Tecnologia
Nasce un modello italiano per il contrasto alle frodi telefoniche
Il fenomeno del telemarketing selvaggio e delle truffe telefoniche basate sulla falsificazione dell’identità del chiamante, oltre ad indebolire la fiducia dei consumatori nell’utilizzo delle comunicazioni a voce e nelle reti telefoniche, costituisce una grave minaccia per il settore dei BPO e Contact Center.
Sull’esempio della Francia dove, con un tasso di spam del 42,7% e tra i Paesi europei più colpiti dalle chiamate indesiderate e fraudolente, le autorità francesi hanno deciso di intraprendere un percorso di contromisure basato sull’adozione del protocollo STIR/SHAKEN, anche in Italia le associazioni di categoria hanno proposto di adottare come modello per il contesto italiano, un’evoluzione della soluzione francese, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il controllo sulle chiamate contraffatte attraverso l’integrazione di funzionalità avanzate basate sull’utilizzo di database condivisi e tecnologie avanzate.
Considerato che la pratica del CLI Spoofing, ossia la falsificazione dell’identificativo del chiamante, rappresenta una minaccia crescente per la sicurezza delle comunicazioni telefoniche, coinvolgendo milioni di chiamate fraudolente ogni giorno in tutto il mondo e causando gravi conseguenze economiche, reputazionali e operative per consumatori, imprese e operatori telefonici, AssoCall, AssoContact e Asseprim, le principali associazioni nazionali per i Business Process Outsourcers (BPO) e i Contact Center aderenti a Confcommercio Imprese per l’Italia, hanno promosso un’iniziativa che punta a creare una stretta cooperazione tra associazioni di categoria, autorità regolatorie, fornitori di tecnologia e operatori telefonici per un approccio sistemico e condiviso.
Questa iniziativa nasce a sostegno dell’attesa delibera AGCOM n. 457/24/CONS del 13 ottobre 2024, che ha avviato una consultazione pubblica su un Regolamento che prevede l’obbligo per gli operatori telefonici di adottare sistemi di blocco per chiamate provenienti dall’estero con CLI irregolare o non verificabile.
Per questa ragione a Roma, presso la sede nazionale della Confcommercio Imprese per l’Italia, è stato siglato un Protocollo per la “Prevenzione e il Contrasto contro le Chiamate Contraffatte dell’Identificativo Chiamante (CLI Spoofing)”, a cui hanno aderito anche associazioni di tutela dei consumatori Codacons, Assoutenti,A.E.C.I – (Associazione Europea Consumatori Indipendenti), Movimento Difesa del Cittadino; Konsumer Italia, OIC (Osservatorio Imprese e Consumatori), l’associazione di categoria dei reseller e trader del settore energetico ARTE, Innova Semplice e Italtel, azienda italiana leader nel settore ICT ed esperta in soluzioni avanzate di autenticazione e sicurezza delle reti.
Obiettivo del Protocollo di Intesa è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e, in particolare, ottenere la concreta collaborazione da parte degli operatori di telecomunicazione su una regolamentazione che risulta urgente adottare in Italia, per rendere più sicure le connessioni telefoniche e proteggerle dai cyber attacchi. Il documento traccia un modello che risulta essere coerente con quanto stabilito dalla stessa delibera AGCOM, invitando tutti i portatori di interessi a far pervenire i propri contributi per arricchire e migliorare la consultazione.
Alla presentazione del protocollo sono intervenuti: Leonardo Papagni, presidente AssoCall; Giulia Rinaldi, presidente Codacons Lazio; Gabriele Melluso, presidente Assoutenti; Marco Ferraresi,presidente ARTE; Umberto Bellini, presidente Asseprim; Lelio Borgherese, presidente AssoContact; Andrea Conte, ceo Innova Semplice; Ivan Marinelli, presidente A.E.C.I.
Le associazioni di categoria, da sempre attente a garantire da un lato il pieno rispetto della legalità nell’interesse dei diritti dei consumatori, e dall’altro a tutelare le aziende che operano in totale trasparenza, e che in Italia impiegano migliaia di addetti e contribuiscono ad una importante parte del PIL, hanno deciso di unirsi per fermare le truffe telefoniche.
‘Secondo alcuni dati nel 2023 in Italia il 15% delle truffe in ambito digital banking è avvenuto attraverso la tecnica dello spoofing – ha affermato Gianluca Di Ascenzo, presidente Codacons e di OIC – E’ importante, quindi, collaborare con le istituzioni, le Autorità e gli stakeholders di settore per mettere in campo le soluzioni tecnologiche utili a cercare di contrastare questo fenomeno sempre più dilagantè. “E’ la prima volta che le associazioni per la tutela dei consumatori e i rappresentanti dei Call Center si trovano a fianco per condividere una battaglia di civiltà sulla scia delle linee tracciate dall’autorità contro la pratica criminosa dello spoofing. – spiega Leonardo Papagni, presidente AssoCall-Confcommercio – Facciamo appello anche agli operatori telefonici, oggi assenti dal nostro tavolo, affinchè prendano posizione e adottino presto le attese misure anti-spoofing.Infine auspico che possano aderire presto al Protocollo anche le banche e le grandi utilities”.
Si stima che oggi su 10 chiamate di ricevute, ben 8 sono illegittime: dunque con misure anti-spoofing gli utenti riceverebbero l’80% di chiamate in meno ma, soprattutto, quelle ricevute sarebbero chiamate desiderate: effettuate da aziende che hanno ricevuto l’espresso consenso e secondo tutte le garanzie di Legge. In questo modo funzionerebbe, secondo il parere di AssoCall, anche il Registro delle Opposizioni.
“La decisione di Assoutenti di aderire a questo protocollo nasce dalla necessità di tutelare in maniera concreta i diritti dei consumatori, sempre più esposti al teleselling selvaggio e alle chiamate fraudolente.
Il fenomeno del CLI Spoofing rappresenta una violazione inaccettabile della privacy dei cittadini e mina alle fondamenta la fiducia nei mezzi di comunicazione telefonica. – ha osservato Gabriele Melluso, presidente Assoutenti – I consumatori non possono più essere ostaggio di un sistema che li espone quotidianamente a chiamate invasive e ingannevoli, spesso finalizzate a truffe o pressioni commerciali sleali. Per questa ragione, come Assoutenti, consideriamo imprescindibile l’introduzione di strumenti innovativi, capaci di verificare l’autenticità delle chiamate al fine di bloccare in tempo reale i tentativi di frode”.
“Il dilagare del fenomeno del CLi spoofing sta generando ripercussioni divenute oramai insostenibili per milioni di cittadini italiani. La nostra associazione rappresenta oltre 2 milioni e cinquecentomila utenti, per questo riteniamo doveroso sottoscrivere un protocollo d’intesa che mira a combattere una pratica fortemente fraudolenta, che è già costata, a livello globale, perdite stimate in quasi 40 miliardi di dollari l’anno. – ha dichiarato Marco Ferraresi, presidente ARTE – Da sempre ARTE è schierata sul fronte della difesa dei consumatori e della lotta contro ogni iniquità o comportamento vessatorio. Perseverare con ogni possibile contributo utile a ripristinare condizioni di legalità nella libera scelta di prodotti e servizi, rispondendo con fermezza al contrasto di questi fenomeni, responsabilizzando gli operatori telefonici e continuando a fornire strumenti utili di denuncia”.
Individuata la soluzione tecnologica che frenerebbe drasticamente il telemarketing illegale, le truffe bancarie e altre violazioni telefoniche, l’auspicio dei soggetti intervenuti è che gli operatori di telecomunicazione si adoperino per implementare quanto indicato dalla delibera dell’ AGCOM: concentrarsi sul contrasto allo spoofing, che risolverebbe le attuali criticità del telemarketing e, una volta bloccate le chiamate con numero falso, valutare con serenità se siano realmente necessari ulteriori tutele o se il sistema italiano di tutela del consumatore – che è uno dei più regolati d’Europa per quanto riguarda il telemarketing – finalmente in grado di funzionare, sia già idoneo a consentire alle aziende del settore di lavorare seriamente e al consumatore di evitare le chiamate che non desideri ricevere.
– foto ufficio stampa Assocall-Confcommercio –
Tecnologia
Innovazione, Barachini “Con l’intelligenza artificiale serve un approccio antropocentrico”
“L’intelligenza artificiale è uno strumento che sta cambiando le nostre vite, cambierà le nostre vite”. Lo ha detto il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, a Napoli, a margine di Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell’Economia.
“Ci saranno – ha proseguito Barachini – sviluppi positivi in moltissimi ambiti scientifici. Da un punto di vista editoriale e informativo, è sicuramente un’innovazione da regolare perché può indurre una modifica sostanziale del lavoro umano e anche, in qualche modo, una sostituzione. Quindi, bisogna cercare di far sì che questo strumento di innovazione aumenti le capacità distributive, anche le capacità di ricerca in un ambito editoriale, ma non sostituisca quella straordinaria esperienza, quella competenza, quel lavoro umano e quella responsabilità umana che deve sempre essere al centro del lavoro di chi fa informazione e giornalismo. L’uomo – ha concluso – deve essere al centro del nostro approccio di visione dell’utilizzo dell’Ai, è un approccio antropocentrico che ponga la responsabilità umana, la faccia di chi produce l’informazione e la sua responsabilità al centro del processo”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
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La Trasformazione Digitale degli Smart Plant: Efficienza, Sostenibilità e Competitività nell’Industria Manifatturiera
La trasformazione digitale sta rivoluzionando l’industria manifatturiera, con l’introduzione degli smart plant, impianti industriali intelligenti che, attraverso l’analisi dei dati e processi ottimizzati, permettono a macchine e operatori di prendere decisioni informate, migliorando l’efficienza e la competitività. Le fabbriche del futuro non sono più semplici luoghi di produzione, ma veri e propri ecosistemi connessi, dove l’intelligenza artificiale, l’automazione e la convergenza tra IT (Information Technology) e OT (Operational Technology) giocano un ruolo fondamentale. Questa integrazione consente un’ottimizzazione dei processi produttivi, portando vantaggi significativi anche in termini di sostenibilità ambientale e sicurezza sul lavoro.
Nonostante i vantaggi evidenti in termini di Overall Equipment Effectiveness (OEE) e flessibilità produttiva, molte aziende incontrano difficoltà nella transizione verso gli smart plant. Tra i principali ostacoli ci sono la disponibilità dei dati, l’integrazione tra IT e OT, e la gestione del cambiamento. Tuttavia, le nuove fabbriche digitali offrono un’opportunità unica per progettare l’efficienza fin dall’inizio e diffondere i benefici della smart manufacturing su scala globale. Le aziende che affrontano con successo queste sfide possono migliorare la loro competitività, ottimizzare i processi e massimizzare i risultati economici e ambientali.
Capgemini si posiziona come partner strategico per la trasformazione digitale dell’industria, fornendo soluzioni innovative che combinano processi di gestione snelli, tecnologie modulari intelligenti, analisi avanzata dei dati e automazione. Il suo approccio è altamente flessibile, adattandosi a diversi settori industriali, dalla produzione discreta all’industria di processo, garantendo vantaggi economici e operativi a lungo termine.
La trasformazione verso gli smart plant non riguarda solo il miglioramento delle performance aziendali, ma mira ad avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Le soluzioni proposte contribuiscono alla riduzione degli sprechi, all’ottimizzazione del consumo energetico e al miglioramento delle condizioni di lavoro. L’obiettivo è creare un modello di industria intelligente che coniughi efficienza, sostenibilità e benessere dei dipendenti. “La nostra offerta dedicata agli smart plant basati sui dati mira ad abilitare la totale connettività e intercomunicazione di dispositivi operativi, processi e infrastrutture,” afferma Giulio Lanza, Presales Director di Capgemini Engineering in Italia. “L’uso analitico dei dati raccolti consente a macchine e persone di prendere decisioni intelligenti, basate sui fatti, che si trasformano in attività autonome o azioni umane, aumentando l’efficienza delle prestazioni e la centralità del cliente. Creiamo valore per i nostri clienti trasformando le loro organizzazioni e implementando soluzioni che hanno un impatto positivo sull’ambiente e sulla società, assicurando al contempo benefici finanziari a lungo termine.”
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L’Ue sospende i contatti con Huawei dopo l’indagine per corruzione
L’Unione Europea ha deciso di sospendere immediatamente tutti i contatti e gli incontri con Huawei, il colosso cinese delle telecomunicazioni, a seguito dell’apertura di un’indagine da parte della giustizia belga per sospetta corruzione legata alle attività di lobbying dell’azienda. La Commissione europea ha comunicato che tutti i dipartimenti dell’esecutivo e i team dei commissari saranno istruiti a non intrattenere ulteriori rapporti con Huawei fino a nuovo ordine.
La decisione arriva in un momento di crescente preoccupazione riguardo alle pratiche aziendali di Huawei e al suo coinvolgimento in attività di lobbying che potrebbero sollevare dubbi su potenziali conflitti di interesse e sulla sicurezza delle comunicazioni all’interno dell’Unione Europea. L’indagine in corso in Belgio sta gettando nuova luce sulle attività dell’azienda, che da tempo è al centro di controversie legate alla sicurezza delle infrastrutture di rete globali.
La sospensione dei contatti riflette una posizione di cautela da parte delle istituzioni europee, che continuano a monitorare attentamente la situazione e le implicazioni legali e geopolitiche che potrebbero derivarne.
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