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Attualità

Zappi “Favorevole al Var a chiamata, deciderà l’Ifab”

ADN24

ROMA (ITALPRESS) – “Sabato abbiamo ottenuto un grande consenso su quella che è una proposta evolutiva del nostro mondo. Vogliamo andare in una direzione di rafforzamento e di centralità delle eccellenze tecniche. Ci dobbiamo svincolare da alcune interferenze politiche che negli ultimi tempi ci hanno creato dei problemi interni. Nel giro di poco tempo, è mia ferma intenzione istituire una direzione tecnica che minimizzi le problematiche che hanno afflitto la classe arbitrale”. Così Antonio Zappi, neo presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (Aia), ospite di ‘Radio Anch’io Sport’ su Rai Radio 1, sul programma per il nuovo mandato. Dove rintracciare nuovi potenziali arbitri è presto detto: “Nei programmi di formazione bisogna partire da attività di coaching e mentoring – sottolinea Zappi – A me piacerebbe un sistema nel quale il calcio avverta la necessità di avere una classe arbitrale migliore. Abbiamo da molti anni delle proposte di doppio tesseramento, con la possibilità per i ragazzi di giocare e di fare gli arbitri. Chi ha giocato a calcio, può diventare velocemente arbitro. Dobbiamo aprirci al mondo delle scuole. Mi piacerebbe coinvolgere anche i giocatori della Nazionale per invogliare e invitare i ragazzi a fare gli arbitri”. Sull’ipotesi del Var a chiamata: “Premettendo che sarà l’IFAB a decidere tempi e modi, credo che il Var a chiamata possa affermare un criterio di giustizia sostanziale – ammette il neo numero uno dell’Aia – A me piacerebbe un sistema all’interno del quale chi esce dal terreno di gioco abbia la certezza e la consapevolezza che la decisione assunta sia quella giusta. Mi piacerebbe un’evoluzione protocollare che vada in questa direzione. Ascolto audio Var? In un’ottica di piena trasparenza, mi piacerebbe che il calcio seguisse l’esempio del rugby, con la possibilità degli arbitri di spiegare a tutti le decisioni ed evitare a chiunque di poter mantenere qualsiasi retropensiero. Ex calciatori in sala Var? Come consulenti tecnici, tutti gli addetti ai lavori sono utili. Includerli direttamente in sala Var sarebbe eccessivo. Separazione carriere tra arbitri di campo e al Var? Si deve andare sempre di più verso una specializzazione, sono funzioni essenzialmente diverse”. Zappi si sofferma anche sul futuro del ruolo dell’arbitro: “Non immagino un arbitro che sia un mero esecutore di ordini della sala Var. La sensibilità che si ha sul terreno di gioco per assumere la decisione migliore deve rimanere. Immagino un sistema in cui il capitano o l’allenatore possa avere un potere di on field review. Chi ritiene di aver subìto un torto, deve immaginare di poter alzare la mano e dire ‘arbitro, ritengo di aver subìto un’ingiustizià, ovviamente in maniera limitata, in cui si possa conservare o perdere il diritto della chiamata a seconda dell’esito del Var sull’episodio, per evitare così prospettive ostruzionistiche. Ma sarà l’IFAB a dirci come muoverci”. Su Rocchi e Orsato: “La qualità di Rocchi non ha bisogno di essere messa in discussione dal neo presidente dell’Aia. Ha un contratto biennale, proseguirà il suo lavoro. Sta lavorando bene, cercando di porre attenzione anche alla necessità di ricambio generazionale. Orsato è stato un arbitro importante, del quale l’Aia ha bisogno. A breve ci metteremo a tavolino. Ha dato già la sua disponibilità”. Zappi conclude sul tema delle interviste agli arbitri a fine partite: “Chi si occupa di comunicazione, sa benissimo che, in un contesto di stress, una parola espressa male davanti a milioni di persone può creare una grande confusione e può essere fuorviante. Ho in mente di istituire un canale tematico col quale spiegare le decisioni arbitrali, nei tempi e nei modi giusti. Immediatamente dopo le gare è complicato immaginare interviste a caldo”.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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La Russa “Ancora ombre inaccettabili sulla morte di Nicola Calipari”

“Esattamente vent’anni fa, il 4 marzo del 2005, a Bagdhad, durante l’operazione di liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, perdeva la vita un valoroso e coraggioso uomo dello Stato: il dottor Nicola Calipari.
Voglio ricordarlo oggi, in quest’Aula, sia perchè era un prezioso esempio di integrità e di impegno al servizio della Patria, sia per la generosità del suo sacrificio”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, parlando nell’Aula di Palazzo Madama.
“Nato a Reggio Calabria il 23 giugno del 1953, dopo una brillante carriera nella Polizia di Stato, Nicola Calipari era entrato nel SISMI nell’agosto del 2002 – prosegue La Russa -. Era stato responsabile dei Servizi nei territori iracheni era stato coinvolto in molte delicate operazioni, distinguendosi sempre per intelligenza, professionalità, profondo senso del dovere.

Nel 2004 aveva avuto un ruolo fondamentale nella liberazione delle operatrici umanitarie italiane Simona Pari e Simona Torretta. Anche la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena era stato un importante successo ottenuto grazie al suo acume e alle sue doti di mediatore”.
“Vi sono ancora troppe inaccettabili ombre sulle circostanze che hanno portato alla sua morte, ma non vi è dubbio alcuno però sull’eccezionale eroismo che Nicola Calipari ha dimostrato facendo scudo con il proprio corpo a Giuliana Sgrena e salvandole la vita – conclude La Russa -. Oggi, rendendo onore al coraggio di Nicola Calipari e al suo sacrificio, voglio rinnovare la vicinanza mia personale e di tutto il Senato all’ex senatrice Rosa Maria Villecco, ai familiari ed ai colleghi del dottor Nicola Calipari. Invito l’aula a ricordarlo osservando un minuto di silenzio”.

– Foto IPA Agency –

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Trump sospende gli aiuti militari all’Ucraina

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha deciso di sospendere gli aiuti militari americani all’Ucraina dopo l’accesa discussione di venerdì scorso nello Studio Ovale con il leader ucraino Volodymyr Zelensky: a riferirlo un funzionario della Casa Bianca alla CNN. Lo stop agli aiuti militari, che non riguarda le truppe che si trovano già sul territorio, resterà in vigore finchè “Zelensky non avrà dimostrato la volontà di cercare colloqui di pace”.

“Il presidente è stato chiaro nel dire che è concentrato sulla pace – ha evidenziato il funzionario -. Abbiamo bisogno che anche i nostri partner si impegnino per raggiungere questo obiettivo. Stiamo sospendendo e rivedendo i nostri aiuti per assicurarci che contribuiscano a una soluzione”.

– foto: Ipa Agency –

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“Le vittime dell’odio”: a Milano un convegno sui diritti umani

Si è tenuto questa mattina, presso l’Auditorium Nissim della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, il convegno “Le vittime dell’odio”, organizzato dall’OSCAD del Ministero dell’Interno con Prefettura, Questura e Comando Provinciale dei Carabinieri. Presenti il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Capo della Polizia Vittorio Pisani e numerose personalità istituzionali, accademiche e sociali.

L’iniziativa ha ribadito l’impegno delle istituzioni nel garantire la tutela dei diritti umani, con particolare attenzione alle persone più vulnerabili. Ad aprire l’evento è stato Giulio, studente del Liceo Paolo Frisi di Monza, leggendo il brano “L’Indifferenza” di Elie Wiesel. Sono seguiti i saluti istituzionali di Roberto Jarach, Pasquale Angelosanto, Noemi Di Segni e Claudio Sgaraglia. Il Prefetto Raffaele Grassi, Presidente dell’OSCAD, ha sottolineato come la vera sfida delle democrazie sia la salvaguardia dei diritti umani.

Moderato da Enrico Mentana e Francesca Romana Capaldo, il convegno ha affrontato il rapporto tra hate speech, social media e intelligenza artificiale con gli interventi di Milena Santerini, Ruben Razzante, Ivano Gabrielli e Giovanni Colletti. Stefano Pasta ha illustrato le strategie di counter speech, mentre Luca Spizzichino, Davide Fiano e Shulamit Bondì hanno ribadito l’importanza della memoria storica.

Si è poi discusso dello sport come strumento di inclusione con Luca Pancalli, Giulia Ghiretti e Massimiliano Riccio. La mattinata si è conclusa con un significativo dialogo tra la Senatrice Liliana Segre e il Ministro Piantedosi, riflettendo sull’importanza della memoria e della lotta all’odio.

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