Cronaca
Aggressione a capotreno sulla Milano-Mortara: passeggero aggredisce la donna per una sigaretta
Un episodio di violenza ha avuto luogo ieri sera su un treno della linea Milano-Mortara, quando una capotreno di 48 anni è stata aggredita da un passeggero. La donna, mentre il convoglio si stava avvicinando alla stazione di Mortara, ha chiesto cortesemente a un giovane di spegnere una sigaretta, ma la sua richiesta è stata respinta in modo sgarbato. Il passeggero, di origini nordafricane, ha reagito con violenza, colpendo la capotreno con degli schiaffi.
La situazione è degenerata rapidamente e la donna ha immediatamente allertato i carabinieri chiamando il 112. Nonostante l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, l’aggressore è riuscito a scendere dal treno e a fuggire prima dell’arrivo dei carabinieri, che sono intervenuti alla stazione di Mortara.
Le indagini sono in corso per identificare l’aggressore, mentre l’episodio solleva preoccupazioni sul tema della sicurezza sui mezzi pubblici, dove già da tempo si registrano episodi di violenza nei confronti di lavoratori del settore.
Cronaca
Sequestro di beni per oltre 7 milioni di euro a Rimini: operazione contro la criminalità organizzata
I Finanzieri del Comando Provinciale di Rimini hanno eseguito un importante sequestro patrimoniale nei confronti di un individuo italiano, residente stabilmente nella provincia di Rimini, applicando la normativa antimafia. Il sequestro riguarda porzioni di 4 immobili e 20 terreni, situati tra le province di Rimini e Pesaro-Urbino, con un valore complessivo di oltre 7 milioni e mezzo di euro.
Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Rimini, su proposta della Procura della Repubblica. Il tribunale ha ritenuto che l’uomo, condannato in passato per reati come bancarotta fraudolenta e con pendenti accuse di dichiarazioni fraudolente e utilizzo di fatture false, avesse accumulato il suo patrimonio in modo illecito. Le indagini hanno rivelato una marcata sproporzione tra i redditi dichiarati e il valore dei beni in suo possesso, suggerendo che gran parte delle sue risorse derivassero da attività criminali.
Il destinatario del sequestro è stato più volte condannato per reati finanziari e, a seguito delle indagini condotte dalla Polizia Economico-Finanziaria, è emersa una significativa disponibilità di beni, tra cui immobili e aziende, ben al di sopra delle sue dichiarazioni fiscali. Nel 2022 e nel 2023, le Fiamme Gialle avevano già confiscato un patrimonio di circa 14,2 milioni di euro a suo carico, con sentenze divenute irrevocabili.
Il sequestro attuale, oltre a rappresentare un importante passo nel contrasto alla criminalità organizzata, ha anche un valore simbolico e sociale. Restituendo questi beni alla collettività, si compie un’azione di recupero delle ricchezze illecite accumulate, a beneficio della società. I beni sequestrati sono ora stati affidati a un amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale di Rimini.
Cronaca
Scoperto laboratorio di produzione di eroina ad Ordona: arrestati due responsabili e sequestrati 14 kg di droga
La Guardia di Finanza di Foggia ha effettuato un’importante operazione contro il traffico di droga, scoprendo un laboratorio clandestino destinato alla produzione di eroina nell’agro di Ordona. L’intervento, che ha portato all’arresto di due uomini, ha permesso di sequestrare 14 chilogrammi di sostanza stupefacente pronta per essere immessa nel mercato illegale, nonché una somma di circa 100.000 euro, trovata in contante.
L’indagine è il frutto di un’attenta attività di monitoraggio e controllo sul territorio da parte dei militari del Gruppo di Foggia. Durante i loro servizi, i finanzieri avevano notato movimenti sospetti da parte di alcuni individui, il che li ha portati a concentrare l’attenzione su una casa di campagna situata nella zona di Ordona. I sospetti si sono rivelati fondati quando, una volta entrati nell’edificio, le forze dell’ordine hanno scoperto che era stata allestita una vera e propria struttura per il taglio, la cottura e il confezionamento dell’eroina.
Nel laboratorio clandestino, i finanzieri hanno trovato attrezzature professionali, tra cui un miscelatore, un forno per la cottura della sostanza e una pressa per confezionare l’eroina in panetti. Questo materiale, utilizzato per rendere la droga pronta per essere venduta, ha permesso di smascherare un’attività illecita ben organizzata.
I due arrestati, che sono stati immediatamente portati presso la casa circondariale di Foggia, risponderanno di vari reati, tra cui produzione e traffico di sostanze stupefacenti. L’operazione evidenzia l’efficacia del controllo economico del territorio da parte della Guardia di Finanza, impegnata in una lotta costante contro il crimine organizzato e il traffico di droga.
Il sequestro di 14 kg di eroina, una quantità considerevole che avrebbe alimentato il mercato illecito, rappresenta un successo significativo per le forze dell’ordine, che continuano a monitorare e contrastare le attività criminali nel territorio di Foggia e provincia.
Cronaca
Risarcimento per ingiusta detenzione: un egiziano ottiene oltre 157mila euro dopo quasi due anni in carcere
Un giovane egiziano di 24 anni ha ottenuto un risarcimento di oltre 157mila euro per “ingiusta detenzione”, dopo essere stato incarcerato per quasi due anni con l’accusa di sequestro di persona e altri reati. L’uomo, che era stato arrestato nel maggio 2021, è stato completamente assolto nel marzo del 2023, dopo che i giudici hanno dichiarato che non aveva commesso i crimini di cui era accusato.
La sentenza è stata emessa dalla quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano, che ha accolto l’istanza di risarcimento presentata dai legali dell’imputato, gli avvocati Marco Romagnoli e Debora Piazza. Il risarcimento riconosciuto dal tribunale, pari a 157.500 euro, si riferisce ai 669 giorni trascorsi in carcere, durante i quali l’uomo era stato accusato di rapina, sequestro di persona, lesioni, tentata estorsione e porto di oggetti atti ad offendere. In primo grado, l’accusa aveva portato a una condanna di sei anni e sei mesi, ma l’assoluzione in appello ha chiarito che l’uomo non era colpevole.
Il caso risale al maggio 2021, quando l’imputato era stato arrestato insieme a dei connazionali, accusato di aver sequestrato e maltrattato un altro connazionale. Tuttavia, l’indagine si è rivelata fallace, e nel marzo del 2023, tutti gli imputati sono stati assolti con formule che riconoscevano l’innocenza, tra cui “fatto non sussiste” e “non aver commesso il fatto”. Nonostante la condanna iniziale, gli imputati sono stati immediatamente scarcerati dopo la sentenza di appello, in quanto la Corte d’Appello ha ritenuto che le prove non fossero sufficienti a giustificare le accuse.
La Corte d’Appello di Milano, nella motivazione della sua sentenza, ha sottolineato che il giovane egiziano non ha subito alcun pregiudizio per il fatto di aver esercitato il diritto di non rispondere durante l’interrogatorio, una decisione che non ha influito sul riconoscimento della sua ingiusta detenzione. Il giovane, quindi, ha ottenuto la “riparazione” per i danni subiti a causa della lunga permanenza in carcere, in attesa di un verdetto che lo ha visto poi completamente scagionato.
Questo risarcimento fa parte di un processo più ampio che coinvolge altri quattro egiziani, anch’essi assolti dopo essere stati detenuti per gli stessi reati. Le richieste di risarcimento per ingiusta detenzione per gli altri accusati sono ancora pendenti, e si prevede che possano seguire sviluppi simili.
Il caso mette in evidenza i gravi effetti di errori giudiziari e la necessità di una rapida revisione dei procedimenti per evitare che cittadini innocenti subiscano danni irreparabili a causa di accuse infondate. Il risarcimento riconosciuto al giovane egiziano, quindi, non solo rappresenta un atto di giustizia per l’uomo direttamente coinvolto, ma anche un monito sui rischi legati agli errori del sistema giudiziario.
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