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Cronaca

Allevatore denunciato a Monteferrante per liberazione illegale di mandria infetta: rischia fino a 5 anni di reclusione

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Un allevatore di Foggia è stato denunciato dai Carabinieri Forestali del Nucleo di Villa Santa Maria (CH) dopo aver liberato una mandria di 120 bovini che era stata posta sotto sequestro sanitario dal servizio Veterinario della ASL 2 di Lanciano-Vasto-Chieti. Il provvedimento era stato adottato a seguito di un’infezione da Mycobacterium tuberculosis complex (MTBC), una malattia che può avere gravi conseguenze per la salute animale e umana.

Le indagini, condotte dai Carabinieri Forestali in collaborazione con il servizio veterinario, erano iniziate a dicembre dopo che gli esami di laboratorio avevano rivelato la presenza di lesioni tubercolari avanzate nei bovini. L’isolamento degli animali e il divieto di movimentazione erano stati imposti per prevenire la diffusione della malattia. Nonostante ciò, l’allevatore ha ignorato le disposizioni e ha spostato illegalmente i bovini verso un altro allevamento situato a Apricena (FG), violando le normative sanitarie in vigore.

L’attività di monitoraggio ha rivelato che 11 dei 13 campioni prelevati dai bovini sono risultati positivi a una serie di infezioni, tra cui tubercolosi, brucellosi e leucosi. Inoltre, l’isolamento di Mycobacterium tuberculosis è stato confermato su alcuni dei bovini macellati, con un rischio concreto di contagio per altri animali. L’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise, insieme all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, ha quindi confermato la gravità della situazione.

In seguito a queste evidenze, i Carabinieri Forestali hanno inviato una comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Lanciano, contestando all’allevatore la violazione dell’ordinanza veterinaria, che mira a prevenire la diffusione di malattie infettive tra gli animali. L’allevatore rischia ora una pena che va dalla reclusione da uno a cinque anni, come previsto dalla normativa sul patrimonio zootecnico e la protezione dell’economia rurale. La vicenda solleva importanti questioni relative al controllo delle malattie infettive negli allevamenti e alla responsabilità degli operatori nel garantire la salute pubblica e animale.

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Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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