Cronaca
Arresto e rimpatrio di un cittadino moldavo a Savona per documenti falsi e soggiorno irregolare
Nei giorni scorsi, la Polizia di Frontiera marittima di Savona ha arrestato un cittadino di origini moldave nel corso di un’operazione di controllo al porto. L’uomo è stato trovato in violazione delle normative sull’immigrazione, risultando irregolare sul territorio nazionale. Durante il controllo, i documenti da lui presentati sono stati riconosciuti come contraffatti.
L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto, e il cittadino è stato poi trasferito all’Ufficio Immigrazione della Questura di Savona per avviare le procedure di espulsione. Nelle ore successive, l’uomo è stato accompagnato all’Aeroporto di Milano Malpensa, da dove ha lasciato l’Italia per fare ritorno in Moldavia, in linea con le disposizioni internazionali in materia di immigrazione.
L’operazione si inserisce in un più ampio contesto di monitoraggio e controllo delle frontiere, volto a garantire il rispetto delle normative migratorie e la sicurezza del territorio.
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Cronaca
Frode ai danni del Comune di Verolavecchia: funzionario amministrativo sottrae oltre 350.000 euro
Un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Cremona, coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia, ha portato alla luce un importante caso di frode ai danni del Comune di Verolavecchia, in provincia di Brescia. Il responsabile sarebbe un funzionario amministrativo che ha abusato della propria posizione per sottrarre ingenti somme di denaro pubblico, agendo in modo sistematico dal 2005 al 2023.
Le indagini sono partite da alcuni accertamenti precedenti in provincia di Cremona e si sono estese attraverso una serie di perquisizioni domiciliari, acquisizioni di documenti e indagini bancarie, che hanno permesso di ricostruire l’intero schema fraudolento. Il funzionario in questione, utilizzando mandati di pagamento falsificati, ha effettuato bonifici dal conto di tesoreria del Comune sui propri conti correnti e su quelli dei suoi familiari. In totale, l’importo sottratto è risultato essere di 186.682 euro.
Il dipendente ha ammesso le sue colpe durante l’interrogatorio con il Pubblico Ministero e ha restituito l’intera somma indebitamente sottratta. Tuttavia, l’indagine ha rivelato che la frode non si limitava a questi episodi, ma coinvolgeva anche la manipolazione delle proprie buste paga. Dal 2005 al 2023, il funzionario avrebbe regolarmente aumentato gli importi a lui spettanti, appropriandosi di un totale di 162.182 euro.
Il funzionario è stato notificato dell’avviso di conclusione delle indagini, con l’accusa di peculato, truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico. Sebbene gli elementi probatori siano stati acquisiti durante l’indagine preliminare, il dipendente è ancora da considerarsi innocente fino a una sentenza definitiva, come previsto dalla legge.
Questo caso evidenzia come, purtroppo, a volte la fiducia riposta in figure professionali all’interno degli enti pubblici possa essere tradita, arrecando danni significativi alle casse comunali. Le forze dell’ordine e la Procura di Brescia hanno svolto un ruolo cruciale nel far emergere questa frode, riportando alla luce il sistema illecito adottato dal funzionario pubblico e dimostrando il continuo impegno nel contrastare fenomeni di corruzione e malversazione.
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Cronaca
Operazione contro crimine organizzato a Brescia: cinque arresti e sequestro di beni per oltre 650.000 euro
Nella mattinata del 17 gennaio, un’importante operazione congiunta della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Brescia ha portato all’arresto di cinque persone accusate di reati economici legati a un’operazione fraudolenta connessa al crimine organizzato. Gli arresti sono stati effettuati in diverse province italiane, tra cui Milano, Sondrio, Monza e Brianza, e Taranto. Contestualmente, è stato disposto un sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per oltre 650.000 euro.
L’indagine, iniziata nel 2021, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia, in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia. Gli investigatori hanno monitorato una rete di soggetti ritenuti legati a contesti di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, che avrebbero acquisito la proprietà di un’azienda bresciana operante nel settore zootecnico, utilizzando una società svizzera per mascherare le proprie attività illecite. L’operazione si è concentrata sull’acquisizione fraudolenta della società e sulla successiva dissipazione del suo capitale, che ha portato alla dichiarazione di fallimento.
Tra le principali attività illecite contestate agli arrestati ci sono l’acquisto di beni immobili intestati a persone vicine agli esponenti del gruppo criminale, l’uso di auto di lusso e l’accesso a carte di credito prepagate, emesse da una piattaforma finanziaria svizzera. Inoltre, sono stati ottenuti finanziamenti pubblici per oltre 1,7 milioni di euro attraverso pratiche fraudolente e la falsificazione di crediti commerciali, per un importo di circa 400.000 euro, ottenuti da fatture per operazioni inesistenti.
Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Brescia ha disposto cinque misure cautelari personali: due arresti in carcere, due arresti domiciliari e un divieto di esercitare attività imprenditoriali o di assumere ruoli direttivi in aziende. Il sequestro preventivo ha riguardato anche somme di denaro per un totale di oltre 2,5 milioni di euro e quote societarie collegate agli illeciti.
L’operazione ha permesso di smantellare una rete criminale che sfruttava il sistema finanziario e le risorse pubbliche per alimentare il crimine organizzato, danneggiando seriamente il settore economico legale. Gli arrestati, a vario titolo coinvolti nella gestione fraudolenta della società e nel riciclaggio di denaro, dovranno rispondere delle accuse di reati economici, con l’aggravante del crimine organizzato.
Come previsto dalla legge, gli indagati sono considerati innocenti fino a sentenza definitiva. L’operazione testimonia l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità economica e al contrasto delle organizzazioni mafiose che cercano di infiltrarsi nel tessuto produttivo del paese.
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Cronaca
Arrestato a Crotone il leader di un’organizzazione criminale nigeriana
Il 16 gennaio scorso, nell’ambito di una serie di operazioni volte a contrastare l’immigrazione clandestina e il crimine organizzato, la Polizia di Crotone ha arrestato un latitante nigeriano ricercato in tutta Europa. L’uomo, A.D., nato nel 1983, è stato fermato grazie a un’intensa attività investigativa, che ha portato all’esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo.
A.D. è il leader del gruppo criminale “ARROW BAGA – Supremes Vikings”, un’organizzazione pericolosa con base a Marsiglia, nota per essere coinvolta in numerosi reati, tra cui favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, estorsione, tratta di esseri umani e violenza sessuale. La banda, operativa da diversi anni, ha agito su un ampio territorio, sfruttando risorse criminali per traffici illeciti che comprendevano anche lo sfruttamento della prostituzione e il furto.
L’arresto di A.D. è stato possibile grazie alla sinergia tra l’Ufficio Immigrazione e la Squadra Mobile della Polizia di Stato, che da tempo monitoravano l’attività dell’uomo. Durante i controlli nella zona vicino alla Questura di Crotone, dove si concentrano stranieri in attesa di regolarizzare la loro posizione, l’uomo ha cercato di eludere il controllo, mostrando segni di nervosismo. Questo comportamento sospetto ha indotto gli agenti ad approfondire la verifica, scoprendo che A.D. era ricercato dal 2023 per una condanna a dieci anni di prigione emessa dal Tribunale di Marsiglia per i crimini commessi come capo di un’organizzazione criminale.
Dopo l’arresto, l’uomo è stato trasferito in carcere e posto a disposizione della Corte d’Appello di Catanzaro, che si occuperà delle procedure di estradizione verso la Francia, dove dovrà scontare la sua pena.
Questo arresto rientra nelle operazioni continue della Polizia per contrastare il crimine organizzato internazionale, con un focus particolare sul contrasto al traffico di esseri umani e alla violenza legata all’immigrazione clandestina, in un contesto di crescente attenzione alla sicurezza pubblica e alla legalità.
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