Cronaca

Catania | Controlli nella zona ionico-etnea, scoperte irregolarità sul lavoro nero

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ADN24

Nell’ambito delle operazioni di contrasto al lavoro sommerso, i militari del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito una serie di controlli a tappeto su esercizi commerciali nella zona ionico-etnea, individuando numerose irregolarità. In particolare, le Fiamme Gialle della Compagnia di Riposto hanno effettuato oltre venti interventi mirati, durante i quali sono stati riscontrati 34 lavoratori in nero e 9 lavoratori irregolari.

I controlli hanno riguardato una varietà di attività, tra cui ristoranti, bar, pasticcerie, negozi di abbigliamento e calzature, e imprese operanti nel settore dell’edilizia e della vendita di elettrodomestici. In molti di questi esercizi, è stata anche disposta la sospensione dell’attività per il numero elevato di lavoratori irregolari presenti al momento del controllo.

Un caso particolarmente allarmante ha coinvolto un minorenne che, pur non essendo regolarmente assunto, percepiva un compenso giornaliero di circa 14 euro, lavorando per molte ore. Altri due lavoratori sono risultati destinatari di un assegno di inclusione statale, nonostante non fossero formalmente impiegati.

Tra le irregolarità emerse, ha suscitato particolare attenzione il caso di una società di “Coltivazione di Uva”, in cui sette lavoratori irregolari venivano retribuiti tramite pagamenti non tracciabili, un fatto che ha portato all’imposizione di sanzioni amministrative per un importo che potrebbe arrivare fino a 825.000 euro.

Altri settori coinvolti nel fenomeno del lavoro nero hanno riguardato una macelleria, un’impresa edile e un negozio al dettaglio, con sanzioni complessive superiori ai 280.000 euro. In 20 casi è stata applicata la maxi-sanzione, per un totale di 480.200 euro, a causa della mancata comunicazione da parte dei datori di lavoro degli assunti.

La Guardia di Finanza ha ribadito il suo impegno nel contrastare il fenomeno del lavoro irregolare, che non solo danneggia i lavoratori e compromette la concorrenza leale tra le imprese, ma sottrae anche risorse vitali per l’erario, minando la stabilità e la crescita dell’economia del Paese.

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