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Cronaca

Casa occupata tramite Booking: un incubo per i proprietari di Padova

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Una storia drammatica arriva da Pontevigidarzere, periferia di Padova, dove una coppia di proprietari di casa si è trovata a dover affrontare un incubo inaspettato. Dopo aver ristrutturato il loro appartamento di settanta metri quadri con l’idea di affittarlo ai turisti tramite Booking, i due si sono trovati con un’occupazione abusiva della loro abitazione, una situazione che non avrebbero mai immaginato.

La vicenda è iniziata lo scorso 16 ottobre, quando una coppia di turisti, arrivata da Trento, si è presentata per un soggiorno breve. Tuttavia, ciò che sembrava un normale affitto breve si è trasformato in un dramma. Dopo qualche giorno, i turisti non sono più andati via, ma anzi, hanno portato dentro con sé una decina di familiari, bambini e altri parenti, trasformando l’appartamento in un vero e proprio centro di raccolta dove, tra l’altro, facevano il bucato, mangiavano e tenevano feste.

I proprietari, preoccupati e incapaci di gestire la situazione, hanno chiamato i carabinieri. In un primo intervento, gli occupanti sono stati allontanati, ma la tranquillità è durata poco: i turisti sono tornati, forzando le serrature e riattaccandosi alle utenze dei vicini. La situazione si è ulteriormente aggravata quando, stando alle testimonianze dei proprietari, una sera si è avvertito un forte odore di fumo da una delle stanze, probabilmente a causa di un tentativo di riscaldamento improvvisato, visto che i proprietari avevano staccato il gas.

La legge, però, non è dalla parte dei proprietari. Nonostante la denuncia alle forze dell’ordine, è emerso che l’unica soluzione è passare tramite l’autorità giudiziaria, un percorso lungo e incerto. Le forze dell’ordine hanno spiegato che la denuncia non è sufficiente per ordinare lo sgombero dell’immobile. Il caso è stato già segnalato alla Procura, ma per risolvere la situazione è necessario attendere l’intervento delle istituzioni competenti.

“Mi sono trovato in un incubo che non avrei mai immaginato”, racconta il proprietario, ormai disperato. “Pensavo che affittare tramite Booking fosse una soluzione semplice, ma mi ritrovo a vivere una situazione che ha messo in pericolo la mia proprietà e quella dei vicini.”

Questa storia evidenzia una problematica che, purtroppo, non è isolata: l’abuso dei contratti di affitto breve, che possono trasformarsi in un vero e proprio rischio per i proprietari. Gli stessi si trovano a dover affrontare un sistema legale che può sembrare lungo e poco efficace, lasciando molte persone in balia di situazioni fuori dal loro controllo.

Cronaca

Paura per Edoardo Bove: malore in campo durante Fiorentina-Inter, attesi aggiornamenti medici

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Il mondo del calcio è in apprensione per Edoardo Bove, giovane centrocampista della Fiorentina, ricoverato all’ospedale Careggi di Firenze dopo un malore improvviso durante il match casalingo contro l’Inter, poi rinviato. L’episodio si è verificato al 6° minuto della partita, quando Bove si è accasciato privo di sensi in seguito a un colpo subito tra torace e milza in uno scontro di gioco. Il calciatore, che aveva manifestato leggeri capogiri poco prima, ha perso conoscenza vicino a Calhanoglu e Dumfries, i primi ad accorgersi della gravità della situazione.

Il pronto intervento dei compagni, in particolare Danilo Cataldi, è stato decisivo: Cataldi ha spostato la lingua di Bove per prevenire l’ostruzione delle vie respiratorie. Subito dopo sono giunti i soccorsi medici, che lo hanno trasportato d’urgenza in ospedale. Al momento, Bove è sottoposto a esami clinici per determinare la causa del malore. Si attendono aggiornamenti medici nelle prossime ore per comprendere l’entità del problema e le sue conseguenze sulla carriera del ventiduenne.

La vicenda ha profondamente scosso il mondo del calcio, con tifosi e colleghi che hanno espresso solidarietà e incoraggiamento per una pronta ripresa del giovane talento.

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Cronaca

Siccità in Sicilia: sindaci occupano la diga Ancipa per difendere i propri comuni

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La crisi idrica in Sicilia ha raggiunto un nuovo livello di tensione con l’occupazione della diga d’Ancipa da parte dei sindaci di Troina, Nicosia, Cerami e Gagliano Castelferrato, nella provincia di Enna. La protesta è stata scatenata dalla decisione della cabina di regia regionale di ripristinare temporaneamente l’erogazione di acqua verso i comuni di Caltanissetta e San Cataldo, lasciando però a rischio idrico i 26mila abitanti dei comuni dell’Ennese che dipendono esclusivamente da questa diga.

Sul luogo della protesta è intervenuto anche Sebastiano Venezia, parlamentare regionale, che ha espresso la sua rabbia sui social, accusando le istituzioni regionali di aver abbandonato il territorio. “Ci siamo assunti la responsabilità di non lasciare senza acqua 26mila cittadini”, ha dichiarato Venezia, aggiungendo che l’occupazione proseguirà “a oltranza”. Durante l’azione, i manifestanti hanno staccato un quadro elettrico, minacciando l’interruzione del flusso idrico dalla diga, un gesto simbolico che però non ha ancora bloccato del tutto l’erogazione.

La situazione si inserisce in un contesto di estrema emergenza. Il 2024 ha visto la Sicilia affrontare la peggiore siccità degli ultimi vent’anni, con gravi ripercussioni per circa due milioni di abitanti. Le province di Enna, Caltanissetta e Agrigento sono tra le più colpite, con razionamenti che stanno mettendo a dura prova la popolazione. La diga Ancipa, una delle infrastrutture idriche più importanti dell’isola, è ormai in sofferenza, e la sua capacità di 50 milioni di metri cubi non basta a fronteggiare le necessità di tutte le comunità che ne dipendono.

Nonostante le preoccupazioni degli amministratori locali, Siciliacque, la società che gestisce la distribuzione idrica, ha assicurato che l’acqua continuerà ad arrivare ai comuni di Caltanissetta e San Cataldo come stabilito dalla cabina di regia. Secondo l’azienda, l’intervento dei sindaci non ha chiuso la condotta dell’Ancipa, limitandosi a disattivare un quadro elettrico senza interrompere il flusso.

Tuttavia, il timore per il futuro resta alto. I sindaci dell’Ennese e i cittadini coinvolti nella protesta temono che, nei prossimi giorni, i loro territori possano rimanere a secco, aggravando una situazione già critica. Intanto, la mobilitazione prosegue, con il supporto di centinaia di cittadini e attivisti che chiedono soluzioni immediate e durature.

Questa vicenda mette in evidenza le difficoltà nella gestione delle risorse idriche in Sicilia, aggravate dai cambiamenti climatici e da una pianificazione infrastrutturale inadeguata. La protesta non è solo una battaglia per l’acqua, ma un grido di allarme sulla necessità di politiche più giuste e sostenibili per garantire il diritto all’acqua in un’isola sempre più provata dalla crisi climatica.

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Cronaca

Blitz della polizia penitenziaria a Parma: sequestrati 20 telefoni a detenuti legati alla criminalità organizzata

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Un’operazione congiunta della polizia penitenziaria ha portato al sequestro di una ventina di telefoni cellulari all’interno del carcere di Parma, utilizzati da detenuti italiani appartenenti a organizzazioni criminali. Il blitz, che ha visto il coinvolgimento del reparto operativo mobile e del comando locale, ha avuto luogo sotto la direzione del comandante Mauro Pellegrino e si è concluso con il ritrovamento di dispositivi elettronici in possesso di membri di gruppi criminali.

L’operazione ha avuto inizio con un intervento mirato nel padiglione dell’Alta sicurezza, dove gli agenti, coadiuvati dal magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia Marco Bedini e dal direttore del carcere Valerio Pappalardo, hanno scoperto cinque smartphone con schede SIM e cavetti USB per la ricarica. Successivamente, sono stati rinvenuti altri 15 dispositivi elettronici, che erano stati introdotti all’interno della struttura penitenziaria probabilmente attraverso pacchi postali o alimentari, mezzi usati per eludere i controlli.

Il sindacato OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) ha elogiato l’operato degli agenti, sottolineando la loro professionalità e determinazione nell’eseguire l’operazione, che rappresenta un passo fondamentale nella lotta contro l’illegalità nelle carceri. “Questo intervento testimonia l’impegno delle autorità nel mantenere la sicurezza e l’ordine all’interno degli istituti penitenziari, contrastando i fenomeni criminali”, ha dichiarato il sindacato.

Tuttavia, il caso ha messo in evidenza anche le problematiche legate alla carenza di organico della polizia penitenziaria, un aspetto che compromette la capacità di effettuare controlli efficaci sugli ingressi nelle strutture carcerarie, aumentando il rischio di infiltrazioni di dispositivi illeciti. L’operazione ha dunque sollevato preoccupazioni riguardo alla necessità di rafforzare le risorse umane per garantire maggiore sicurezza e prevenire attività criminali all’interno delle carceri.

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