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La Guerra Civile in Siria: Una Crisi Umana e Politica che Non Si Ferma

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ADN24

La guerra civile siriana, iniziata nel 2011 come parte della Primavera Araba, è un conflitto complesso che ha coinvolto una miriade di gruppi etnici, religiosi e politici. Quella che inizialmente sembrava una protesta contro il regime autoritario di Bashar al-Assad è rapidamente degenerata in una guerra aperta, con il coinvolgimento di potenze regionali e internazionali.

La Siria, un tempo uno stato relativamente stabile nel Medio Oriente, si è trasformata in un campo di battaglia per una serie di forze rivali. Mentre il regime di Assad è supportato dalla Russia e dall’Iran, numerosi gruppi di opposizione e milizie ribelli hanno cercato di rovesciare il governo, con il supporto di potenze occidentali come gli Stati Uniti e i paesi europei. Nel frattempo, i curdi siriani, che avevano preso il controllo di alcune zone del paese, sono stati coinvolti in un conflitto separato con la Turchia, che accusa i curdi di legami con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), un gruppo armato.

L’intervento della Russia nel 2015 ha cambiato drasticamente le dinamiche del conflitto, permettendo ad Assad di recuperare il controllo su gran parte del paese. Tuttavia, alcune regioni, in particolare nel nord e nel nord-est, rimangono sotto il controllo di gruppi armati e forze curde, che continuano a lottare per l’autonomia. L’ISIS, che ha inizialmente preso il controllo di ampie porzioni del territorio siriano e iracheno, è stato sconfitto militarmente, ma rimane una minaccia sotto forma di cellule dormienti e attacchi sporadici.

Le atrocità commesse durante il conflitto, incluse le atrocità di guerra e gli attacchi contro i civili, hanno sollevato gravi preoccupazioni per i diritti umani. L’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad ha attirato l’attenzione internazionale e ha portato a ritorsioni militari da parte degli Stati Uniti. La comunità internazionale ha anche criticato aspramente le politiche di bombardamenti indiscriminati e gli attacchi contro ospedali e scuole.

Nonostante alcuni tentativi di cessate il fuoco e colloqui di pace, il conflitto siriano rimane irrisolto. Mentre alcune aree sono parzialmente ricostruite, milioni di siriani vivono in condizioni precarie, con la mancanza di servizi di base, cibo e acqua. La crisi dei rifugiati è una delle più grandi sfide umanitarie dei nostri tempi, con milioni di siriani che vivono in campi profughi in Turchia, Libano, Giordania e altri paesi. La stabilizzazione della Siria appare lontana, e la guerra civile continua a essere una delle crisi più lunghe e devastanti della storia recente.

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Scuola, Valditara “Guardare indietro per costruire un futuro solido”

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MILANO (ITALPRESS) – “Il segreto è guardare indietro per andare verso il futuro: e se non abbiamo la consapevolezza di chi siamo, da dove veniamo, quali sono i valori elaborati dalla civiltà occidentale non potremo costruirci un futuro solido, rischiamo il porto delle nebbie. Noi abbiamo investito risorse importanti nella digitalizzazione, nell’intelligenza artificiale, nel 2023 abbiamo approvato le nuove linee guida sulle materie Stem. Ma in una società dove l’intelligenza artificiale sta diventando così centrale, se non si ha la consapevolezza dei grandi valori dell’umanesimo rischiamo l’anonimizzazione: non sarà certo il robot a ispirare le grandi scelte strategiche e la convivenza tra le persone”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ai microfoni di Radio Libertà, parlando delle recenti indicazioni sui programmi scolastici.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Morto a 78 anni David Lynch, regista visionario

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morto all’età di 78 anni il regista e sceneggiatore David Lynch. La notizia è riportata dalla rivista Variety che cita un post Facebook della famiglia: “”C’è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come diceva lui, ‘Tieni d’occhio la ciambella e non il bucò”. Lynch rivelò nel 2024 che gli era stato diagnosticato un enfisema dopo una vita passata a fumare, e che probabilmente non sarebbe più stato in grado di uscire di casa per dirigere.
Nato a Missoula, nel Montana, il 20 gennaio del 1946, David Keith Lynch è stato uno dei registi tra i più acclamati, importanti e influenti del suo tempo. Con il suo stile visionario, Lynch aveva rivoluzionato il linguaggio del cinema e della televisione. Nei suoi lavori si fondono elementi di horror, film noir, giallo e surrealismo tessendo racconti non dissimili da quelli di Luis Buñuel, che procedevano con una logica impenetrabile. Nato come pittore, le sue opere sono esposte in musei e gallerie d’arte come il Museum of Modern Art di New York e la Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Filadelfia. Successivamente entra nel mondo del cinema divenendo regista, sceneggiatore e produttore, spesso anche nel ruolo di montatore, scenografo, progettista del suono e attore nei suoi stessi film. Tra le pellicole più famose “The Elephant Man”, “Velluto blu” e “Mulholland Drive”, per le quali ricevette la nomination al Premio Oscar per la regia, e “Cuore selvaggio”. Lynch ha anche ricevutio il Leone d’oro alla carriera durante la 63ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, per “Inland Empire – L’impero della mente” nella sezione fuori concorso. Nei primi anni Novanta fu la principale mente creativa della serie “I segreti di Twin Peaks”, divenuto un fenomeno culturale dall’enorme impatto mediatico. Nell’ottobre del 2019 venne premiato con l’Oscar alla carriera. Lynch è stato sposato quattro volte: con Peggy Lentz, da cui ha avuto una figlia, con Mary Fisk, dalla quale ha avuto un figlio, con Mary Sweeney, anche con lei ha avuto un figlio, e con Emily Stofle con la quale ha avuto una figlia.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-

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Sicurezza, Piantedosi “Preoccupa aggressività dei manifestanti”

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ROMA (ITALPRESS) – “La preoccupazione dev’essere uno dei principali fondamenti del lavoro che faccio. Devo dire che si fonda anche, non solo adesso, su questa vicenda della tragedia che ha riguardato il giovane Ramy, ma anche tutte le altre rivendicazioni che avevano preceduto un pò le manifestazioni di piazza degli scorsi mesi, dove al variare delle motivazioni si era registrato comunque una tendenza dei manifestanti a essere molto aggressivi soprattutto nei confronti delle forze di polizia. Quindi questo è sicuramente un elemento di preoccupazione”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ospite di “Dritto e Rovescio” su Retequattro.
I 273 agenti feriti nelle manifestazioni del 2024, per il ministro “sono numeri di un certo significato, soprattutto se messi in relazione al numero che riguarda la crescita complessiva di circa il 10% delle manifestazioni che si sono svolte nel 2024. Mi piace e mi consente di sottolineare che questo è un dato che contraddice anche alcune cose che si erano dette in passato, che questo Governo fosse in qualche modo portato a comprimere la libertà di manifestazione del pensiero. Noi segnaliamo invece una decrescita del numero in percentuale delle manifestazioni che fanno rilevare una certa criticità – ha concluso Piantedosi – Quindi vuol dire che a minore criticità si è registrato un aumento in percentuale di casi in cui si è visto le forze dell’ordine come obiettivo prioritario dei manifestanti”.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-

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