Cronaca
Atto intimidatorio nel Palermitano: macabro messaggio mafioso ad Altofonte
Ad Altofonte, nel cuore del Palermitano, si è consumato un inquietante episodio di stampo intimidatorio che ha sconvolto la comunità locale. Un imprenditore edile, noto e apprezzato nella zona, è stato oggetto di un messaggio dal chiaro significato mafioso: nel terreno retrostante la sua casa di Poggio San Francesco, ormai disabitata, sono stati ritrovati i resti di due animali brutalmente uccisi.
La scena, scioccante nella sua brutalità, ha richiamato simbolismi di tipo cinematografico: la testa di un cavallo è stata collocata sul sedile di un escavatore, mentre il corpo di una mucca gravida, squartato, è stato lasciato con il vitello accanto. Un gesto dal forte impatto simbolico, che richiama metodi di intimidazione mafiosa.
L’imprenditore ha immediatamente denunciato l’accaduto ai carabinieri di Monreale, che hanno avviato le indagini. La vittima ha dichiarato di non aver ricevuto minacce o segnali di conflitto, rendendo ancora più misterioso il contesto dell’episodio.
L’amministrazione comunale di Altofonte ha espresso indignazione e solidarietà nei confronti dell’imprenditore, condannando con fermezza l’atto violento. La comunità locale, turbata da quanto accaduto, spera in una rapida identificazione dei responsabili, mentre le forze dell’ordine lavorano per chiarire il movente dietro questo macabro avvertimento.
Il caso mette ancora una volta in evidenza l’importanza della lotta alle dinamiche mafiose, che continuano a manifestarsi con atti crudeli e simbolici. La risposta collettiva della società civile e delle istituzioni si rivela fondamentale per arginare tali fenomeni e riaffermare i valori della legalità.
Cronaca
Colpo al narcotraffico in Sardegna: sette arresti e smantellato un sodalizio criminale attivo nel traffico internazionale di droga
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Cagliari, con il supporto dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Sardegna” e di un velivolo dell’11° Nucleo Elicotteri, hanno eseguito all’alba un’importante operazione contro il traffico di sostanze stupefacenti. L’azione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’arresto di sette persone, con tre custodie cautelari in carcere e quattro ai domiciliari. Contestualmente, sono state condotte perquisizioni volte a raccogliere ulteriori prove sul sodalizio criminale.
Le indagini sono iniziate con il sequestro di un plico contenente 5 chilogrammi di ketamina, il più grande ritrovamento di questa sostanza mai registrato in Sardegna. Questo episodio ha fatto emergere un’organizzazione composta da almeno 12 persone, attiva nelle province di Cagliari e Oristano, dedita all’importazione e alla distribuzione di droga, con un focus particolare sui giovani frequentatori di locali notturni.
Il gruppo criminale, strutturato con una chiara suddivisione di compiti, adottava misure sofisticate per ridurre il rischio di intercettazione. Tra queste, l’utilizzo di veicoli a noleggio, comunicazioni criptiche e l’impiego di persone insospettabili per il trasporto e la custodia della droga. Il presunto capo, un uomo di 38 anni residente a Cagliari, gestiva personalmente i rapporti con i fornitori internazionali e coordinava la distribuzione sia al dettaglio che all’ingrosso.
L’operazione ha avuto risultati significativi anche nei mesi precedenti, con l’arresto in flagranza di 15 persone e il sequestro di ingenti quantità di droga: oltre 2 chilogrammi di hashish, quasi un chilogrammo di marijuana, 720 grammi di cocaina e diverse sostanze sintetiche, tra cui 151 pastiglie di MDMA e 43 grammi di “cocaina rosa” (2C-B), intercettata per la prima volta sull’isola e nota per i suoi gravi effetti psicotropi.
Questa azione sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare il narcotraffico e nel colpire le reti criminali che sfruttano vulnerabilità sociali per alimentare mercati illeciti, con un impatto diretto sulle comunità locali.
Cronaca
Operazione anti-sfruttamento: smantellata rete di case di appuntamento a Grosseto, Prato e Milano
Un’operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Livorno, in collaborazione con le forze territoriali e il supporto del IV° Nucleo Elicotteri di Pisa, ha portato all’arresto di cinque persone accusate di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Grosseto, si è concentrata su attività illecite legate a tre centri estetici situati a Grosseto, Prato e Milano, che sono risultati essere punti di riferimento per un’organizzazione dedita alla gestione di case di appuntamento.
L’inchiesta, avviata nel novembre 2023, ha preso le mosse da segnalazioni di pratiche anomale in alcuni centri estetici. Successivamente, l’attività investigativa ha permesso di accertare che i locali erano utilizzati per prestazioni sessuali pubblicizzate su siti web dedicati, con immagini esplicite e dettagli sulle modalità di contatto. Le intercettazioni telefoniche, unite all’osservazione sul campo e alle testimonianze dei clienti, hanno permesso di ricostruire un giro d’affari stimato in circa un milione di euro annui.
Tra le figure centrali emerse dall’indagine spicca un uomo che, utilizzando documenti falsi, si occupava dell’apertura dei locali, della gestione dei contratti di locazione e del pagamento degli annunci pubblicitari sui siti web. Il suo ruolo organizzativo e di controllo è stato definito dagli investigatori come cruciale per il funzionamento dell’intera rete.
Le cinque donne arrestate, identificate come le principali responsabili della gestione operativa, erano incaricate di coordinare le attività nei centri, fornendo istruzioni ai clienti, accogliendoli e gestendo i pagamenti. Inoltre, si occupavano del reclutamento delle persone coinvolte nelle attività di prostituzione.
Sono indagate a piede libero altre tre persone di sesso maschile, accusate di aver fornito supporto logistico, come il trasporto delle donne ai centri e altre forme di agevolazione.
L’inchiesta è ancora nella fase preliminare e, come previsto dalla legge, tutti gli indagati devono essere considerati innocenti fino a un eventuale accertamento definitivo della loro responsabilità tramite sentenza irrevocabile. Questa operazione sottolinea l’importanza del contrasto a reti criminali che sfruttano persone vulnerabili, tutelando al contempo la salute e la sicurezza pubblica.
Cronaca
Lamezia Terme: scoperti tre siti di coltivazione illegale di cannabis
In un’operazione coordinata dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme, sono state individuate tre piantagioni di cannabis nascoste in zone impervie del territorio. Due delle coltivazioni erano situate in un’area montuosa, celate tra la vegetazione boschiva, mentre la terza si trovava lungo il corso di un affluente del torrente Canne, vicino al centro cittadino di Nicastro.
Le piantagioni, composte complessivamente da 197 piante di cannabis indica, erano state allestite con un sofisticato sistema tecnologico. Gli impianti di irrigazione erano gestiti da temporizzatori elettronici e alimentati con acqua prelevata abusivamente da una condotta pubblica, distante oltre 400 metri. Inoltre, gli autori avevano installato impianti di videosorveglianza alimentati da pannelli solari, dotati di sensori di movimento per monitorare costantemente le aree coltivate.
La scoperta è stata possibile grazie al lavoro congiunto delle pattuglie a terra e del supporto aereo, che ha individuato le piantagioni durante ricognizioni in elicottero. Una delle coltivazioni è risultata essere su un terreno privato, ma il proprietario è stato dichiarato estraneo ai fatti. Gli altri siti erano invece di proprietà demaniale.
Gli accertamenti hanno permesso di identificare un responsabile per una delle piantagioni, che è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme. La cannabis sequestrata, se immessa sul mercato illecito, avrebbe generato un guadagno superiore ai 200.000 euro.
L’operazione evidenzia l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrasto alla produzione e al traffico di sostanze stupefacenti, grazie anche all’uso di tecnologie avanzate e alla collaborazione tra diverse componenti operative.
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