000. La Procura della Repubblica di Imperia ha chiesto, e il G.I.P. ha accettato, un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente fino alla concorrenza dell’imposta evasa, pari a oltre 150.000 euro. I finanzieri, dunque, hanno proceduto al sequestro di beni, conti correnti, quote societarie e denaro contante, per un ammontare che corrisponde all’importo dell’imposta evasa.
Questo caso evidenzia l’ampiezza del fenomeno delle frodi fiscali, che permettono a determinate imprese di gonfiare i costi attraverso operazioni fittizie, sottraendo risorse fondamentali per le finanze pubbliche. La Guardia di Finanza, impegnata nella prevenzione e contrasto di tali attività illegali, prosegue il suo lavoro per garantire che risorse cruciali per il benessere collettivo non vengano sottratte da condotte fraudolente.
Cronaca
Montagnana (PD) | Arrestato giovane per spaccio di droga: scoperta ingente quantità di cocaina e hashish
Un’operazione congiunta dei Carabinieri di Montagnana, del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Este, e con il supporto dei Cinofili di Torreglia, ha portato all’arresto di un 20enne di origine marocchina, residente in un comune della bassa padovana, accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’indagine è partita nei giorni scorsi, quando i militari hanno monitorato il giovane, sospettato di essere coinvolto in attività illecite legate al traffico di droga. Dopo aver acquisito informazioni utili, hanno richiesto alla Procura della Repubblica di Rovigo un decreto di perquisizione personale e locale. L’operazione ha avuto esito positivo grazie anche all’intervento del cane antidroga “Zico”, che ha permesso di scoprire una sostanza stupefacente nascosta in modo ingegnoso.
Durante la perquisizione, i Carabinieri hanno rinvenuto oltre 700 grammi di cocaina purissima, suddivisa in 12 involucri pronti per lo spaccio, e circa 100 grammi di hashish. La droga era nascosta all’interno di una pentola, occultata in un mobile del sottotetto dell’abitazione. Trovati anche strumenti per la pesatura, tra cui un bilancino di precisione, utilizzato per dosare le sostanze.
Il giovane è stato arrestato in flagranza di reato e, su disposizione della Procura di Rovigo, è stato trattenuto presso le camere di sicurezza del Comando Compagnia di Este, in attesa dell’udienza di convalida. L’inchiesta è ancora in fase preliminare, e sarà solo al termine del processo che la colpevolezza dell’indagato potrà essere ufficialmente accertata.
Questa operazione dimostra ancora una volta l’efficacia delle forze dell’ordine nel contrastare il traffico di droga e il loro impegno costante nella lotta alla criminalità, garantendo la sicurezza della comunità.
Cronaca
Schio (VI) | Arrestato uomo per violazione del divieto di avvicinamento alla madre
Un uomo di 58 anni, residente a Malo, è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Schio per aver violato il divieto di avvicinamento imposto dal Tribunale di Vicenza. La misura cautelare, che includeva anche l’uso del braccialetto elettronico, era stata disposta a seguito di un’indagine per maltrattamenti in famiglia nei confronti della madre dell’uomo.
L’episodio si è verificato quando il sistema di controllo elettronico ha segnalato alla Centrale Operativa dei Carabinieri la presenza del soggetto nelle immediate vicinanze dell’abitazione della persona offesa. I militari, intervenuti prontamente, hanno rintracciato l’uomo mentre usciva dalla casa della madre. In flagranza di reato, l’uomo è stato arrestato per la violazione del provvedimento restrittivo.
Le autorità hanno agito immediatamente per garantire la sicurezza della vittima e far rispettare le misure cautelari. L’arresto evidenzia l’importanza del monitoraggio elettronico come strumento per prevenire il rischio di ulteriori violazioni e garantire l’efficacia delle disposizioni giudiziarie.
Si ricorda che, in base al principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza dell’arrestato sarà accertata definitivamente solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna.
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