Musica
Lucio Dalla: Il ricordo di un genio della musica italiana
Il 1° marzo 2012 ci lasciava improvvisamente Lucio Dalla, uno dei più grandi cantautori italiani di sempre. A distanza di tredici anni dalla sua scomparsa, il ricordo della sua musica e della sua poesia rimane vivo più che mai. Dalla, nato a Bologna il 4 marzo 1943, ha segnato intere generazioni con la sua voce inconfondibile e le sue canzoni intramontabili.
Il suo primo grande successo arrivò nel 1971 con 4/3/1943, brano che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Gesù bambino, ma che fu censurato e modificato nel titolo. Con questa canzone, Dalla conquistò il terzo posto al Festival di Sanremo e iniziò un percorso straordinario che lo avrebbe portato a scrivere alcune delle pagine più belle della musica italiana.
Capolavori come Come è profondo il mare, Futura, L’anno che verrà, Anna e Marco e Caruso sono solo alcune delle sue perle, brani che ancora oggi emozionano e fanno parte della memoria collettiva. La sua capacità di raccontare storie con lirismo e profondità, mescolando poesia e ironia, lo ha reso unico nel panorama musicale.
Dalla se ne andò troppo presto, stroncato da un infarto in una stanza d’hotel a Montreux, appena dopo essersi esibito al Jazz Festival. Mancavano solo tre giorni al suo 69° compleanno. Eppure, nonostante la sua improvvisa dipartita, il suo lascito artistico continua a vivere attraverso la sua musica, che resta una colonna sonora imprescindibile per chiunque ami la canzone d’autore.
Sorprendentemente, a distanza di tredici anni, nessun brano è stato ancora composto per ricordare la sua scomparsa. Forse perché le sue stesse canzoni sono già il miglior tributo possibile a un artista che ha saputo parlare d’amore, di sogni, di speranze e di vita come pochi altri.
Lucio Dalla resta immortale. La sua voce, le sue melodie e le sue parole continueranno a emozionare chiunque le ascolti, proprio come il primo giorno.
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Musica
Mia Khalifa a Milano: dalla sfilata DSquared all’ossessione per “Cuoricini” dei Coma_Cose
Durante la sfilata di moda di DSquared a Milano, per celebrare i 30 anni del marchio, tra gli ospiti è spiccata Mia Khalifa. L’imprenditrice libanese, ex star del mondo del porno, è stata fotografata mentre si intratteneva con la cantante Anna, come testimoniato dal profilo Instagram di quest’ultima. In seguito, durante il tragitto di ritorno in hotel, Mia Khalifa ha pubblicato un video su TikTok in cui esprimeva la sua forte attrazione per una canzone italiana, chiedendo ai suoi follower di aiutarla a identificarla. La canzone che le aveva catturato l’attenzione era “Cuoricini” dei Coma_Cose, uno dei brani più popolari del Festival di Sanremo 2025. Nel video, Mia Khalifa ha dichiarato: “Italiani ho bisogno del vostro aiuto, sono in un Uber in questo momento, ho appena sentito una canzone e ne sono ossessionata”. La sua richiesta ha immediatamente suscitato una grande risposta sui social media, con numerosi fan che hanno riconosciuto il brano e risposto alla sua domanda. Questo episodio ha rapidamente guadagnato popolarità online, diventando un fenomeno virale. La passione di Mia Khalifa per la musica italiana ha sorpreso e divertito molti, dimostrando ancora una volta il potere della musica di connettere persone di diverse culture.
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Musica
Tommy Cash: “Non volevo offendere l’Italia, amo questo paese”
Tommy Cash, il cantante che rappresenterà l’Estonia all’Eurovision Song Contest con il brano “Espresso Macchiato”, prova a mettere fine alle polemiche che lo hanno travolto negli ultimi giorni nel nostro Paese.
L’artista ha parlato ai microfoni di Safari, su Rai Radio2. “Amo questo Paese, il cibo, l’architettura, il design, il caffè. Non era nelle mie intenzioni offendere, non avevo neppure immaginato che potesse accadere”, ha spiegato, difendendo il suo brano che ha scatenato un’ondata di polemiche da chi lo considera pieno di stereotipi verso l’Italia. “Io credo molto in questa canzone, ha qualcosa di magico – ha aggiunto – inizialmente nessuno del mio team voleva che uscisse, perché è molto diversa dalle mie produzioni. Ma quando l’ho fatta ascoltare a mia nonna, si è messa a piangere e ho capito che c’era qualcosa di speciale”.
A proposito dell’Eurovision, Tommy Cash ha detto: “So che per l’Italia all’Eurovision doveva venire Olly e che invece ci sarà Lucio Corsi, ho visto dei meme che li mettevano insieme e venivo fuori io. Lucio Corsi è molto cool, si veste benissimo, credo che sia un puro, sono sicuro che diventeremo buoni amici all’Eurovision. Lo proteggerò, sarò il suo fratello maggiore.”
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Musica
Il San Marino Song Contest: la valvola di sfogo per gli orfani di Sanremo
Il San Marino Song Contest, manifestazione che seleziona il rappresentante della Repubblica di San Marino all’Eurovision Song Contest, si sta confermando come una sorta di dopofestival sanremese, con toni decisamente più trash e una vena di “plan B” per molti artisti che non hanno avuto fortuna a Sanremo. Dopo la vittoria nel 2022 di Achille Lauro, che al Festival era stato superato da Mahmood e Blanco, l’edizione precedente aveva visto Loredana Bertè come favorita, solo per arrivare seconda, subendo un’ulteriore beffa.
Quest’anno, a scendere in campo per San Marino è Gabry Ponte, che non ha preso parte al Festival di Sanremo ma ha comunque lasciato il suo segno, con il tormentone “Tutta l’Italia”, che ha accompagnato le serate sanremesi, finendo per essere “ceduto” al San Marino Song Contest. Se dovesse davvero trionfare, sarebbe davvero surreale vedere Ponte rappresentare i colori bianco-celesti, mentre canta dell’Italia, degli spaghetti e della Gioconda.
Federico Pedini Amati, segretario di Stato per il Turismo di San Marino, ha spiegato l’intento dietro la manifestazione: dare la possibilità a una selezione di cantanti provenienti da tutto il mondo di partecipare all’Eurovision, con l’obiettivo di portare un talento della Repubblica del Titano a calcare il palco di quello che è uno degli eventi musicali più importanti a livello europeo. Tuttavia, tra i venti artisti in gara, solo uno è sammarinese (Paco), mentre ben tredici sono italiani, tra cui nomi noti come Pierdavide Carone, Marco Carta, Bianca Atzei, Boosta, Luisa Corna e Silvia Salemi, oltre a molti altri artisti meno conosciuti. In gara anche Besa (albanese), Curli (svedesi), King Foo (sloveni), Angy Sciacqua (belga) e Teslenko (ucraino).
Negli anni passati, la competizione ha suscitato anche polemiche. Monica Hill, cantante e corista sammarinese, aveva sollevato un’importante riflessione sulla disparità di mezzi tra artisti affermati, che sono automaticamente promossi alla finale, e cantanti sconosciuti che devono intraprendere un lungo percorso per farsi strada nel contest. Come aveva sottolineato la Hill, sembra che in questo scenario ci sia una grande disparità, come mettere un carro armato accanto a una bicicletta.
La giuria e l’assenza del televoto
A giudicare i partecipanti non sarà il televoto, ma una giuria composta da esperti del settore: le conduttrici radiofoniche Federica Gentile ed Ema Stokholma, il critico musicale Luca De Gennaro, il direttore marketing della SIAE Marco Andrea Ettore e il direttore generale della Rai e di San Marino RTV Roberto Sergio. Questa giuria potrebbe limitare la possibilità per l’artista più popolare di raccogliere voti, ma non riuscirà ad azzerare completamente la disparità tra i cantanti più noti, che hanno già accesso alla finale, e quelli meno conosciuti, che invece hanno dovuto passare per le selezioni.
L’identità tra San Marino e l’Italia: un concetto sempre più sfumato
Ciò che viene meno in questa competizione è il concetto di identità, sia sammarinese che italiana. Infatti, se un artista italiano dovesse vincere e arrivare all’Eurovision, i cittadini italiani non avrebbero il diritto di votarlo, in quanto il regolamento impedisce di esprimere preferenze per il rappresentante di un altro paese. Questo solleva interrogativi sul regolamento stesso, che potrebbe necessitare di una revisione per dare maggiore coerenza alle fasi preliminari della competizione.
In sintesi, il San Marino Song Contest si sta consolidando come la valvola di sfogo per gli “orfani” di Sanremo, ma con alcune contraddizioni che rischiano di minare l’autenticità e l’equità del processo di selezione. Tra la ricerca di visibilità internazionale e la promozione di nuovi talenti, l’evento rischia di perdere la sua identità e di diventare un palcoscenico dove le vere sfide artistiche cedono il passo alla ricerca di fama a tutti i costi.
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