Attualità
Foti “Il Pnrr prevede l’inclusione sociale, parità di genere priorità”
“Il Pnrr prevede l’inclusione sociale e dà priorità alla parità di genere: è un obiettivo trasversale, che vede continuità con l’impegno assunto dall’Italia nella strategia nazionale sulla parità di genere adottata nel 2021”. Così il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, durante un’informativa urgente del governo sulle politiche femminili, in vista della Giornata internazionale della donna. “L’obiettivo è promuovere le pari opportunità rimuovendo una serie di ostacoli presenti nella nostra società. Una delle misure presenti nel Pnrr – ha spiegato – è quella nell’ambito dei contratti pubblici: ogni stazione appaltante deve inserire nei bandi di gara e negli avvisi finalizzati alla sottoscrizione di contratti pubblici una clausola specificamente mirata alla parità di genere”.
“La materia è verificata dall’Anac, sulla base delle stime disponibili risulta che il 60% degli appalti pubblici di valore superiore al milione rispettano le clausole sociali: il monitoraggio di cui disponiamo forse è limitato, ma se a livello quantitativo gli appalti rappresentano una somma rilevante in Italia è altrettanto vero che questa stima si concentra solo su quelli superiori a un milione, mentre per quelli sotto il milione non vi è uno strumento che faccia verifiche. Abbiamo inoltre dedicato un investimento alla creazione di imprese femminili, allo scopo di incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro: la misura è in capo al ministero delle Imprese e del Made in Italy e ha una dotazione finanziaria di 400 milioni”, ha concluso Foti.
– Foto Ipa Agency –
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Attualità
Macron “La minaccia russa tocca tutta l’Europa”
“La nostra prosperità e sicurezza sono divenute più incerte. Abbiamo sostenuto l’Ucraina fin dal primo giorno e a sanzionare la Russia. Perchè la minaccia russa è lì e tocca tutta l’Europa. La Russia del presidente Putin ha mobilitato soldati nordcoreani ed equipaggiamento iraniano, viola i nostri confini per assassinare gli oppositori, manipola le elezioni in Romania e Moldavia. Chi può credere che la Russia si fermerà?”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in un messaggio alla nazione sugli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina. “La settimana prossima – aggiunge – riuniremo a Parigi i Capi di Stato Maggiore dei paesi che vogliono prendere parte a questa pace duratura anche con l’impiego di forze europee sul terreno”.
Il capo dell’Eliseo ha poi parlato di “un piano di pace solido, durevole che noi abbiamo preparato con gli ucraini e diversi partner europei. E voglio credere che gli Stati Uniti resteranno al nostro fianco”.
-foto Ipa Agency –
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Attualità
Per il Papa quadro stazionario, no episodi insufficienza respiratoria
Il Santo Padre anche oggi è rimasto stazionario senza presentare episodi di insufficienza respiratoria. Lo rende noto la sala stampa vaticana, aggiungendo che come programmato, durante il giorno, ha effettuato l’ossigenoterapia ad alti flussi e nella notte verrà ripresa la ventilazione meccanica non invasiva. Il Papa ha incrementato la fisioterapia respiratoria e quella motoria attiva. Ha trascorso la giornata in poltrona. In considerazione della complessità del quadro clinico, la prognosi rimane riservata.
Questa mattina, nell’appartamento privato sito al 10° piano, il Santo Padre ha partecipato al rito della benedizione delle Sacre Ceneri che gli sono state imposte dal celebrante, quindi ha ricevuto l’Eucarestia. Successivamente si è dedicato ad alcune attività lavorative. Sempre nel corso della mattina ha chiamato padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza.
Nel pomeriggio ha alternato il riposo al lavoro.
-Foto: Ipa Agency-
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Attualità
Malattie Rare: garantire equità nell’accesso a diagnosi e terapie
Si è tenuto ieri a Roma l’evento dedicato alla Giornata Mondiale delle Malattie Rare, un’occasione di confronto che pone al centro del dibattito pubblico le sfide legate alla diagnosi precoce, all’accesso alle terapie e al miglioramento della qualità di vita dei pazienti. L’incontro, organizzato con il contributo non condizionante di Incyte Biosciences Italy e Chiesi Italia, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni, clinici e associazioni di pazienti. In Italia si stima che siano circa 2 milioni le persone affette malattie rare ad oggi conosciute, con il 70% dei casi in età pediatrica. Il ritardo diagnostico e l’accesso disomogeneo alle cure continuano a rappresentare importanti barriere per i pazienti e le loro famiglie, rendendo cruciale un impegno sinergico tra Istituzioni, comunità scientifica e rete territoriale. Alla luce di ciò Giorgio Mulè, Vicepresidente della Camera dei Deputati, è intervenuto sull’importanza di un impegno trasversale nella gestione delle malattie rare: “La nostra priorità deve essere quella di ridurre le disuguaglianze regionali. Per troppi pazienti il percorso diagnostico resta un’odissea e dobbiamo garantire che ogni cittadino, indipendentemente dalla sua Regione di residenza, possa ricevere risposte tempestive. Le malattie rare devono diventare una priorità strutturale del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso investimenti in ricerca, per la diagnosi precoce e il rafforzamento delle reti di assistenza”.
Rafforzando il messaggio, Patrizia Marrocco, Vicepresidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della Salute e della Sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, sottolinea l’importanza del ruolo delle Istituzioni nell’includere i bambini affetti da malattie rare e le loro famiglie: “la coesione tra il Servizio Sanitario Nazionale e la scuola è essenziale per garantire adeguati livelli di assistenza per migliorare la qualità della vita dei pazienti, identificando hub e centri di riferimento adeguati. E’ importante, inoltre, garantire l’accesso a cure innovative, promuovendo la ricerca scientifica e favorendo la collaborazione pubblico-privato, mediante servizi psicologici e sociali per l’inclusione”. Questo principio trova applicazione concreta nel lavoro del Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, istituito nel 2008 per supportare la rete nazionale attraverso il Registro Nazionale Malattie Rare e il coordinamento sugli screening neonatali. Sul valore strategico della diagnosi precoce si è soffermato Marco Silano, Direttore del Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolineando come essa rappresenti la chiave per migliorare la prognosi e la qualità di vita dei pazienti: “Molte di queste condizioni si manifestano nei primi anni di vita, ma la diagnosi può tardare anni, compromettendo le possibilità di intervento.
Servono programmi uniformi di screening neonatale e un impegno congiunto per superare gli ostacoli burocratici e territoriali che ancora persistono”. Un argomento ripreso da Liliana La Sala, Direttore dell’Ufficio 9 – Tutela salute della donna, soggetti vulnerabili e contrasto diseguaglianze del Ministero della Salute, che ha rilevato come le disparità nell’accesso alle cure colpiscano in modo particolare le donne: “Le diseguaglianze territoriali e di genere continuano a rappresentare un ostacolo per i pazienti rari. Le donne ricevono una diagnosi ancora più tardiva rispetto agli uomini, con conseguenze rilevanti sul decorso della malattia e sull’accesso ai trattamenti”. La necessità di percorsi diagnostico-terapeutici uniformi emerge con forza per le patologie considerate rare, ma la cui reale diffusione appare sempre più ampia grazie ai progressi nella diagnosi, come l’amiloidosi cardiaca e il carcinoma a cellule squamose del canale anale (SCAAC). Si è espresso sul tema Giuseppe Limongelli, Direttore del Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania, illustrando come “la reale incidenza dell’amiloidosi è ben più elevata di quanto indicano le stime ufficiali. Servono percorsi diagnostici standardizzati, una formazione mirata dei Medici di Medicina Generale e criteri uniformi per la rimborsabilità delle cure, così da assicurare ai pazienti un accesso equo ai trattamenti su tutto il territorio”. Il carcinoma a cellule squamose del canale anale è un ulteriore esempio di come la diagnosi tempestiva cambi radicalmente il decorso della malattia. Per Federica Morano, Dirigente Medico del Dipartimento di Oncologia Medica 1 della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, “i tumori dell’ano sono relativamente rari anche se il loro tasso di incidenza ha subito nel corso degli ultimi anni un incremento. Uno dei principali fattori di rischio è l’infezione da Papilloma virus umano (HPV). Come per altri tipi di tumore, anche per il carcinoma dell’ano esistono condizioni pre-cancerose che potrebbero essere precocemente individuate, con le adeguate procedure di screening, o prevenute, con la riduzione dell’esposizione ai fattori di rischio. La scelta del trattamento dipende da numerosi fattori come lo stadio, la sede iniziale e le condizioni di salute generali del paziente ma nuove strategie terapeutiche sono in arrivo”. L’evento, realizzato con il patrocinio di UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare e della FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri, ha costituito un’importante occasione di confronto tra Istituzioni, comunità scientifica e pazienti. Marcello Bettuzzi, Consigliere di UNIAMO, e Antonio D’Avino, Presidente della FIMP, hanno richiamato l’attenzione sull’urgenza di percorsi diagnostici uniformi e accessibili in ogni regione. Il dibattito si è concluso con un consenso unanime: rafforzare la rete di assistenza, superare le disuguaglianze territoriali e trasformare l’impegno condiviso in interventi concreti, per garantire a ogni paziente il diritto a una diagnosi tempestiva ed a cure adeguate.
-foto ufficio stampa Esperia Advocacy –
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