Cronaca
Chignolo Po (Pavia), Sabrina Baldini Palemi è stata strangolata: fermato il compagno.
Il corpo di Sabrina Baldini Palemi, 56 anni, è stato trovato senza vita nella sua abitazione a Chignolo Po, comune di 4.000 abitanti in provincia di Pavia. Secondo le prime ricostruzioni, la donna sarebbe stata strangolata, e la casa non mostrerebbe segni di effrazione. A lanciare l’allarme è stata la figlia, preoccupata per il mancato contatto con la madre.
Le indagini e il fermo del compagno
Il compagno della vittima, Franco Pettineo, 52 anni, è stato rintracciato dai carabinieri a Pandino, in provincia di Cremona. Dopo essere stato interrogato per diverse ore in caserma, è stato fermato e trasferito nel carcere di Cremona. Le indagini sono in corso per chiarire la dinamica e il movente dell’omicidio.
Il ritrovamento del corpo e i dettagli della scena del crimine
La figlia della vittima aveva parlato con la madre la sera prima dell’omicidio, ma al mattino seguente non è riuscita a mettersi in contatto con lei. Preoccupata, si è recata nella villetta di via Mariotto a Lambrinia, alla periferia del paese. Una volta arrivata, ha avvertito un forte odore di gas provenire dall’interno dell’abitazione. Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri e i vigili del fuoco.
All’interno della casa, gli inquirenti hanno trovato la donna priva di vita. Non erano presenti segni di lotta o di una lite violenta prima dell’omicidio. Sul corpo di Sabrina Baldini Palemi non sono state riscontrate ferite d’arma da fuoco o da taglio, ma evidenti segni di strangolamento. Resta da chiarire se sia stata uccisa a mani nude o con l’ausilio di una corda.
Il legame con l’ex marito e il contesto familiare
Sabrina Baldini Palemi era madre di due figli, un maschio e una femmina, avuti dall’ex marito, Filippo Pettineo, fratello dell’uomo fermato per l’omicidio. La donna lavorava come operatrice sociosanitaria in una Rsa del Lodigiano. Gli investigatori stanno approfondendo il contesto familiare per comprendere eventuali tensioni pregresse.
Le autorità continuano a raccogliere prove e testimonianze per ricostruire i dettagli dell’accaduto. Maggiori aggiornamenti verranno forniti nelle prossime ore.
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Cronaca
Maltempo in Emilia-Romagna e Toscana: allerta rossa e rischio alluvioni
Il maltempo continua a flagellare l’Italia centrale, con Emilia-Romagna e Toscana tra le regioni più colpite. Piogge intense e continue stanno mettendo in ginocchio diverse aree, causando esondazioni e allagamenti. Le autorità hanno disposto l’allerta rossa e la chiusura di scuole, aziende e negozi in molti comuni, mentre la popolazione affronta ore di grande apprensione.
In Toscana, l’allerta rossa è stata dichiarata fino alle 14 di sabato 15 marzo, con la possibilità di una proroga. Le province di Prato, Pistoia, Firenze, Pisa e Livorno sono le più colpite. A Firenze, la piena dell’Arno è transitata senza causare danni, ma la situazione resta critica. A Pisa il livello del fiume ha raggiunto il secondo livello di allerta. Prato, Calenzano e Campi Bisenzio hanno disposto la chiusura di tutte le attività economiche. A Sesto Fiorentino il torrente Rimaggio è esondato in pieno centro, causando allagamenti in piazza del Mercato e nelle strade circostanti. Anche a Vicchio la situazione è drammatica, con l’esondazione della Sieve che ha portato l’acqua nelle zone abitate.
In Emilia-Romagna, l’allerta rossa riguarda Bologna, Ferrara e alcune zone della Romagna. A Ravenna le scuole sono chiuse, mentre a Faenza si attende con timore la piena del fiume Lamone. Le autorità monitorano costantemente la situazione, mentre la Protezione Civile è mobilitata per affrontare l’emergenza. Il ministro Nello Musumeci ha firmato il decreto per attivare tutte le risorse necessarie a fronteggiare il maltempo.
Il rischio alluvioni è alto e le previsioni meteo non lasciano spazio all’ottimismo. Le forze dell’ordine e i soccorritori sono impegnati senza sosta per gestire le criticità e mettere in sicurezza le zone più esposte. La popolazione è invitata alla massima prudenza, evitando spostamenti non necessari e seguendo le indicazioni delle autorità.
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Cronaca
Cossaro: finto maresciallo truffa un giovane. Denunciato per truffa aggravata un 67enne del posto
Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Cossato hanno denunciato un 67enne italiano per truffa aggravata, in seguito a un raggiro ai danni di un giovane residente nel cossatese. La vittima, un uomo di 26 anni, aveva denunciato il caso ai carabinieri, raccontando di essere stato contattato telefonicamente da un uomo che si spacciava per un Maresciallo dei Carabinieri.
Il raggiro è iniziato nel mese di luglio 2024, quando il truffatore ha convinto il giovane di essere in debito con lo Stato per diverse migliaia di euro, a causa di multe non pagate. L’uomo ha minacciato gravi conseguenze legali se non fosse stato pagato immediatamente, facendo credere alla vittima che la somma dovuta sarebbe aumentata in modo esorbitante. Spaventato dalle possibili ripercussioni, il giovane ha deciso di seguire le indicazioni del truffatore e ha versato oltre 6.000 euro tramite due bonifici Western Union.
Le indagini hanno richiesto tempo e approfondimenti, a causa della difficoltà nel risalire ai veri titolari dei conti bancari sui quali erano stati versati i soldi. Questi conti erano infatti intestati a persone che a loro volta erano state truffate in precedenza, e che non erano a conoscenza dell’utilizzo illegale dei loro dati bancari. La svolta nelle indagini è arrivata quando è stato identificato l’uomo che ha prelevato il denaro.
L’inchiesta ha permesso di dimostrare che l’individuo aveva materialmente incassato il denaro, portando così alla denuncia del 67enne per truffa aggravata. Ora, il truffatore dovrà rispondere delle sue azioni davanti alla Procura della Repubblica di Biella.
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Cronaca
Omicidio in Campania: arrestati gli esecutori ricercati dal 1999 – IL VIDEO
TIRANA – Dopo oltre vent’anni di latitanza, i cugini S.A. e S.F., entrambi di nazionalità albanese e rispettivamente di 50 e 47 anni, sono stati arrestati in Albania. I due erano irreperibili dal 1999 e condannati in via definitiva a 15 anni di carcere per omicidio e tentato omicidio.
Il Crimine e la Fuga
Il delitto risale al 1999, quando i due arrestati si resero responsabili dell’omicidio e del ferimento di due connazionali in una piazza di Gricignano d’Aversa. L’agguato, avvenuto in pieno centro cittadino, fu motivato da contrasti legati alla spartizione dei proventi di attività illecite. Le vittime furono brutalmente colpite con bastoni e armi da taglio.
Subito dopo il crimine, i due fuggirono dall’Italia, rendendosi irreperibili e utilizzando false identità per evitare la cattura.
Le Indagini e l’Arresto
Grazie a un’indagine durata circa un anno, la Polizia di Stato italiana, in collaborazione con la Polizia Albanese, è riuscita a ricostruire la rete di spostamenti dei latitanti. Questo ha permesso di estendere a livello internazionale il provvedimento di cattura emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Napoli.
L’operazione che ha portato all’arresto è stata condotta da:
- Servizio Centrale Operativo;
- Squadra Mobile di Caserta;
- Dipartimento di Polizia Criminale Albanese – Forza Operazionale;
- 2^ Divisione e Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza in Albania della Direzione Centrale della Polizia Criminale;
- Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha attivato il Segretariato Generale di Interpol per la diffusione delle ricerche.
Operazione “Wanted”: La Lotta alla Criminalità Internazionale
L’arresto dei due latitanti rientra nell’ambito del progetto “Wanted”, un’iniziativa internazionale volta alla localizzazione e cattura di criminali di elevato profilo, con la collaborazione delle autorità di polizia estere.
L’operazione conferma l’impegno costante delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata e alla cattura di latitanti pericolosi, garantendo giustizia anche a distanza di oltre vent’anni dai fatti.
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