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Cronaca

Arrestato 18enne a Catania per spaccio di droga: sequestrati crack e bilancino di precisione

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Nella giornata di qualche giorno fa, la Polizia di Stato ha arrestato un giovane di 18 anni, accusato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. L’operazione è stata condotta dai poliziotti della squadra volanti durante un normale servizio di controllo del territorio nel quartiere Librino di Catania.

L’intervento è scattato dopo che gli agenti avevano notato un via vai sospetto da un’abitazione in via del Maggiolino, una zona già monitorata per attività di spaccio. I poliziotti, intuendo che all’interno della casa fosse in corso un traffico di droga, hanno deciso di intervenire, approfittando dell’ingresso di un individuo nello stabile. Dopo averlo seguito, sono riusciti ad avvicinarsi all’edificio, notando una piccola finestrella in ferro, presumibilmente utilizzata per lo scambio di sostanze, e alcune telecamere che sorvegliavano l’area circostante.

Il comportamento sospetto dei presenti e il continuo scarico del water in bagno hanno convinto gli agenti a forzare l’ingresso. All’interno, hanno trovato un sistema di videosorveglianza che monitorava l’esterno dell’abitazione e materiale da confezionamento per la droga. Due uomini erano all’interno, uno dei quali ha ammesso di essere andato lì per acquistare stupefacenti. Il giovane proprietario dell’abitazione, un catanese di 18 anni, si è mostrato nervoso e poco collaborativo con le forze dell’ordine.

Durante la perquisizione, gli agenti hanno trovato 5 grammi di crack nascosti nel condotto del wc e un bilancino di precisione. Per questi motivi, il 18enne è stato arrestato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa delle decisioni del giudice. Le indagini proseguono per fare luce su eventuali complici e ulteriori attività illecite nella zona.

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Cronaca

Attentato incendiario alla caserma dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo: fermato un 30enne

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Il 13 gennaio 2025, una grave azione intimidatoria si è consumata a Borgo San Lorenzo, dove un attentato incendiario ha mirato al portone della Compagnia Carabinieri locale. L’episodio ha suscitato grande allarme, sia a livello locale che nazionale, portando ad un’immediata risposta da parte delle autorità competenti. Nelle prime ore del 16 gennaio, il lavoro investigativo ha portato al fermo di un 30enne, presunto autore del gesto.

L’attentato, avvenuto intorno alle ore 02:00 del 13 gennaio, ha visto un giovane, con il viso parzialmente nascosto da un cappuccio, avvicinarsi al portone della caserma. Lì, l’individuo ha lanciato un contenitore contenente un liquido altamente infiammabile, avvolto in una felpa intrisa dello stesso liquido. Dopo aver appiccato il fuoco, l’autore si è allontanato a piedi, facendo perdere le proprie tracce. Il pronto intervento di alcuni militari presenti in caserma, che hanno tempestivamente notato le fiamme e utilizzato degli estintori, ha evitato che la situazione degenerasse, limitando i danni al solo ingresso dell’edificio.

Le indagini sono state avviate subito dopo l’incidente, sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze. I Carabinieri hanno condotto un’indagine approfondita, facendo uso di tecniche investigative tradizionali e del supporto di unità specializzate dell’Arma. In meno di 24 ore, gli investigatori sono riusciti a raccogliere prove che hanno portato all’identificazione dell’indagato. Il giovane, già noto alle forze dell’ordine, risultava appartenere ad ambienti antagonisti e anarchici della città, e si trovava in regime di arresti domiciliari con controllo elettronico al momento dell’attentato.

L’analisi minuziosa delle immagini delle telecamere di videosorveglianza nella zona ha fornito prove fondamentali per collegare il sospetto ai fatti. Alla luce del pericolo di fuga, la Procura ha emesso un provvedimento di fermo, accusando il giovane di tentato incendio, aggravato dalla finalità eversiva.

Le indagini sono ancora in corso e, mentre l’odierno fermato attende la convalida del provvedimento da parte del Giudice per le indagini preliminari, la Procura sottolinea che la responsabilità dell’indagato sarà determinata in sede di giudizio. Fino alla sentenza definitiva, il soggetto fermato gode della presunzione di non colpevolezza.

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Cronaca

Arrestato spacciatore a Pesaro: scoperto con eroina e denaro provento dello spaccio

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Proseguono senza sosta i controlli della Polizia di Stato di Pesaro e Urbino finalizzati alla prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti. Le forze dell’ordine concentrano la loro attenzione su aree critiche, spesso segnate dalla presenza di spacciatori, come il parco Miralfiore, noto come uno dei luoghi più problematici della città.

Il 13 gennaio, nel corso di un’operazione mirata, la Squadra Mobile ha osservato un incontro sospetto tra un giovane e uno straniero, che si è svolto in un’area adiacente al parco, dietro la rete che separa il parco da un piccolo boschetto. L’incontro, caratterizzato da un evidente scambio di denaro e droga, ha immediatamente attirato l’attenzione degli agenti, che sono intervenuti per bloccare lo straniero.

Al loro arrivo, l’uomo ha tentato di fuggire, allontanandosi dal parco e cercando di dileguarsi tra le palazzine circostanti. Durante la fuga, l’uomo ha cercato di disfarsi di un involucro, gettandolo in un giardino. Recuperato dagli agenti, l’involucro conteneva 11 dosi di eroina, già pronte per essere vendute, e un ulteriore sasso di eroina del peso di circa 6 grammi, non ancora suddiviso. La perquisizione personale ha rivelato anche 140 euro in contante, probabile provento dell’attività illecita.

L’individuo, un nigeriano di 33 anni, senza fissa dimora, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Non è la prima volta che l’uomo è coinvolto in operazioni simili: circa un anno fa, sempre nel parco Miralfiore, aveva cercato di eludere l’arresto, gettando 24 dosi di eroina e procurandosi delle lesioni a causa della fuga.

Il 14 gennaio, durante il rito direttissimo, il giudice ha convalidato l’arresto e condannato il 33enne con la formula del patteggiamento a una pena di 1 anno e 2 mesi di reclusione, con pena sospesa. Inoltre, essendo risultata la sua posizione irregolare sul territorio nazionale, sono state avviate le procedure per l’espulsione, con accompagnamento alla frontiera o presso un centro di permanenza per i rimpatri (CPR).

L’operazione testimonia l’impegno continuo della Polizia di Stato nel contrasto al traffico di stupefacenti, con particolare attenzione alle aree ad alto rischio come il parco Miralfiore, dove si concentrano le attività illecite legate allo spaccio.

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Cronaca

Operazioni della Guardia di Finanza: contrasto al lavoro nero e irregolare a Forlì Cesena

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Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Forlì-Cesena hanno intensificato il loro impegno nella lotta contro il fenomeno del lavoro sommerso, scoprendo numerosi lavoratori impiegati senza regolare contratto. Nelle ultime settimane, le operazioni hanno portato alla luce 13 lavoratori in nero o irregolari, impiegati in vari settori economici, dal commercio alla ristorazione, fino ad arrivare all’agricoltura e ai servizi estetici.

Nel dettaglio, a Forlì, i militari hanno individuato cinque lavoratori di origine asiatica impiegati illegalmente nel settore del mobile imbottito e nella vendita di prodotti non alimentari. Questi lavoratori non solo erano impiegati senza contratto, ma anche senza la protezione dei diritti lavorativi, rischiando di subire forme di sfruttamento. A Cesena, invece, gli interventi hanno portato alla luce altre irregolarità, con sei lavoratori in nero, tra cui due di origine straniera e quattro italiani, e altri due lavoratori trovati in condizioni di irregolarità.

Il fenomeno del lavoro nero e irregolare rappresenta una delle problematiche più gravi per l’economia del Paese, in quanto sottrae risorse allo Stato, danneggia i lavoratori e crea una concorrenza sleale per le imprese oneste. La mancanza di regolare contratto, infatti, non solo compromette la tutela dei diritti dei lavoratori, ma incide negativamente sull’intero sistema fiscale e previdenziale, riducendo i contributi statali e aumentando il rischio di fenomeni di evasione fiscale.

Le operazioni rientrano nell’azione complessiva della Guardia di Finanza, che continua a monitorare con attenzione le aree a rischio di infiltrazione di lavoro sommerso. Oltre alle recenti scoperte a Forlì e Cesena, nel 2024 il Corpo ha individuato un totale di 75 lavoratori in nero e 181 irregolari, confermando l’impegno a contrastare questa piaga sociale in diversi settori, tra cui la ristorazione, il turismo e l’industria.

Un caso particolarmente significativo è stato quello di un comune della valle del Rubicone, dove i finanzieri hanno rilevato ben 129 lavoratori nei confronti dei quali il datore di lavoro aveva omesso il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Questo tipo di illegalità non solo danneggia i lavoratori, ma mina anche la stabilità e lo sviluppo delle imprese che operano in modo lecito.

Le recenti operazioni testimoniano l’efficacia dell’impegno della Guardia di Finanza nella lotta contro la criminalità economico-finanziaria, che continua a collaborare con le altre istituzioni competenti per garantire la legalità e la protezione dei diritti dei lavoratori, contribuendo al benessere e alla crescita dell’economia nazionale.

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