Tecnologia
La Cina Prepara il “China Space Station Telescope” per Sfida al James Webb nel Cosmo
L’agenzia spaziale cinese ha appena annunciato la costruzione di un nuovo, potente telescopio spaziale che mira a diventare un protagonista nel panorama dell’astronomia spaziale. Il China Space Station Telescope (CSST), che entrerà in orbita nel 2026, è destinato a competere con il celebre James Webb Space Telescope della NASA nello studio dello spazio profondo.
Sebbene inizialmente il CSST sarà meno potente del JWST, i suoi progettisti puntano su un aspetto rivoluzionario: la capacità di essere riparato e aggiornato direttamente nello spazio. Questo gli permetterà di rimanere all’avanguardia anche nei decenni a venire, un vantaggio significativo rispetto ad altri telescopi, che non possono subire interventi dopo il lancio.
Il telescopio, dotato di uno specchio primario con un diametro di 2 metri, offrirà un campo visivo circa 300 volte maggiore rispetto ad altri telescopi esistenti. Nonostante lo specchio più piccolo rispetto all’Hubble, i suoi strumenti avanzati lo renderanno un telescopio polifunzionale capace di osservare nello spettro visibile, nel vicino ultravioletto e nel vicino infrarosso, ampliando così le sue capacità di ricerca.
Tra gli obiettivi principali del CSST ci saranno le supernove, fenomeni cosmici che possono essere utilizzati per misurare le oscillazioni acustiche barioniche. Questi segnali, rimanenti tracce del periodo in cui l’universo era composto quasi esclusivamente da plasma, potrebbero rivelare dettagli cruciali sulla formazione dell’universo miliardi di anni fa.
Il CSST entrerà a far parte di una nuova generazione di telescopi spaziali avanzati, tra cui il James Webb Space Telescope della NASA e il telescopio Euclid dell’ESA, recentemente lanciato nel 2023. Tutti questi strumenti stanno contribuendo a svelare i misteri più profondi del nostro universo, offrendo una visione senza precedenti delle sue origini e della sua evoluzione.
Con il CSST, la Cina si prepara a giocare un ruolo fondamentale nel futuro della ricerca astronomica e cosmologica, con la promessa di generare scoperte che potrebbero cambiare per sempre la nostra comprensione dell’universo.
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Tecnologia
Meta svela Aria Gen 2: gli occhiali AR che monitorano il battito cardiaco e molto di più
Meta ha appena lanciato gli Aria Gen 2, una nuova generazione di occhiali a realtà aumentata che promettono di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con la tecnologia e migliorare la nostra salute e le prestazioni quotidiane. Con un design ultra-leggero e una suite di sensori avanzati, gli Aria Gen 2 stanno aprendo la strada a una nuova era di dispositivi indossabili.
Questi occhiali, che pesano solo 75 grammi, sono dotati di una serie di tecnologie all’avanguardia, tra cui un chip personalizzato sviluppato da Meta. Nonostante la loro leggerezza, offrono prestazioni straordinarie grazie all’integrazione di un sensore PPG che monitorizza la frequenza cardiaca in tempo reale. Inoltre, un microfono a contatto consente di isolare la voce di chi indossa gli occhiali da quella delle persone circostanti, garantendo una comunicazione chiara anche in ambienti rumorosi.
Gli Aria Gen 2 non sono solo occhiali smart, ma veri e propri assistenti personali. Grazie all’intelligenza artificiale integrata, sono in grado di tracciare i movimenti degli occhi, riconoscere i gesti delle mani e comprendere il parlato. Queste funzionalità rendono l’esperienza d’uso altamente personalizzata, adattandosi in tempo reale alle necessità dell’utente. Inoltre, gli occhiali sono equipaggiati con altoparlanti force-canceling che offrono un’esperienza audio immersiva, priva di interferenze esterne, ideale per il lavoro, l’intrattenimento e le comunicazioni quotidiane.
Le potenzialità degli Aria Gen 2 sono molteplici e potrebbero cambiare radicalmente diversi settori. Una delle prime aziende a testare questi occhiali è Envision, che li sta utilizzando per sviluppare soluzioni innovative per persone non vedenti o ipovedenti. Grazie alla loro capacità di “leggere” l’ambiente circostante e fornire descrizioni audio in tempo reale, gli occhiali permettono a chi ha problemi di vista di “vedere” il mondo attraverso i suoni, migliorando notevolmente la loro qualità della vita.
Ma le applicazioni non si fermano a questo. Aria Gen 2 potrebbero diventare strumenti fondamentali anche in ambito medico, consentendo di monitorare i parametri vitali dei pazienti in tempo reale, o nello sport, dove potrebbero essere utilizzati per analizzare le prestazioni degli atleti durante gli allenamenti e le gare. Inoltre, gli occhiali potrebbero trovare applicazione in settori come l’educazione, il turismo e l’intrattenimento, migliorando l’interazione con l’ambiente e offrendo esperienze più coinvolgenti e personalizzate.
Meta ha annunciato che gli Aria Gen 2 saranno disponibili nei prossimi mesi per i laboratori di ricerca accademici e commerciali, dando il via alla fase di test su larga scala. Con il lancio di questi occhiali, Meta non solo dimostra di essere all’avanguardia nel campo della tecnologia indossabile, ma apre anche la strada a nuove modalità di interazione con il mondo, più intelligenti, più connesse e, soprattutto, più orientate al miglioramento del benessere umano.
Il futuro della tecnologia indossabile è qui, e con Aria Gen 2, Meta sta segnando un passo decisivo verso un mondo sempre più interattivo e intelligente.
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Tecnologia
Google aggiorna “Risultati su di te” per una maggiore privacy online
Google ha annunciato un aggiornamento del suo strumento “Risultati su di te”, pensato per semplificare la rimozione dai siti web di informazioni personali. L’obiettivo è offrire agli utenti un maggiore controllo sulla propria privacy, facilitando la gestione della presenza di dati sensibili nei risultati di ricerca.
Attualmente, la funzione è disponibile in Stati Uniti, Regno Unito, Irlanda, Australia, Canada, Sudafrica, Brasile, Messico, Spagna, Francia, Svezia, Thailandia, India e Indonesia, ma Google ha dichiarato di volerla estendere ad altri mercati nei prossimi mesi.
“Risultati su di te” fornisce un report dettagliato sulle informazioni personali accessibili pubblicamente online, come indirizzi, numeri di telefono e indirizzi email. In passato, l’accesso a questa funzione era limitato e nascosto nelle impostazioni dell’account Google. Ora, nei Paesi in cui è attiva, gli utenti possono registrarsi gratuitamente, indicando a Google quali dati personali desiderano monitorare.
Quando un utente richiede la rimozione di un’informazione, ha tre opzioni a disposizione:
- Dati personali, per rimuovere indirizzi, numeri di telefono e email.
- Rimozioni legali, per contenuti che violano il copyright o riguardano abusi su minori.
- Risultati obsoleti, per eliminare informazioni non più aggiornate.
Il sistema invierà notifiche ogni volta che questi dati vengono rilevati nei risultati di ricerca, consentendo di richiedere la rimozione direttamente dalla pagina che li mostra. Google sostiene che questa nuova procedura rende il processo più intuitivo e veloce, aiutando gli utenti a proteggere meglio la propria privacy.
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Tecnologia
Microsoft spegne Skype: addio a un’icona della comunicazione digitale
Il 5 maggio 2024 segnerà la fine di un’era: Microsoft spegnerà Skype, la piattaforma che ha rivoluzionato le comunicazioni online. La storica applicazione di chat e videochiamate confluirà in Teams, il servizio della stessa azienda di Redmond, più dinamico e potenziato dall’intelligenza artificiale, per competere con rivali come Zoom, Google Meet e WhatsApp, che hanno guadagnato terreno soprattutto durante la pandemia.
“Il modo in cui comunichiamo si è evoluto notevolmente nel corso degli anni, per questo stiamo razionalizzando le nostre offerte in modo da adattarci meglio alle esigenze dei clienti”, ha dichiarato Jeff Teper, President Microsoft 365 Collaborative Apps e Platforms. “Skype è stato parte integrante della storia delle comunicazioni moderne e siamo onorati di aver fatto parte di questo viaggio”.
Skype è nato nel 2003 grazie a Niklas Zennström e Janus Friis, gli stessi creatori di Kazaa, uno dei primi software di file-sharing. Dopo essere passata di mano tra diversi proprietari – da eBay nel 2005 a un consorzio di investitori nel 2009 – nel 2011 Microsoft l’ha acquisita per 8,5 miliardi di dollari. L’app ha poi sostituito Windows Live Messenger (MSN) nel 2013, diventando per anni il punto di riferimento per le comunicazioni online.
Negli ultimi anni, però, Skype ha faticato a restare competitiva. Nonostante vari tentativi di rilancio, l’integrazione in Windows e persino su Xbox, la piattaforma non ha retto il passo dei nuovi competitor. Il colpo di grazia è arrivato con la pandemia, quando applicazioni più agili come Zoom e Meet hanno conquistato il mercato delle videochiamate. Microsoft ha progressivamente spostato risorse e aggiornamenti su Teams, inizialmente pensato per le aziende ma poi aperto anche al pubblico.
Teams erediterà ora molte delle funzionalità principali di Skype, come chiamate, messaggi e condivisione di file, offrendo in più strumenti avanzati per la gestione di riunioni e calendari. Microsoft ha reso noto che già 320 milioni di persone utilizzano Teams e che il tempo trascorso in meeting virtuali è quadruplicato negli ultimi due anni.
Ad oggi, Skype conta ancora oltre 36 milioni di utenti giornalieri. Per facilitare il passaggio, Microsoft consentirà di migrare gratuitamente a Teams usando le stesse credenziali di Skype e offrirà la possibilità di esportare chat, contatti e cronologia delle chiamate. Un passaggio epocale che segna la fine di uno dei servizi più iconici della comunicazione digitale.
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