Musica
La battaglia di Don Curry: un campione in lotta contro l’encefalopatia traumatica
Don Curry, una leggenda del pugilato mondiale, sta affrontando una delle sfide più dure della sua vita, ben più difficile degli incontri sul ring che lo hanno visto protagonista. Il 63enne ex campione del mondo dei pesi welter e superwelter, noto per le sue vittorie contro avversari del calibro di Marlon Starling e Milton McCrory, è oggi vittima dell’encefalopatia traumatica, una condizione neurodegenerativa che colpisce molti pugili dopo il termine della carriera.
Questa malattia, causata da ripetuti colpi alla testa durante gli anni sul ring, sta compromettendo gravemente le sue capacità cognitive e comportamentali. Tra i sintomi più comuni si trovano problemi di memoria, difficoltà di giudizio, alterazioni del comportamento e perdita del controllo degli impulsi. Nonostante il figlio Donovan Curry abbia più volte lanciato appelli per cercare aiuto, la situazione per l’ex campione non è migliorata.
Da qualche anno, infatti, Curry è stato diagnosticato con la sindrome da encefalopatia traumatica, ma le sue condizioni continuano a peggiorare. Il figlio, ormai rassegnato ma non sconfitto, ha chiesto ripetutamente alla comunità pugilistica e a tutte le organizzazioni possibili di fornire supporto per trovare una struttura sanitaria che possa assistere suo padre nel lungo termine. “Aiutateci a trovare una struttura specializzata”, scrive Donovan sui social, in cerca di risorse che possano dare una speranza al padre.
Purtroppo, nonostante il crescente appello, le risposte sono state scarse, e nel 2021, quando la situazione di Curry si faceva sempre più difficile, Donovan aveva già lanciato un appello simile. In quella occasione, chiedeva aiuto per diffondere consapevolezza sulla salute mentale dei pugili pensionati e per scoprire se esistessero strutture in grado di trattare i sintomi precoci di questa malattia. A distanza di tempo, però, sembra che ben poco sia cambiato per il grande “Lone Star Cobra”, che una volta regnava nel mondo del pugilato.
Don Curry, che guadagnò oltre cinque milioni di dollari durante la sua carriera, ha visto svanire non solo la sua fortuna, ma anche la sua salute. Dopo il ritiro, il desiderio di tornare sul ring, insieme a necessità economiche, lo ha spinto a disputare ulteriori incontri che hanno gravemente danneggiato il suo fisico e la sua mente. I terribili knock-out subiti da pugili come Michael Nunn e Terry Norris sono stati momenti fatali per la sua salute. In particolare, la sfida con Emmet Linton, quando Curry si presentò sul ring nonostante fosse afflitto da una pancreatite acuta, ha segnato l’inizio di un declino irreversibile.
Oggi, Don Curry combatte una battaglia ben più difficile di quelle affrontate sul ring. Una malattia che colpisce molti pugili dopo il ritiro, ma che raramente ottiene l’attenzione che merita. Mentre il mondo del pugilato guarda a questi campioni con ammirazione per i loro successi, spesso dimentica i sacrifici che i lottatori devono fare, con un prezzo che si paga a lungo termine. Ora, Curry ha bisogno di una mano, ma la comunità pugilistica sembra non essere ancora riuscita a rispondere adeguatamente.
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Musica
“Becoming Led Zeppelin”: il docufilm ufficiale sulla band leggendaria arriva nei cinema italiani
Dal 27 febbraio al 5 marzo, i cinema italiani ospiteranno l’evento speciale Becoming Led Zeppelin, il primo docufilm ufficiale sulla leggendaria rock band britannica. Un’opportunità unica per immergersi nella storia dei Led Zeppelin, esplorando le origini e l’evoluzione di uno dei gruppi più influenti della musica rock.
Il film, diretto dal pluripremiato Bernard MacMahon (American Epic), è una cronaca affascinante che racconta la formazione dei Led Zeppelin attraverso interviste, immagini rare e materiali inediti. Tra foto e video rimasterizzati mai visti prima, Becoming Led Zeppelin offre uno sguardo intimo e autentico sul percorso che ha portato alla creazione di una delle band più iconiche di tutti i tempi.
Abbiamo avuto la possibilità di visionare in anteprima il docufilm e possiamo affermare con certezza che sarà un ottimo punto di partenza per chiunque voglia avvicinarsi alla musica e al mito dei Led Zeppelin. Non solo i fan di vecchia data, ma anche chi è curioso di scoprire l’origine di una delle formazioni rock più amate al mondo, troverà nel film una panoramica avvincente e ricca di emozioni.
Becoming Led Zeppelin è scritto da Bernard MacMahon insieme alla produttrice Allison McGourty, nominata ai BAFTA®, ed è prodotto da McGourty e Paradise Pictures in associazione con Big Beach. La pellicola vanta un montaggio curato da Dan Gitlin e una supervisione del suono di Nick Bergh. Il restauro del suono è stato affidato a Peter Henderson, vincitore del Grammy® Award, con ricerche d’archivio a cura di Kate Griffiths e Rich Remsberg.
Un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di musica e per chi vuole scoprire le radici della leggendaria band che ha cambiato il panorama musicale mondiale.
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Musica
Mogol critica Giorgia “Le offro un corso gratuito”. Malgioglio e Scanu in difesa della cantante
Durante un’intervista radiofonica, Mogol ha espresso il suo punto di vista sul Festival di Sanremo 2025: “Non mi piace giudicare le canzoni degli altri. Io sono autore, non critico. Non voglio esprimermi, non mi piace dire una cosa e far del male a qualcuno. Non è il mio mestiere”. Tuttavia, poco dopo ha rivolto un commento critico a Giorgia, classificatasi sesta: “A lei offrirei volentieri, gratuitamente, un corso da noi. Ha una voce fantastica, ma canta come si cantava trent’anni fa, usa troppo la voce. Che, per carità, è bellissima, ma la usa come si faceva in passato. La voce deve essere credibile per quello che dice, è la credibilità che riesce a emozionare”.
Mogol e il Festival di Sanremo
Quando gli è stato chiesto se gli sarebbe piaciuto ricoprire il ruolo di direttore artistico del Festival di Sanremo, Mogol ha risposto categoricamente: “No, no, non me lo hanno chiesto. Io faccio l’autore e non voglio dirigere nessuno. Non mi interessa, a me interessa scrivere canzoni belle, testi che parlano della vita”. Inoltre, ha rivelato di non aver seguito la kermesse: “Ho visto la partita della Juve. Però ho sentito una canzone molto bella, quella di Cristicchi. Toccante. So chi ha vinto, uno molto giovane, ma non ho avuto occasione di sentire il brano”.
La reazione di Cristiano Malgioglio
Le parole di Mogol hanno suscitato l’immediata reazione di Cristiano Malgioglio, che è intervenuto telefonicamente a “Storie Italiane” per difendere Giorgia: “Oggi sono molto nervoso per quello che ha detto Mogol su Giorgia. Il signor Mogol dovrebbe andare a scuola da lei, perché non ha una voce, ha uno strumento. È la più grande cantante della sua generazione, oggi non c’è una voce come la sua”. Ha poi aggiunto: “A seconda della canzone che uno canta, la voce cambia completamente. Quei virtuosismi che riesce a fare sono un’emozione enorme, ce ne fossero di voci così. Dire che Giorgia è antica? Non ci sto. Guai a chi mi tocca lei e i miei cantanti preferiti. Non è giusto e non capisco perché abbia detto questo”.
L’affondo di Valerio Scanu
Anche Valerio Scanu ha voluto commentare le parole di Mogol, ospite in un programma televisivo: “Nel 2025 saper cantare è una colpa. Sicuramente i manager di Mogol dovrebbero consigliargli meglio. Se dici una castroneria del genere poi diventi poco credibile. Come si fa a dire che Giorgia canta come cantava trent’anni fa? Canta bene come cantava trent’anni fa. Non mi sembra una voce antica. E poi vuole offrirle un corso nella sua scuola? Ma dai”.
La polemica sulle dichiarazioni di Mogol continua a infiammare il dibattito nel mondo della musica, con molti che si schierano a difesa di Giorgia, ritenendola una delle più grandi voci italiane contemporanee.
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Musica
Sanremo, Conti “Con Amadeus ci sentiamo, non c’è competizione”
Con Amadeus “siamo in ottimi rapporti, ci siamo sentiti come facevo io quando faceva lui il Festival, ci siamo fatti un in bocca al lupo” e “non c’è competizione tra noi”. Lo ha detto Carlo Conti a “Cinque minuti” in onda su Raiuno. Sulla vittoria di Olly, ammette: “Sono rimasto sorpreso dalle prime cinque posizioni, era tanto tempo che non c’erano tre cantautori. E’ un bel verdetto” ed “è stato un bel Festival, una bella sorpresa per tutti”. Conti è stato definito il ‘normalizzatorè. “La normalità forse dà fastidio”, magari “è la vera rivoluzione. Non credo di aver normalizzato niente, credo di aver fatto un Festival di Sanremo con delle buone canzoni. Spero che il tempo lo ce lo dirà”, ha aggiunto. E sulle posizioni più basse in classifica dei veterani come Massimo Ranieri e Marcella Bella: “Cambiano i tempi, le mode e le curiosità, credo che faccia parte dell’evoluzione del Festival”.
Dopo le polemiche per il mancato piazzamento di Giorgia e Achille Lauro nei primi cinque classificati al Festival di Sanremo, il prossimo anno confermerà lo stesso criterio tra le diverse componenti della giuria? “Penso di sì, le polemiche sulle giurie e sulle votazioni” sono sempre esistite “perchè è Sanremo che fa discutere, sarà il tempo che ci dirà quali sono le canzoni” che resteranno. E’ difficile che possano togliere Sanremo alla Rai con questi risultati? “Non dipende da quello, dipende da altro ma credo che sia impensabile per tutti un Sanremo non in RAI”, ma “nella vita mai dire mai”.
– Foto IPA Agency –
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