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Attualità

Malattie Rare: garantire equità nell’accesso a diagnosi e terapie

Si è tenuto ieri a Roma l’evento dedicato alla Giornata Mondiale delle Malattie Rare, un’occasione di confronto che pone al centro del dibattito pubblico le sfide legate alla diagnosi precoce, all’accesso alle terapie e al miglioramento della qualità di vita dei pazienti. L’incontro, organizzato con il contributo non condizionante di Incyte Biosciences Italy e Chiesi Italia, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni, clinici e associazioni di pazienti. In Italia si stima che siano circa 2 milioni le persone affette malattie rare ad oggi conosciute, con il 70% dei casi in età pediatrica. Il ritardo diagnostico e l’accesso disomogeneo alle cure continuano a rappresentare importanti barriere per i pazienti e le loro famiglie, rendendo cruciale un impegno sinergico tra Istituzioni, comunità scientifica e rete territoriale. Alla luce di ciò Giorgio Mulè, Vicepresidente della Camera dei Deputati, è intervenuto sull’importanza di un impegno trasversale nella gestione delle malattie rare: “La nostra priorità deve essere quella di ridurre le disuguaglianze regionali. Per troppi pazienti il percorso diagnostico resta un’odissea e dobbiamo garantire che ogni cittadino, indipendentemente dalla sua Regione di residenza, possa ricevere risposte tempestive. Le malattie rare devono diventare una priorità strutturale del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso investimenti in ricerca, per la diagnosi precoce e il rafforzamento delle reti di assistenza”.

Rafforzando il messaggio, Patrizia Marrocco, Vicepresidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della Salute e della Sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, sottolinea l’importanza del ruolo delle Istituzioni nell’includere i bambini affetti da malattie rare e le loro famiglie: “la coesione tra il Servizio Sanitario Nazionale e la scuola è essenziale per garantire adeguati livelli di assistenza per migliorare la qualità della vita dei pazienti, identificando hub e centri di riferimento adeguati. E’ importante, inoltre, garantire l’accesso a cure innovative, promuovendo la ricerca scientifica e favorendo la collaborazione pubblico-privato, mediante servizi psicologici e sociali per l’inclusione”. Questo principio trova applicazione concreta nel lavoro del Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, istituito nel 2008 per supportare la rete nazionale attraverso il Registro Nazionale Malattie Rare e il coordinamento sugli screening neonatali. Sul valore strategico della diagnosi precoce si è soffermato Marco Silano, Direttore del Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolineando come essa rappresenti la chiave per migliorare la prognosi e la qualità di vita dei pazienti: “Molte di queste condizioni si manifestano nei primi anni di vita, ma la diagnosi può tardare anni, compromettendo le possibilità di intervento.

Servono programmi uniformi di screening neonatale e un impegno congiunto per superare gli ostacoli burocratici e territoriali che ancora persistono”. Un argomento ripreso da Liliana La Sala, Direttore dell’Ufficio 9 – Tutela salute della donna, soggetti vulnerabili e contrasto diseguaglianze del Ministero della Salute, che ha rilevato come le disparità nell’accesso alle cure colpiscano in modo particolare le donne: “Le diseguaglianze territoriali e di genere continuano a rappresentare un ostacolo per i pazienti rari. Le donne ricevono una diagnosi ancora più tardiva rispetto agli uomini, con conseguenze rilevanti sul decorso della malattia e sull’accesso ai trattamenti”. La necessità di percorsi diagnostico-terapeutici uniformi emerge con forza per le patologie considerate rare, ma la cui reale diffusione appare sempre più ampia grazie ai progressi nella diagnosi, come l’amiloidosi cardiaca e il carcinoma a cellule squamose del canale anale (SCAAC). Si è espresso sul tema Giuseppe Limongelli, Direttore del Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania, illustrando come “la reale incidenza dell’amiloidosi è ben più elevata di quanto indicano le stime ufficiali. Servono percorsi diagnostici standardizzati, una formazione mirata dei Medici di Medicina Generale e criteri uniformi per la rimborsabilità delle cure, così da assicurare ai pazienti un accesso equo ai trattamenti su tutto il territorio”. Il carcinoma a cellule squamose del canale anale è un ulteriore esempio di come la diagnosi tempestiva cambi radicalmente il decorso della malattia. Per Federica Morano, Dirigente Medico del Dipartimento di Oncologia Medica 1 della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, “i tumori dell’ano sono relativamente rari anche se il loro tasso di incidenza ha subito nel corso degli ultimi anni un incremento. Uno dei principali fattori di rischio è l’infezione da Papilloma virus umano (HPV). Come per altri tipi di tumore, anche per il carcinoma dell’ano esistono condizioni pre-cancerose che potrebbero essere precocemente individuate, con le adeguate procedure di screening, o prevenute, con la riduzione dell’esposizione ai fattori di rischio. La scelta del trattamento dipende da numerosi fattori come lo stadio, la sede iniziale e le condizioni di salute generali del paziente ma nuove strategie terapeutiche sono in arrivo”. L’evento, realizzato con il patrocinio di UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare e della FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri, ha costituito un’importante occasione di confronto tra Istituzioni, comunità scientifica e pazienti. Marcello Bettuzzi, Consigliere di UNIAMO, e Antonio D’Avino, Presidente della FIMP, hanno richiamato l’attenzione sull’urgenza di percorsi diagnostici uniformi e accessibili in ogni regione. Il dibattito si è concluso con un consenso unanime: rafforzare la rete di assistenza, superare le disuguaglianze territoriali e trasformare l’impegno condiviso in interventi concreti, per garantire a ogni paziente il diritto a una diagnosi tempestiva ed a cure adeguate.
-foto ufficio stampa Esperia Advocacy –

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Locatelli “Valorizzazione delle persone al centro dei sostegni”

“La dignità della vita di ogni persona passa dal benessere e dalla salute, ma anche dalla possibilità di vivere il più possibile in modo autonomo e indipendente. Per questo in Italia, in linea con la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, abbiamo attivato diverse strategie: prima di tutto la storica riforma della disabilità, entrata in vigore nel 2024, che è partita con la sperimentazione e che rivoluziona il metodo di valutazione della disabilità e introduce lo strumento innovativo del “Progetto Vita”, un nuovo modo di presa in carico della persona con disabilità e della sua famiglia, superando la frammentazione tra risposta sanitaria e sociale”. Così il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli oggi a Vienna. Il Ministro è intervenuta alla Zero Project Conference 2025, dove ha incontrato Martin Essl, fondatore e presidente della Zero Project Foundation, Robin Tim Weis, direttore Affari internazionali e Michael Fembec, ceo della Fondazione, che nel primo G7 Inclusione e Disabilità ha moderato il panel “Independent Living and Work Inclusion”.

“Oggi più che mai abbiamo bisogno di inviare messaggi forti e condivisi, di sostenerci a vicenda, di saper diffondere una nuova visione, di vedere in ogni persona le potenzialità e non i limiti – ha aggiunto – . Dobbiamo coinvolgere quante più persone possibili, dobbiamo lavorare per dare dignità alla vita della persona in ogni ambito della vita quotidiana e della dimensione abitativa. I servizi devono diventare sempre più flessibili, sempre più accoglienti e interconnessi con il territorio e con le altre realtà”.
“Dobbiamo anche ridurre la burocrazia nelle procedure di richiesta di servizi, misure e ausili – ha concluso Locatelli -. Dobbiamo garantire alle persone con disabilità e alle loro famiglie un supporto mirato e personalizzato. Il mondo è cambiato e oggi il tema dell’accessibilità universale deve essere in cima alle agende nazionali e internazionali per garantire ad ogni persona pari opportunità nella salute, nella scuola, nella formazione, nel lavoro, nella vita ricreativa, nei trasporti, affinchè le strutture, gli eventi, ogni cosa sia davvero per tutti”.
– foto ufficio comunicazione Ministro Locatelli –

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Il Barça passa in casa del Benfica, decide Raphinha

Il Barcellona soffre, resta presto in 10, lotta e alla fine vince un match fondamentale in casa del Benfica. Finisce 1-0 grazie alla rete di Raphinha ed è un risultato importantissimo per i catalani che strappano una vittoria nonostante l’uomo in meno dal 22′ del primo tempo: martedì 11 marzo ci sarà il ritorno a Barcellona, i portoghesi saranno costretti a vincere con due gol di scarto per evitare i supplementari.

E’ successo praticamente di tutto nella sfida del Da Luz, gli azulgrana hanno alzato i ritmi dopo appena pochi minuti con la fucilata di Dani Olmo, qualche istante più tardi Trubin si è superato con un doppio intervento, prima su Lewandowski, poi sul tiro ravvicinato di Yamal. La gara è cambiata al 22′ quando Cubarsì ha steso Pavlidis lanciato a rete: cartellino rosso e Barcellona costretto a giocare in dieci uomini per 70 minuti. La squadra di Flick si è affidata alle parate dell’ex Roma e Juventus, Szczesny.

Decisivo il polacco sulla punizione di Kokcu e sul colpo di testa ravvicinato di Akturkoglu. Zwayer ha poi sospeso il match per circa due minuti per via della scarsa visibilità causata dall’accensione dei fumogeni da parte dei tifosi di casa. Nonostante la sofferenza i blaugrana sono riusciti a trovare il gol del vantaggio grazie al contropiede di Raphinha, il brasiliano ha sfruttato l’errore di Antonio Silva superando Trubin con un piazzato sul secondo palo.

Da quel momento in poi la squadra di Lage ha premuto sull’acceleratore, tanti i tiri verso lo specchio della porta, 24 quelli totali: ancora Szczesny si è superato con diversi interventi, il polacco ha poi rischiato su Belotti, ma il direttore di gara non ha assegnato il rigore per via di una posizione irregolare dell’italiano confermata dal Var. Nel ritorno servirà una vittoria con due gol per qualificarsi, in caso di pareggio o vittoria sarà il Barcellona a strappare il pass per i quarti.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Ucraina, Tajani “Necessario coinvolgere Kiev e Ue nei negoziati”

“L’Italia lavora per la pace e auspichiamo presto negoziati a cui dovranno partecipare l’Ucraina e l’Unione Europea”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo oggi all’evento sulla ricostruzione dell’Ucraina al Palazzo Lombardia di Milano. Tajani ha ribadito
che “una pace giusta non può essere raggiunta senza il coinvolgimento dell’Ucraina e dell’Unione Europea”, sottolineando l’importanza di un approccio condiviso per la stabilità della regione. Il ministro ha inoltre espresso apprezzamento per la decisione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di rafforzare la difesa europea, precisando che “non è una scelta alternativa alla NATO”. L’obiettivo, ha spiegato, è “rafforzare l’alleanza transatlantica, con un pilastro europeo e uno americano, garanzia di pace per tutti”. Le dichiarazioni di Tajani arrivano in vista della conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, in programma a luglio a Roma.

– foto Ipa Agency –

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