A Firenze prosegue l’intensificazione dei controlli straordinari del territorio predisposti dal Questore di Firenze, finalizzati alla prevenzione dello spaccio di sostanze stupefacenti e dei reati predatori. L’attività straordinaria di controllo nel corso di questa settimana ha interessato le zone di San Jacopino, Rifredi, Porta al Prato, Parco delle Cascine e le aree limitrofe alla stazione Santa Maria Novella, dove sono stati presi in esame i luoghi di aggregazione di soggetti dediti alla commissione di reati.

Massiccio l’impiego di personale della Polizia di Stato fiorentina: equipaggi delle volanti e del reparto prevenzione crimine, con l’ausilio di unità cinofile.

Nel corso delle attività, gli agenti hanno identificato più di 400 persone e controllato circa 30 veicoli durante i posti di controllo. All’esito dei servizi, è stata denunciata una persona per violazione del Testo Unico sull’immigrazione. I controlli hanno interessato anche gli esercizi pubblici per verifiche di natura amministrativa e quelle relative al divieto di somministrazione di alcol a minori.

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Filippo Turetta, il giovane condannato all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Cecchettin, è stato trasferito dalla sezione ‘protetti’ del carcere di Montoro, a Verona, a una sezione di media sicurezza. Il trasferimento è stato deciso principalmente a causa del sovraffollamento della sezione protetti, riservata a detenuti accusati di reati di particolare gravità, e anche per permettere a Turetta di proseguire il suo percorso di recupero nelle aree comuni del carcere.

I legali di Turetta, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, hanno inviato una segnalazione ufficiale alla direzione del carcere, con copia per la Corte d’assise e la Procura di Venezia, esprimendo una “potenziale forma di preoccupazione” riguardo a questo spostamento e chiedendo che, almeno per il momento, Turetta venga riportato nella sezione protetti.

Il trasferimento di Turetta tra i detenuti comuni solleva interrogativi, in quanto il giovane, autore di un crimine estremamente violento, è stato oggetto di un’attenzione particolare per motivi di sicurezza. Il caso continua a suscitare polemiche, sia per la gravità del crimine commesso, sia per le implicazioni legali e penitenziarie legate al trattamento dei detenuti condannati per femminicidio.

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Momenti di paura e allarme alla stazione centrale di Milano, dove un uomo è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza mentre imbracciava un fucile. L’allarme, tuttavia, è stato rapidamente ridimensionato: l’arma in questione si è rivelata essere un giocattolo. L’uomo, disabile al 100% e residente in una comunità di Milano, non era un pericoloso criminale, ma semplicemente un ragazzo che stava tornando da una festa in maschera.

L’avvocato della famiglia, Gian Andrea Balzarini, ha fornito chiarimenti in merito, chiedendo di minimizzare l’allarme generato dalla foto, che era stata diffusa dalla stampa e mostrava l’uomo con il fucile. Secondo il legale, il ragazzo aveva acquistato il giocattolo – dotato di tappo rosso – per impersonare un poliziotto durante la festa a tema a cui aveva partecipato. Dopo essere stato avvistato alla stazione centrale e successivamente alla fermata Famagosta sulla linea M2 della metropolitana, l’uomo aveva attirato l’attenzione dei passeggeri, che avevano allertato la polizia.

Immediatamente, l’allarme era stato diramato alle pattuglie di polizia, scatenando una caccia all’uomo che, fortunatamente, è stata interrotta quando si è compreso che si trattava di un semplice equivoco.

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