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Cronaca

Aggressioni al personale sanitario: approvato un nuovo decreto

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La recente approvazione di un decreto da parte della Commissione Giustizia del Senato segna un passo importante nella protezione degli operatori sanitari, sempre più soggetti a violenze nei luoghi di cura. Il senatore Ernesto Rapani ha espresso soddisfazione per questa iniziativa, evidenziando l’urgenza di affrontare un fenomeno che sta assumendo proporzioni preoccupanti, non solo a livello nazionale, ma anche in Calabria.

Negli ultimi anni, gli operatori sanitari hanno registrato un incremento di episodi di violenza, specialmente nei pronto soccorso e nelle aree di emergenza. Il nuovo decreto introduce pene aggravate per chi aggredisce il personale sanitario, rispondendo a una situazione diventata insostenibile. Le misure previste sono destinate a tutelare non solo la sicurezza degli operatori, ma anche la loro capacità di svolgere il lavoro in condizioni serene e professionali.

In aggiunta alle sanzioni per le aggressioni fisiche, il decreto prevede pene severe per chi causa danni alle strutture sanitarie. Questo aspetto è cruciale, poiché le violenze danneggiano non solo le attrezzature, ma complicano anche la gestione dei servizi sanitari, creando ulteriori difficoltà nel garantire un’assistenza adeguata.

Una novità rilevante del decreto è l’introduzione dell’arresto obbligatorio in flagranza differita, che può essere attuato entro 48 ore dall’episodio, qualora ci siano prove video o fotografiche. Questa misura è pensata per garantire una risposta tempestiva e un deterrente efficace contro comportamenti violenti, anche in situazioni in cui la denuncia avviene con ritardo.

Il tema della sicurezza del personale sanitario sta acquisendo sempre più rilevanza, con una crescente attenzione da parte delle istituzioni. Già in precedenza, era stata prevista la presenza della Polizia di Stato nelle strutture più vulnerabili, e il nuovo decreto arricchisce queste misure di sicurezza.

Rapani auspica che queste azioni possano migliorare significativamente le condizioni di lavoro per gli operatori, contribuendo a creare ambienti di cura più sicuri, dove il personale possa dedicarsi completamente alla propria missione di assistenza e cura dei pazienti.

Cronaca

Foto del Ministro Valditara bruciata durante corteo contro la violenza sulle donne

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Una scena di forte tensione si è verificata a Roma prima dell’inizio di un corteo contro la violenza sulle donne, quando una foto del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è stata bruciata davanti al Ministero dell’Istruzione. L’atto è stato compiuto dal movimento femminista ‘Aracne’ e da altri collettivi che partecipavano alla manifestazione.

La foto bruciata è stata accompagnata da un messaggio provocatorio pubblicato su Instagram, in cui si legge: “Prima di raggiungere la piazza contro la violenza di genere bruciamo il ministro Valditara”. L’iniziativa ha suscitato immediate polemiche, dato che il gesto rappresenta una forma di protesta diretta contro le politiche del governo in materia di istruzione e diritti civili, secondo gli attivisti coinvolti.

Un manifesto esposto durante l’azione portava la scritta: “104 morti di Stato. Non è l’immigrazione ma la vostra educazione”, un chiaro riferimento ai presunti fallimenti della politica educativa e alle politiche sociali ritenute responsabili di situazioni di emarginazione e violenza. L’atto, pur nell’ambito di una protesta legittima contro la violenza sulle donne, ha sollevato un acceso dibattito sul rispetto delle istituzioni e sulla legittimità delle forme di dissenso.

Nel corso del corteo, che ha visto la partecipazione di numerosi attivisti e sostenitori dei diritti delle donne, le tensioni tra gli organizzatori e le forze dell’ordine sono rimaste elevate, ma non sono stati segnalati altri episodi di violenza. Il gesto ha attirato l’attenzione dei media e delle autorità, sollevando interrogativi sul confine tra protesta legittima e azioni eccessive contro figure istituzionali.

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Cronaca

Tentata rapina a Corbetta: ladri accerchiati dai condomini e arrestati dai carabinieri

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ADN24

Un tentativo di rapina si è trasformato in un incubo per due malviventi a Corbetta, un comune nell’hinterland nord-ovest di Milano, nella serata di giovedì 21 novembre. Due uomini di 23 e 62 anni hanno cercato di saccheggiare un appartamento, ma sono stati sorpresi e accerchiati dai condomini, portando alla loro cattura.

Tutto è iniziato intorno alle 21:30, quando i ladri hanno fatto scattare l’antifurto, attirando l’attenzione degli abitanti del condominio. I primi a intervenire sono stati proprio i vicini di casa, che, dopo aver allertato i carabinieri, hanno cercato di bloccare i malviventi mentre stavano tentando di fuggire. Nel frattempo, uno dei ladri impugnava una spranga di ferro, mentre l’altro aveva in mano un lungo cacciavite, segno della violenza con cui stavano cercando di forzare l’appartamento.

Prima dell’arrivo dei militari, un uomo di 41 anni, che aveva cercato di fermare i ladri, è stato brutalmente picchiato e malmenato. Nonostante il violento pestaggio, l’intervento tempestivo dei condomini ha permesso di circoscrivere la situazione. Quando i carabinieri del radiomobile di Abbiategrasso sono arrivati sul posto, hanno trovato i due malviventi circondati, incapaci di fuggire.

I due ladri sono stati arrestati con l’accusa di tentata rapina e lesioni. Fortunatamente, nonostante la violenza subita dal 41enne, le sue condizioni non sono gravi. L’incidente ha scosso la tranquilla comunità di Corbetta, ma dimostra anche l’efficacia della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine nel contrastare i crimini.

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Cronaca

Catania: arrestato per minacce e violenze contro l’ex moglie

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ADN24

Un uomo di 39 anni, residente a Catania, è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia dopo aver minacciato l’ex moglie e aggredito la sua abitazione. L’incidente è avvenuto nel quartiere Librino, dove il 39enne si è presentato davanti alla porta dell’appartamento della donna, prendendo a calci e pugni l’ingresso mentre urlava: “Fai uscire il bambino o ti ammazzo”. La donna, terrorizzata dalle violenze e dalle minacce, ha prontamente chiamato il 112, ricevendo l’intervento dei carabinieri.

All’arrivo dei militari, l’uomo ha cercato di minimizzare l’accaduto, dichiarando di trovarsi lì solo per vedere il figlio. Tuttavia, la donna, in lacrime, ha raccontato agli investigatori dell’Arma un quadro di violenze e minacce che si erano intensificate nei mesi precedenti, tanto da spingerla a denunciare l’ex marito già lo scorso agosto.

Negli ultimi mesi, l’uomo aveva cercato di controllare la sua ex compagna, utilizzando anche videochiamate con il figlio di 5 anni per insultarla e minacciarla. Tra le minacce, l’ex marito aveva detto al padre della donna: “Vengo là sotto e vi ammazzo”. Il comportamento violento aveva raggiunto il culmine quando, dopo aver minacciato la vita della donna e del bambino, ha preso a calci la porta della casa. La donna, spinta dalla paura e dal desiderio di proteggere il figlio, ha trovato finalmente il coraggio di recarsi in caserma per formalizzare una nuova denuncia.

Dopo l’arresto, il 39enne è stato posto agli arresti domiciliari, con la convalida dell’arresto da parte dell’autorità giudiziaria. La vicenda mette in luce un’ulteriore escalation di violenza familiare che ha finalmente trovato un fermo attraverso l’intervento delle forze dell’ordine.

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