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Cronaca

Blitz della polizia penitenziaria a Parma: sequestrati 20 telefoni a detenuti legati alla criminalità organizzata

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Un’operazione congiunta della polizia penitenziaria ha portato al sequestro di una ventina di telefoni cellulari all’interno del carcere di Parma, utilizzati da detenuti italiani appartenenti a organizzazioni criminali. Il blitz, che ha visto il coinvolgimento del reparto operativo mobile e del comando locale, ha avuto luogo sotto la direzione del comandante Mauro Pellegrino e si è concluso con il ritrovamento di dispositivi elettronici in possesso di membri di gruppi criminali.

L’operazione ha avuto inizio con un intervento mirato nel padiglione dell’Alta sicurezza, dove gli agenti, coadiuvati dal magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia Marco Bedini e dal direttore del carcere Valerio Pappalardo, hanno scoperto cinque smartphone con schede SIM e cavetti USB per la ricarica. Successivamente, sono stati rinvenuti altri 15 dispositivi elettronici, che erano stati introdotti all’interno della struttura penitenziaria probabilmente attraverso pacchi postali o alimentari, mezzi usati per eludere i controlli.

Il sindacato OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) ha elogiato l’operato degli agenti, sottolineando la loro professionalità e determinazione nell’eseguire l’operazione, che rappresenta un passo fondamentale nella lotta contro l’illegalità nelle carceri. “Questo intervento testimonia l’impegno delle autorità nel mantenere la sicurezza e l’ordine all’interno degli istituti penitenziari, contrastando i fenomeni criminali”, ha dichiarato il sindacato.

Tuttavia, il caso ha messo in evidenza anche le problematiche legate alla carenza di organico della polizia penitenziaria, un aspetto che compromette la capacità di effettuare controlli efficaci sugli ingressi nelle strutture carcerarie, aumentando il rischio di infiltrazioni di dispositivi illeciti. L’operazione ha dunque sollevato preoccupazioni riguardo alla necessità di rafforzare le risorse umane per garantire maggiore sicurezza e prevenire attività criminali all’interno delle carceri.

Cronaca

Bari | Operazione antidroga: 8 arresti per traffico internazionale di stupefacenti

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I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, con il supporto di diverse unità specializzate, hanno portato a termine una grande operazione contro un’organizzazione criminale internazionale dedita al traffico di droga. L’operazione ha visto l’esecuzione di misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia, con l’arresto di 8 indagati accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

L’inchiesta ha svelato un’organizzazione ben radicata e sofisticata, con legami internazionali che collegano l’Albania, la Spagna, il Belgio, la Germania e l’Italia. Tra marzo e agosto 2023, l’organizzazione è riuscita a importare ingenti quantitativi di cocaina e marijuana, trasportandoli fino alla Puglia, dove le principali basi operative dell’organizzazione erano stabilite. Da lì, la droga veniva distribuita nelle piazze di spaccio locali e nelle aree limitrofe, con un volume d’affari stimato in oltre un milione di euro al mese.

Le indagini sono partite a seguito di un accoltellamento avvenuto a Viareggio nel 2022, che ha portato alla scoperta di un traffico di droga su larga scala. L’intensa attività investigativa, che ha incluso intercettazioni telefoniche e video, ha permesso di delineare l’intero schema dell’organizzazione, rivelando anche i ruoli specifici dei membri coinvolti. Alcuni narcotrafficanti albanesi erano i principali responsabili del coordinamento delle operazioni tra Albania e Italia, utilizzando rotte via mare e via terra.

Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno effettuato numerosi interventi che hanno portato alla cattura di sei membri del gruppo e al sequestro di oltre 15 kg di cocaina, 2 kg di marijuana, armi e munizioni. Inoltre, durante le perquisizioni, è stato sequestrato un ingente ammontare di denaro contante, ritenuto provento dell’attività illecita.

L’organizzazione aveva una struttura ben organizzata, con depositi di droga gestiti da fiduciari locali nelle città di Barletta, Modugno e Mola di Bari. Le operazioni di vendita venivano coordinate da acquirenti stabili incaricati di distribuire lo stupefacente nelle piazze di spaccio pugliesi, mentre i guadagni venivano trasferiti in Albania.

L’operazione si inserisce in un quadro più ampio di contrasto al narcotraffico, con l’obiettivo di smantellare le reti di distribuzione della droga che operano tra l’Italia e l’estero. I membri arrestati sono stati sottoposti a misure cautelari, con otto indagati in carcere e uno agli arresti domiciliari. Le indagini sono ancora in corso e l’inchiesta proseguirà per verificare ulteriori responsabilità e per raccogliere ulteriori prove. La responsabilità degli indagati dovrà essere accertata in sede di processo.

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Cronaca

Brescia | Furto aggravato, arrestato un 39enne durante il controllo notturno

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Un’operazione di controllo del territorio condotta dalla Polizia di Stato ha portato all’arresto di un uomo di 39 anni, accusato di furto aggravato. L’episodio è avvenuto nei giorni scorsi, durante il consueto servizio notturno a Brescia. La vicenda ha preso il via quando una pattuglia della Questura di Brescia, impegnata nel monitoraggio della zona, ha notato un individuo incappucciato che si allontanava in modo sospetto da un esercizio commerciale situato in via XXV aprile.

Nel frattempo, il sistema di allarme Verisure ha inviato una segnalazione al 112, informando le forze dell’ordine della presenza di una persona all’interno del negozio. I poliziotti si sono immediatamente recati sul posto, scoprendo che la vetrina del negozio era stata danneggiata e che c’erano tracce di sangue sui vetri. La conferma del furto è arrivata dal proprietario, che ha riferito la scomparsa di 260 euro dal registratore di cassa.

Le indagini hanno portato a una rapida identificazione dell’autore del furto. Una seconda volante, inviata a supporto, ha rintracciato l’uomo in una zona limitrofa, trovandolo in possesso esatto della somma rubata e con ferite agli arti, probabilmente causate durante l’effrazione. L’individuo è stato immediatamente arrestato e portato in Questura, dove è stato interrogato.

A seguito dell’udienza di convalida, il 39enne è stato formalmente arrestato con l’accusa di furto aggravato. Questo episodio dimostra l’efficacia del sistema di controllo del territorio e l’importanza della sinergia tra le forze dell’ordine e i sistemi di sicurezza privati nel prevenire e reprimere crimini contro il patrimonio.

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Cronaca

Como | Scoperta rete di vendita prodotti di alta moda contraffatti: denunciata una donna

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Nell’ambito delle attività di tutela dei consumatori e della proprietà intellettuale, i Finanzieri del Comando Provinciale di Como hanno portato a termine un’importante operazione contro il commercio di articoli falsificati, arrestando una giovane donna di 37 anni, residente a Cermenate. La donna, priva di partita IVA, gestiva un vero e proprio business illecito di vendita di prodotti di alta moda contraffatti, commercializzandoli tramite piattaforme social e portali di e-commerce.

L’indagine, condotta dal Gruppo Ponte Chiasso, ha portato alla scoperta di una serie di articoli di abbigliamento e accessori contraffatti venduti a prezzi irregolari rispetto al valore di mercato. La donna pubblicava gli oggetti su gruppi Facebook locali, raggiungendo numerosi acquirenti con offerte apparentemente vantaggiose. In seguito ad attività di monitoraggio e appostamenti, i militari hanno intercettato un scambio di merce in un parcheggio, rinvenendo un portadocumenti del marchio “Louis Vuitton”.

Ulteriori perquisizioni hanno permesso di recuperare altre borse e articoli di lusso falsificati, tra cui marchi prestigiosi come “Gucci” e “Louis Vuitton”, pronti per essere immessi nel mercato. Nel corso dell’operazione sono stati trovati anche 54 articoli nascosti nell’abitazione della donna, tra cui capi di griffe come Chanel, Hermes, e Prada.

La venditrice è stata denunciata per il reato di commercio di prodotti con segni falsi, in violazione dell’articolo 474 del codice penale. Le indagini hanno messo in evidenza come la contraffazione, specialmente quando avviene tramite canali online legittimi, continui a rappresentare una grave minaccia per l’economia e per i produttori italiani, alimentando una concorrenza sleale e danneggiando la qualità e la reputazione del made in Italy.

L’operazione rientra nelle attività di contrasto dei reati legati alla proprietà intellettuale e industriale, che le Fiamme Gialle portano avanti con crescente impegno per tutelare i consumatori e garantire la sicurezza dei mercati.

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