Cronaca

Blitz della polizia penitenziaria a Parma: sequestrati 20 telefoni a detenuti legati alla criminalità organizzata

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ADN24

Un’operazione congiunta della polizia penitenziaria ha portato al sequestro di una ventina di telefoni cellulari all’interno del carcere di Parma, utilizzati da detenuti italiani appartenenti a organizzazioni criminali. Il blitz, che ha visto il coinvolgimento del reparto operativo mobile e del comando locale, ha avuto luogo sotto la direzione del comandante Mauro Pellegrino e si è concluso con il ritrovamento di dispositivi elettronici in possesso di membri di gruppi criminali.

L’operazione ha avuto inizio con un intervento mirato nel padiglione dell’Alta sicurezza, dove gli agenti, coadiuvati dal magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia Marco Bedini e dal direttore del carcere Valerio Pappalardo, hanno scoperto cinque smartphone con schede SIM e cavetti USB per la ricarica. Successivamente, sono stati rinvenuti altri 15 dispositivi elettronici, che erano stati introdotti all’interno della struttura penitenziaria probabilmente attraverso pacchi postali o alimentari, mezzi usati per eludere i controlli.

Il sindacato OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) ha elogiato l’operato degli agenti, sottolineando la loro professionalità e determinazione nell’eseguire l’operazione, che rappresenta un passo fondamentale nella lotta contro l’illegalità nelle carceri. “Questo intervento testimonia l’impegno delle autorità nel mantenere la sicurezza e l’ordine all’interno degli istituti penitenziari, contrastando i fenomeni criminali”, ha dichiarato il sindacato.

Tuttavia, il caso ha messo in evidenza anche le problematiche legate alla carenza di organico della polizia penitenziaria, un aspetto che compromette la capacità di effettuare controlli efficaci sugli ingressi nelle strutture carcerarie, aumentando il rischio di infiltrazioni di dispositivi illeciti. L’operazione ha dunque sollevato preoccupazioni riguardo alla necessità di rafforzare le risorse umane per garantire maggiore sicurezza e prevenire attività criminali all’interno delle carceri.

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