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Cronaca

Lavoro nero e sfruttamento a Panarea: operaio ferito abbandonato in strada

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ADN24

Un grave caso di sfruttamento lavorativo e violazione dei diritti umani si è verificato un anno fa sull’isola di Panarea, in provincia di Messina. Un lavoratore irregolare di origine magrebina, pagato appena 7 euro al giorno, è stato abbandonato in strada dopo essere rimasto vittima di un incidente sul lavoro. Il titolare di un’impresa edile, accusato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, è ora sottoposto al divieto di dimora, e sono stati sequestrati tre container usati come alloggi per i lavoratori, oltre a due mezzi impiegati nell’attività lavorativa.

L’incidente è avvenuto il 21 dicembre 2023, quando il manovale è rimasto schiacciato dal muletto di proprietà dell’indagato. Invece di prestare soccorso, l’imprenditore lo ha lasciato in strada, lontano dal luogo dell’incidente. Un passante ha poi aiutato il lavoratore, che è stato trasportato in ospedale con l’elisoccorso per fratture al perone e lesioni a un legamento del ginocchio.

Dalle indagini è emerso che altri sei lavoratori nordafricani, oltre alla vittima, venivano sfruttati in condizioni disumane. Lavoravano fino a 12 ore al giorno, con una paga compresa tra 5,70 e 7 euro. Alloggiavano in container fatiscenti dotati di piccole stanze, una cucina in pessime condizioni e un unico bagno, vivendo in un degrado assoluto.

L’imprenditore avrebbe approfittato dello stato di bisogno dei lavoratori, violando le normative su orari di lavoro, sicurezza e retribuzioni. Le condizioni in cui operavano includevano anche l’assenza di ferie, riposi e permessi. Inoltre, i lavoratori erano sottoposti a minacce: chi non avesse accettato di firmare dimissioni volontarie rischiava di non essere pagato.

Questo episodio rappresenta un esempio drammatico di sfruttamento e di mancato rispetto della dignità e dei diritti umani. Evidenzia la necessità di intensificare il contrasto al caporalato e alle forme di lavoro irregolare, oltre che di promuovere una maggiore responsabilità sociale e vigilanza sulle condizioni lavorative.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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