Cronaca
Bari | Scattate le misure cautelari per 10 persone coinvolte in un sistema di corruzione e appalti illeciti
Nella mattinata di oggi, le forze della Guardia di Finanza di Bari hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari, nell’ambito di un’operazione contro un ampio sistema di corruzione e illecito gestione degli appalti pubblici. Le misure cautelari riguardano 10 soggetti, sei dei quali sono stati arrestati e quattro posti agli arresti domiciliari. L’inchiesta ha messo in luce una serie di reati, tra cui associazione per delinquere, corruzione, falso, turbativa d’asta e subappalti illegali, legati principalmente alla gestione degli appalti nell’ASL di Bari.
L’operazione è il culmine di un’articolata attività investigativa che ha rivelato un sistema diffuso di corruzione all’interno di uffici strategici dell’azienda sanitaria barese. Le indagini hanno accertato come alcuni pubblici ufficiali abbiano collaborato con imprenditori per favorire la realizzazione di lavori pubblici a favore di determinate imprese, spesso alterando la regolarità dei procedimenti amministrativi. Gli inquirenti hanno scoperto che le modalità di scelta dei contraenti venivano turbate da un flusso di informazioni riservate, con il fine di manipolare l’esito delle gare.
Al centro dell’inchiesta c’è un nucleo di sei pubblici ufficiali che gestivano gli appalti per la ristrutturazione e manutenzione delle strutture ospedaliere. Le loro azioni includevano la falsificazione di atti amministrativi, la concessione di tangenti, e l’adozione di pratiche illecite come la modifica dei computi metrici per gonfiare i costi. L’inchiesta ha anche portato alla luce un sofisticato sistema di occultamento delle prove, con l’utilizzo di “pizzini” per scambiarsi informazioni riservate e telefonate che venivano fatte all’esterno degli uffici per evitare intercettazioni.
Oltre alla corruzione, le indagini hanno rivelato pratiche di subappalti illegali, dove lavori venivano eseguiti senza le necessarie autorizzazioni. In alcuni casi, l’operato di imprese conniventi permetteva di “regolarizzare” la situazione, dando una parvenza di legittimità al sistema. Un altro elemento emerso riguarda la gestione di tangenti e denaro, che veniva occultato e trasferito tra imprenditori e pubblici ufficiali per evitare il rischio di essere scoperti.
Gli investigatori hanno anche riscontrato che il sistema illecito coinvolgeva un ampio numero di imprese, alcune delle quali pur non legate direttamente ai principali responsabili, hanno contribuito a mantenere attivo il meccanismo di corruzione. I costi per la realizzazione delle opere pubbliche sono lievitati, a danno delle risorse pubbliche, grazie all’aggiustamento delle offerte e alle pratiche fraudolente adottate.
Nel corso dell’operazione, oltre 100 finanzieri sono stati coinvolti nelle perquisizioni, che hanno interessato anche i soggetti giuridici e le persone giuridiche coinvolte, con il supporto dei “cash dog” delle unità cinofile, nella speranza di rinvenire altro denaro contante, frutto delle illecite attività. L’indagine rappresenta un’importante vittoria nella lotta contro la corruzione e i reati commessi dai pubblici ufficiali, al fine di tutelare la legalità e migliorare l’efficienza e la trasparenza della Pubblica Amministrazione.
Il procedimento è ancora nelle fasi preliminari e le persone coinvolte non sono state condannate, ma sono sotto indagine per i reati a loro contestati.