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Cronaca

Incidente aereo in Kazakistan: oltre 30 vittime e mistero sulle cause

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ADN24

Un volo passeggeri della Azerbaijan Airlines, partito da Baku in Azerbaijan e diretto a Grozny in Cecenia, è precipitato vicino all’aeroporto di Aktau, in Kazakistan. A bordo dell’Embraer 190 c’erano 62 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio. Al momento, il bilancio delle vittime è incerto, ma il vice primo ministro kazako ha confermato che 38 persone hanno perso la vita, mentre 29 sono sopravvissute. I soccorritori hanno recuperato 4 corpi e la scatola nera dell’aereo.

Tra i passeggeri si trovavano cittadini di vari paesi, tra cui 16 russi, 37 azerbaigiani, 6 kazaki e 3 kirghizi. I feriti, ricoverati in ospedale, sono stati descritti in condizioni varie, con 11 persone in gravi condizioni. L’incidente ha scatenato un’imponente operazione di salvataggio, con 150 vigili del fuoco impegnati a spegnere l’incendio derivante dallo schianto.

Le cause dell’incidente sono ancora oggetto di indagine. Inizialmente, la compagnia aerea aveva parlato di una collisione con uno stormo di uccelli, ma successivamente ha smentito questa versione, sostenendo che si trattava di un atterraggio di emergenza. Il Ministero della Sanità kazako ha invece parlato di un’esplosione di pallone a bordo, senza entrare nei dettagli. Tuttavia, alcune teorie alternative stanno prendendo piede: tra i passeggeri sopravvissuti, infatti, qualcuno ha riferito di aver sentito colpi contro la fusoliera, e le immagini della carlinga sembrano mostrare fori che potrebbero essere stati causati da un missile.

Secondo alcuni esperti e fonti ucraine, il velivolo potrebbe essere stato abbattuto da un sistema di difesa aerea russo. La presenza di fori nella parte posteriore della carlinga ha alimentato tali sospetti, alimentando la speculazione che il velivolo sia stato colpito da un missile terra-aria. In risposta, il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha ordinato un’indagine approfondita sull’accaduto.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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