Cronaca
Catania | Arrestati due ladri di sportelli d’auto
Due uomini, di 53 e 57 anni, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato di Catania dopo aver tentato di rubare gli sportelli di un’auto in sosta. L’episodio è avvenuto nelle prime ore del mattino nella zona del porto, dove la proprietaria ha sorpreso i ladri mentre smontavano le parti del veicolo per caricarle su un’auto.
Dopo aver richiesto immediatamente l’intervento delle forze dell’ordine, la donna ha fornito una descrizione dettagliata dei sospetti e del veicolo utilizzato per il furto. Grazie a queste informazioni, gli agenti della Squadra Volanti hanno iniziato a perlustrate l’area, intensificando le ricerche in via Zia Lisa, una zona già monitorata per attività illecite legate ai ricambi d’auto.
In breve tempo, i ladri sono stati rintracciati in via Acquicella, mentre cercavano di scaricare gli sportelli rubati. Alla vista della polizia, i due hanno tentato di scappare, ma sono stati prontamente bloccati. Durante la perquisizione, gli agenti hanno trovato attrezzi come chiavi inglesi e cacciaviti, oltre a un coltello da cucina, strumenti chiaramente destinati a smontare parti di veicoli.
La perquisizione del veicolo utilizzato dai ladri ha rivelato non solo gli sportelli rubati, ma anche un’ulteriore portiera sottratta da un’altra auto. È emerso che il mezzo utilizzato per il furto era stato rubato a un pensionato. I due uomini sono stati quindi arrestati per furto aggravato, mentre gli sportelli sono stati restituiti ai legittimi proprietari.
Cronaca
Reggio Emilia: 28enne viola le misure alternative, torna in carcere
Un uomo di 28 anni, residente a Reggio Emilia, è stato condannato a 4 anni e 11 mesi di reclusione per associazione a delinquere e furto, ma stava scontando il residuo della pena in regime di affidamento in prova al servizio sociale. Tuttavia, il mancato rispetto delle prescrizioni e un episodio sospetto hanno portato alla revoca della misura alternativa e al suo ritorno in carcere.
Il 14 novembre, durante un controllo del territorio a Campagnola Emilia, i carabinieri hanno fermato il giovane, alla guida di un’auto con a bordo altri tre uomini. Insospettiti dalle risposte vaghe del conducente e dei passeggeri, i militari hanno perquisito il veicolo, trovando torce, cappellini, guanti e due cacciaviti di grandi dimensioni, ritenuti strumenti idonei a commettere reati.
Il 28enne è stato denunciato alla Procura di Reggio Emilia per possesso ingiustificato di chiavi e grimaldelli. Inoltre, è emerso che non si era presentato all’associazione dove era obbligato a svolgere attività risocializzante, senza fornire giustificazioni valide.
Il Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia ha così disposto la sospensione della misura alternativa e il trasferimento in carcere. L’uomo è stato prelevato presso la sua abitazione, condotto in caserma e successivamente incarcerato.
L’episodio evidenzia l’importanza del rispetto delle condizioni legate alle misure alternative alla detenzione, il cui mancato adempimento può comportare la revoca immediata e il ritorno in carcere.
Cronaca
Milano, avvocato trovato morto in casa: indagini in corso
Un avvocato di 65 anni è stato trovato morto nella sua abitazione in via Carducci, nel centro della città. La scoperta è avvenuta nella giornata di ieri, quando un uomo, che aveva un appuntamento con la vittima, ha allertato le autorità dopo aver trovato il corpo senza vita. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e la polizia, che ha avviato un’indagine per chiarire le circostanze del decesso.
Secondo le prime informazioni, il corpo dell’uomo presentava una ferita alla testa. Gli investigatori stanno cercando di determinare se tale ferita sia compatibile con una caduta accidentale – ipotizzando che l’uomo, cadendo, non sia riuscito a chiedere aiuto – oppure se sia il risultato di un’aggressione. Per il momento, entrambe le piste restano aperte.
L’appartamento è stato sottoposto a rilievi approfonditi da parte della scientifica, mentre il corpo è stato trasferito all’Istituto di Medicina Legale per l’autopsia, che sarà cruciale per stabilire la causa esatta della morte.
La vittima era un avvocato noto nel suo ambito professionale, e la notizia ha scosso il quartiere di via Carducci, una zona tranquilla e residenziale. I vicini non avrebbero segnalato rumori o movimenti sospetti nei giorni precedenti al ritrovamento.
Gli inquirenti stanno analizzando le ultime ore di vita dell’uomo e verificando eventuali rapporti personali o professionali che potrebbero essere rilevanti per le indagini.
Cronaca
Ergastolo chiesto per Filippo Turetta: il femminicidio di Giulia Cecchettin raccontato in aula
“Premeditazione, crudeltà e stalking”: su queste basi il pubblico ministero Andrea Petroni ha chiesto la condanna all’ergastolo per Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin. La requisitoria, presentata in Corte d’Assise, ha ricostruito nel dettaglio i tragici eventi dell’11 novembre 2023 e le settimane precedenti, tratteggiando un quadro agghiacciante dell’ossessione e della violenza che hanno portato al delitto.
Il pm ha messo in luce come la relazione tra Filippo e Giulia fosse segnata da un controllo ossessivo e da una spirale di minacce. Gli indizi della premeditazione, per Petroni, sono schiaccianti: una lista scritta da Turetta il 7 novembre documenta i suoi preparativi, includendo l’acquisto di scotch, coltelli, sacchi neri e mappe per la fuga. A ciò si aggiunge la meticolosa ricerca di luoghi per occultare un cadavere e l’occultamento finale del corpo di Giulia vicino al lago di Barcis, in Friuli.
Terribili anche i dettagli sulla brutalità del delitto, rievocati in aula con video e prove raccolte dai Carabinieri. Il pm ha sottolineato le numerose menzogne di Turetta durante gli interrogatori e il processo, dove ha spesso cercato rifugio nei “non ricordo”.
Le parti civili, rappresentanti della famiglia Cecchettin, hanno chiesto giustizia e trasformare il dolore in simbolo di lotta contro la violenza di genere. “Giulia deve essere un simbolo, dentro e fuori dall’aula”, hanno dichiarato gli avvocati della famiglia.
Martedì sarà il turno della difesa, che potrebbe puntare sulla strada della “giustizia riparativa”. La sentenza è attesa per il 3 dicembre.
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