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Cronaca

Catanzaro | Operazione “Case Nere”: 8 arresti per gestione illecita delle case popolari

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ADN24

Una vasta operazione condotta dalla DIGOS della Questura di Catanzaro e dai Carabinieri del Comando Provinciale, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, ha portato all’arresto di otto persone, due delle quali sono finite in carcere, mentre le altre sei sono agli arresti domiciliari. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal GIP del Tribunale di Catanzaro, sulla base di gravi indizi di reato che configurano un quadro complesso di illeciti.

Le accuse spaziano dall’associazione per delinquere finalizzata a falsi materiali e ideologici in atti pubblici, corruzione e concussione, fino all’omissione di atti d’ufficio, induzione indebita, tentato peculato e truffa aggravata. Tra le vicende più gravi, emerge una gestione parallela e illegale delle assegnazioni di case popolari, con richieste di denaro o altre utilità in cambio di favori illeciti.

Le investigazioni hanno combinato intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese, analisi documentali e raccolta di testimonianze. Questo lavoro ha consentito di delineare, seppur in fase preliminare, l’esistenza di un’organizzazione dedita a manipolare le procedure di assegnazione delle case popolari gestite dall’ATERP (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica).

L’ATERP, secondo la normativa regionale, dovrebbe limitarsi alla gestione tecnica e amministrativa degli immobili, mentre l’assegnazione spetta ai Comuni, che utilizzano graduatorie pubbliche. Tuttavia, i funzionari coinvolti bypassavano le regole, creando un sistema parallelo di assegnazione in cambio di compensi economici o altre utilità.

Tra gli arrestati figura anche un amministratore locale, che pur non avendo incarichi diretti nell’ATERP, agiva da intermediario tra i cittadini interessati e i funzionari corrotti. Questo modus operandi violava sistematicamente la legge regionale, danneggiando non solo il corretto funzionamento dell’assegnazione degli alloggi, ma anche le famiglie bisognose escluse dai benefici a cui avrebbero avuto diritto.

L’operazione, definita “Case Nere”, è ancora nella fase delle indagini preliminari. La responsabilità degli indagati dovrà essere accertata nel corso del processo, ma le autorità sottolineano la gravità di un sistema che ha sfruttato la disperazione di famiglie in difficoltà per fini illeciti.

La Procura di Catanzaro ha dichiarato che continuerà a monitorare e combattere tali fenomeni, ribadendo l’importanza di tutelare i diritti dei cittadini e garantire la trasparenza nelle assegnazioni pubbliche.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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