Cronaca
Omicidio di Mamadi Tunkara a Bergamo: confessione del presunto assassino
Il presunto assassino di Mamadi Tunkara, il vigilante 36enne di origine gambiana accoltellato a morte venerdì 3 gennaio nel centro di Bergamo, è stato rintracciato al confine con la Svizzera. Dopo ore di indagini serrate, Sadate Djiram, un 28enne originario del Togo, è stato sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio. Djiram ha confessato il delitto, dichiarando che l’aggressione sarebbe scaturita dalla gelosia per una donna, convinto che la sua ex compagna avesse intrapreso una relazione con la vittima. La ragazza, di nazionalità italiana, è stata sentita dalla polizia, ma al momento non ci sono conferme ufficiali su questa circostanza. Il fratello della vittima, Alieu Tunkara, ha affermato di non sapere nulla al riguardo e la donna stessa ha negato.
L’omicidio è avvenuto nel pomeriggio di venerdì 3 gennaio nelle vie del centro di Bergamo. Poco prima delle 15:30, in via Tiraboschi, Mamadi Tunkara è stato accoltellato a morte mentre si stava recando al lavoro in bicicletta. La vittima, responsabile della vigilanza privata presso il supermercato Carrefour, è stata spintonata, fatta cadere a terra e colpita con quattro o cinque coltellate. Mamadi, originario del Gambia e residente a Verdello, era molto conosciuto e soprannominato “Lookman” per la somiglianza con il calciatore dell’Atalanta.
Sadate Djiram non è al momento accusato di premeditazione, sebbene si sia presentato con un coltello con una lama di 14 centimetri per cercare Mamadi. Djiram è stato intercettato all’alba successiva in Svizzera, poco oltre la frontiera, senza documenti, e consegnato alla polizia italiana. Dopo l’omicidio, il giovane era riuscito a lasciare Bergamo e a spingersi fino al Canton Ticino. La polizia di Como era già a conoscenza del suo avviso di ricerca. Durante la fuga, Djiram aveva perso uno zainetto contenente i suoi documenti, dettaglio che ha permesso alle forze dell’ordine di risalire alla sua identità.
Ieri mattina, un coltello compatibile con quello utilizzato per uccidere Mamadi Tunkara è stato trovato all’interno di un cortile di via Paglia, a poche centinaia di metri dal luogo dell’omicidio e lungo la via di fuga del killer. La polizia scientifica è intervenuta sul posto per effettuare i rilievi e il sequestro dell’arma.
L’autopsia sulla salma di Mamadi Tunkara è programmata per martedì 7 gennaio. Dopo l’esame, il corpo sarà riportato in Gambia per i funerali. La comunità di Bergamo attende ulteriori dettagli sulle circostanze della morte e sul proseguimento delle indagini per fare piena luce su questa tragica vicenda.
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Cronaca
Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose
I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.
Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.
Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.
Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.
È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.
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Cronaca
Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale
Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.
L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.
La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.
Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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Cronaca
Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale
Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.
L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.
La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.
Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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