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Cronaca

RAVENNA Maxi-evasione fiscale con criptovalute

Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Ravenna, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria locale e del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma hanno portato a termine un’importante operazione contro l’evasione fiscale, scoprendo un ingente profitto illecito derivante da investimenti in criptovalute da parte di un trader faentino.

Grazie all’utilizzo di avanzati software di blockchain analysis, il personale specializzato della Guardia di Finanza ha individuato e attribuito con certezza una serie di portafogli digitali riconducibili all’indagato. Le indagini preliminari hanno evidenziato che il soggetto, pur avendo ottenuto consistenti plusvalenze dal trading di criptovalute, non aveva adempiuto agli obblighi di monitoraggio fiscale e dichiarazione dei redditi.

A seguito delle indagini, le Fiamme Gialle hanno sequestrato criptovalute del tipo Bitcoin ed Avalanche per un valore di circa 11 milioni di euro, considerati profitto illecito. Inoltre, è emerso che il trader non si limitava alla compravendita di criptovalute, ma utilizzava le proprie risorse digitali, con un controvalore di oltre 270 milioni di euro, per operazioni di staking e reinvestimenti nel settore della finanza decentralizzata.

In seguito alle prove raccolte, l’indagato ha collaborato con la Procura e l’Agenzia delle Entrate, presentando dichiarazioni integrative per gli anni 2017-2019 e adempiendo agli obblighi fiscali per le annualità ancora accertabili. Questo ha portato a un versamento complessivo di circa 12,5 milioni di euro nelle casse dello Stato, prevenendo ulteriori condotte evasive.

Questa operazione rappresenta la prima e più significativa indagine condotta in Italia su reati fiscali connessi al trading in criptovalute, dimostrando l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto all’evasione fiscale anche nelle sue forme più innovative e tecnologiche. Le valute virtuali, sebbene lecite, possono essere strumentalizzate per eludere il fisco, rendendo essenziale un attento monitoraggio per garantire la trasparenza e il rispetto della normativa fiscale.

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Cronaca

Cino:incidente aereo. Due persone estratte vive grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco. Guarda le foto!

Questa mattina, le squadre dei Vigili del Fuoco sono intervenute nel comune di Cino (SO), dopo un incidente aereo che ha coinvolto un ultraleggero decollato da un’aviosuperficie di Alzate Brianza (CO). L’aereo, che aveva a bordo due persone, è precipitato nel territorio montano di Cino.

I Vigili del Fuoco sono arrivati tempestivamente sul luogo dell’incidente. Sul posto, sono intervenute diverse squadre, tra cui quella del distaccamento di Morbegno e una squadra specializzata S.A.F. (Speleo Alpino Fluviale) proveniente dal Comando di Sondrio. I soccorritori sono riusciti ad estrarre entrambi i passeggeri dall’aereo, che fortunatamente sono risultati sopravvissuti.

Una delle due persone è stata immediatamente trasportata tramite elicottero sanitario verso l’ospedale, mentre l’altra è stata accompagnata in una zona più facilmente raggiungibile, dove è stata affidata alle cure del personale sanitario presente. Questa seconda persona è stata poi trasportata in ambulanza.

Le cause dell’incidente sono ancora in fase di accertamento da parte delle autorità competenti.

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Cronaca

Sondrio Operazione antidroga della Polizia di Stato: sgominato gruppo criminale a Sondrio

La Polizia di Stato di Sondrio ha eseguito 10 misure cautelari e 9 perquisizioni nelle province di Sondrio, Milano, Varese e Savona, smantellando un gruppo criminale multietnico dedito al traffico di droga. L’organizzazione riforniva di stupefacenti la città di Sondrio e le zone limitrofe, operando con una rete strutturata e ben organizzata.

Le indagini hanno rivelato che ingenti quantità di droga venivano trasportate dalla Spagna a Milano in auto, attraversando la frontiera di Ventimiglia, per poi giungere a Sondrio. Qui, un garage del capoluogo valtellinese era stato trasformato in una vera e propria base operativa per lo stoccaggio e la distribuzione dello stupefacente.

I capi del gruppo, operanti dalla Spagna, impartivano precise disposizioni sul trasporto, sulla vendita della droga e sulla spartizione dei proventi illeciti. Per eludere i controlli e non destare sospetti, lo stupefacente veniva chiamato in codice “Fazat”, termine tunisino utilizzato per riferirsi genericamente alla droga.

I sodali, per proteggere la propria identità, facevano uso di pseudonimi e vendevano la sostanza stupefacente in diverse zone centrali di Sondrio, a qualsiasi ora del giorno, adottando modalità sempre più sofisticate per evitare di essere scoperti.

L’operazione delle forze dell’ordine rappresenta un duro colpo al traffico di droga nella zona e testimonia l’impegno costante della Polizia di Stato nella lotta contro il crimine organizzato e lo spaccio di sostanze stupefacenti.

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Cronaca

Catania Operazione nazionale contro la pedopornografia online: 34 arresti e 115 perquisizioni in tutta Italia

Nei giorni scorsi, su delega della Procura Distrettuale di Catania, la Polizia di Stato ha condotto una vasta operazione su scala nazionale contro lo sfruttamento sessuale dei minori online, impiegando oltre 500 operatori in 56 città italiane. L’indagine ha portato a 115 perquisizioni domiciliari e informatiche, con l’arresto di 34 indagati accusati di detenzione di ingente materiale pedopornografico. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati numerosi dispositivi informatici contenenti decine di migliaia di file illegali.

L’operazione è stata coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania e condotta dagli investigatori della Polizia di Stato del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Catania, in collaborazione con il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) del Servizio Polizia Postale. Le indagini, complesse e articolate, sono state condotte sotto copertura su una nota piattaforma di messaggistica istantanea, permettendo agli specialisti della Polizia Postale di individuare diversi gruppi dediti allo scambio di materiale pedopornografico. Le immagini e i video rinvenuti ritraevano bambini abusati in età infantile e includevano anche episodi di zooerastia con vittime minori.

L’identificazione degli utenti attivi nello scambio di questi contenuti illeciti ha richiesto un lungo lavoro di analisi tecnica per superare le barriere dell’anonimato in rete, con approfondimenti investigativi anche all’estero disposti dalla Procura etnea. Molti degli indagati facevano ricorso a sofisticati sistemi di crittografia e archiviazione in cloud per occultare il materiale, rendendo particolarmente complessa la sua individuazione. L’elevata specializzazione degli investigatori della Polizia Postale, insieme all’uso di avanzate tecnologie di digital forensic, ha consentito di ricostruire i percorsi digitali, decrittare i dati protetti e rinvenire prove fondamentali per l’accertamento dei reati.

Gli indagati, tutti di sesso maschile e di varia estrazione sociale, hanno un’età compresa tra i 21 e i 59 anni. Due degli arrestati, oltre a detenere migliaia di file pedopornografici, possedevano immagini e video autoprodotti con abusi sessuali su minori. Le vittime di questi abusi sono state già identificate dagli operatori di Polizia.

Il materiale sequestrato è ora al vaglio dei magistrati e degli investigatori della Polizia Postale per ulteriori approfondimenti, volti a confermare il quadro indiziario e a identificare altre eventuali vittime. Pur trattandosi di un’indagine con prove schiaccianti, per il principio della presunzione d’innocenza, le responsabilità penali saranno definitivamente accertate solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna.

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