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Ue, Von der Leyen “Nostri valori sono minacciati, serve azione forte”

 “Siamo entrati in una nuova era di dura competizione geostrategica: ci sono cambiamenti geopolitici che hanno impatti sulle alleanze, certezze vecchie di decenni stanno crollando e abbiamo ancora una guerra brutale che infuria ai nostri confini”. Sono queste le prime parole con le quali la Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha aperto la conferenza stampa convocata a Bruxelles alla vigilia dei primi 100 giorni del suo secondo mandato.

Gran parte del suo intervento è stato dedicato alla criticità del momento storico, soprattutto a causa sia della guerra in Ucraina e dell’atteggiamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Ora c’è una sensazione rinnovata di urgenza perché c’è stato un cambiamento fondamentale: i nostri valori europeidemocrazia, libertà e stato di diritto – sono minacciati. È quindi necessaria determinazione e un’azione forte”, ha sottolineato Von Der Leyen. L’azione forte è il recente piano per la difesa europea da 800 miliardi di euro, chiamato ReArm Europe. Un pacchetto che potrebbe diventare “la base per l’Unione Europea della difesa” aperto anche a paesi extra UE come Canada, Norvegia e Regno Unito.

Pur ribadendo la necessità di un potenziamento della competitività economica dell’Unione, la presidente Von Der Leyen ha voluto sottolineare che “la forza dell’Europa e il piano ReArm sono due facce della stessa medaglia: il potenziale economico è un valore per la sua sicurezza, ma anche l’impegno per la difesa può alimentare un mercato unico più competitivo nel medio-lungo termine”.

Un mercato europeo più forte realizzabile solo “ottenendo prodotti da partner di cui possiamo avere fiducia per evitare ricatti o dipendenze deteriori”, con riferimento alle tensioni economiche generate negli ultimi giorni dalle tariffe statunitensi contro Canada, Cina e Messico e con ogni probabilità anche contro l’Europa. E in quest’ottica Von Der Leyen ha ricordato i negoziati per accordi commerciali con la Svizzera, la Caricom (Comunità e mercato comune caraibici, ndr), il Mercosur (Mercato comune tra i paesi del Sudamerica, ndr) e l’India.

“Per avere successo dobbiamo anche accelerare e coinvolgere più investitori privati. Lanceremo nuovi pacchetti omnibus per semplificare ulteriormente le regole e ridurre la burocrazia, anche nel settore della difesa – ha aggiunto – E ancora, questo mese, sveleremo l’Unione europea del risparmio e degli investimenti, perché solo un mercato dei capitali efficace, profondo e liquido può trasformare i risparmi in investimenti tanto, tanto necessari. Quindi, il progresso qui non è più bello da avere. E’ assolutamente un must”.

Altro tassello nella strategia per una nuova difesa europea sarà “la convocazione nelle prossime settimane di un collegio della sicurezza E in questo modo i membri del collegio potranno ricevere aggiornamenti regolari sugli sviluppi relativi alla sicurezza: interna, esterna, energetica e cibernetica”.

Sul tema dei percorsi esatti per finanziare la difesa o anche sulla possibilità di eurobond (come ipotizzato dai giornalisti in sala), Von Der Leyen non si è sbilanciata. Contemporaneamente ha respinto le critiche rivolte al nome del piano, “ReArm”, affermando che esso “descrive quello che sta succedendo”.

Tali critiche erano venute nei giorni scorso anche dalla Presidente del Consiglio Italiano Giorgia Meloni. Più volte la presidente della commissione è stata interpellata sui rapporti con gli Stati Uniti, dopo le ultime settimane nelle quali le distanze tra le due sponde dell’Atlantico si sono acuite. “Gli Stati Uniti sono nostri alleati. Ma questo non significa che il tipo di alleanza che abbiamo avuto sia sempre quello giusto, ovvero che il grosso della responsabilità sia sulle spalle degli Stati Uniti. Noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e abbiamo fatto un primo passo con il pacchetto ReArm Europe per garantire di rafforzare la nostra difesa. Essere alleati non significa avere uno squilibrio nella ripartizione delle responsabilità – ha spiegato – Certo, ci sono delle differenze di vedute. Ma gli interessi comuni sono sempre ampiamente superiori alle nostre differenze”.

In merito ad un possibile incontro con il presidente Trump, Von der Leyen si è limitata a dire che “lo avremo quando sarà il momento”. Ultimo tema affrontato in conferenza stampa ha riguardato l’immigrazione. “Martedì adotteremo una proposta importante e ambiziosa sui rimpatri. Questo è un elemento fondamentale del patto di asilo e migrazione con regole comuni per i rimpatri, l’ordine europeo dei rimpatri e il riconoscimento mutuo delle decisioni in questo ambito da parte degli Stati membri. Vogliamo creare un vero sistema europeo dei rimpatri con regole più semplici e chiare così che nessuno possa nascondersi facilitando il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi che non hanno diritto di restare”, ha annunciato Von der Leyen

-Foto Ipa/Agency-

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Botta e risposta Usa-Polonia su Starlinks, Rubio “Nessuno minaccia l’Ucraina”

Botta e risposta tra Polonia e Stati Uniti sulla copertura di Starlinks per l’Ucraina. “Starlinks per l’Ucraina è pagato dal Ministero della digitalizzazione polacco al costo di circa 50 milioni di dollari all’anno. A parte l’etica di minacciare la vittima di aggressione, se SpaceX si dimostra un fornitore inaffidabile saremo costretti a cercare altri fornitori”, scrive su X il ministro degli Affari Esteri polacco Radoslaw Sikorski.

“Sono solo invenzioni”, ribatte il segretario di Stato Usa Mark Rubio. “Nessuno – continua – ha minacciato di tagliare fuori l’Ucraina da Starlink. E dite grazie perché senza Starlink l’Ucraina avrebbe perso questa guerra molto tempo fa e i russi sarebbero al confine con la Polonia in questo momento”.

Sikorski aveva scritto su X, dopo che sul social network sull’Ucraina e su Starlink era intervenuto anche Elon Musk. “Il mio sistema Starlink – aveva evidenziato Musk – è la spina dorsale dell’esercito ucraino. Tutta la loro prima linea crollerebbe se lo spegnessi. Ciò che mi disgusta sono anni di massacri in una situazione di stallo che l’Ucraina perderà inevitabilmente. Chiunque ci tenga davvero, pensi se vuole che il tritacarne si fermi. PACE ORA!!”.

-Foto Ipa/Agency-

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Dazi, Trump “Usa truffati per anni, ci riprenderemo i nostri soldi”

“Per anni i globalisti hanno truffato gli Stati Uniti. Hanno portato via soldi agli Stati Uniti, e tutto quello che stiamo facendo è recuperarne una parte, e tratteremo il nostro Paese in modo equo”. Lo ha detto il presidente Usa, Donald Trump, nel corso di una intervista a Fox News. “Questo paese è stato derubato da ogni nazione del mondo, da ogni azienda del mondo. Siamo stati derubati a livelli mai visti prima, e quello che faremo è riprenderci” quanto ci è stato tolto, ha aggiunto Trump

Trump ha poi sottolineato che i dazi sui paesi vicini, Messico e Canada, potrebbero aumentare in futuro. “Le tariffe potrebbero aumentare con il passare del tempo”, ha il presidente degli Stati Uniti d’America. Trump, tuttavia, ha temporaneamente esentato la maggior parte dei beni provenienti da Canada e Messico coperti dall’accordo USA-Messico-Canada dai dazi del 25%, ma i dazi saranno ripristinati il mese prossimo: “Siamo un paese molto, molto grande – ha spiegato Trump -, e loro fanno molti affari con noi, mentre nel nostro caso è molto meno significativo”, “volevo aiutare le case automobilistiche americane fino al 2 aprile”.

La Fed prevede un periodo di recessione per gli Stati Uniti: “E’ solo un breve periodo di transizione – ha risposto Trump – perché stiamo facendo grandi cose per riportare l’economia americana in salute”.

-Foto Ipa/Agency-

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L’Iran agli Usa, “Non negoziamo sotto intimidazione”

L’Iran afferma di non negoziare sotto “intimidazione”, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha cercato di aumentare la pressione su Teheran ponendo fine a una deroga alle sanzioni che aveva consentito all’Iraq di acquistare elettricità dal suo vicino sciita.

La missione dell’Iran presso le Nazioni Unite aveva reso noto ieri che Teheran potrebbe essere aperta a colloqui volti ad affrontare le preoccupazioni degli Stati Uniti sulla potenziale militarizzazione del suo programma nucleare, anche se non a porre fine completamente al programma.

Le parole di Araghchi

Eppure oggi, il capo della diplomazia iraniana Abbas Araghchi sembra chiudere a tali discussioni, affermando che il programma nucleare di Teheran era e sarà sempre completamente pacifico e quindi “non esisteva una cosa come la sua ‘potenziale militarizzazione’”. “Non negozieremo sotto pressione e intimidazione. Non lo prenderemo nemmeno in considerazione, non importa quale sia l’argomento”, afferma il ministro degli Esteri Araghchi sulla piattaforma di social media X.

– foto IPA Agency –

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