Cronaca
Sequestrati armi, reperti archeologici e specie protette: un caso unico nel biellese
Un’operazione condotta dai Carabinieri della Stazione di Masserano, in collaborazione con il Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale e i Carabinieri Forestali, ha portato alla scoperta di un ingente deposito illegale di armi, munizioni, reperti archeologici e naturalistici, oltre a parti di animali protetti detenuti in violazione delle leggi internazionali e nazionali. L’intervento ha svelato un collezionismo illecito di portata straordinaria, coinvolgendo esemplari rari e beni dal valore culturale inestimabile.
Tra gli oggetti sequestrati spiccano 88 reperti faunistici protetti dalla Convenzione di Washington (CITES), un trattato internazionale che regola il commercio di specie a rischio di estinzione, e 7 tutelati dalla normativa italiana sulla fauna selvatica. Il valore complessivo di questi beni, che include pelli pregiate, zanne di elefante e ippopotamo, carapaci di testuggini marine e animali imbalsamati, è stimato tra i 50.000 e gli 80.000 euro.
L’operazione ha coinvolto diversi nuclei specializzati dei Carabinieri Forestali, con il supporto del Nucleo CITES di Alessandria e Torino, che hanno dettagliato la rarità e la varietà del materiale sequestrato. Tra i reperti, figurano zanne di elefante, teschi di leone e primati, grandi carapaci di testuggini marine, pelli di leopardo e gattopardo africano, e addirittura un rostro di pesce sega.
Non meno rilevante è stato il ritrovamento di 16 trappole a scatto, dispositivi illegali che infliggono gravi sofferenze agli animali catturati. Questi strumenti, vietati anche per semplice detenzione, rappresentano una minaccia diretta per la fauna selvatica.
La Convenzione CITES, attiva dal 1973, svolge un ruolo cruciale nella protezione della biodiversità, regolamentando il commercio di specie animali e vegetali minacciate di estinzione. Operazioni come quella di Masserano rappresentano un tassello fondamentale nella lotta contro il traffico illegale di flora e fauna, un mercato nero che si colloca al terzo posto per volume d’affari dopo droga e armi.
I Carabinieri Forestali, oltre a contrastare l’illegalità, monitorano il mercato legale delle specie protette, rilasciando certificazioni per usi consentiti dalla legge, come l’impiego di pelli in ambito industriale. Questo duplice approccio combina controllo e sensibilizzazione, promuovendo la salvaguardia degli ecosistemi.
L’operazione è un esempio concreto di come segnalazioni e attività investigative possano convergere per contrastare fenomeni complessi come il traffico illecito di beni naturali e culturali. La collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine è cruciale per identificare attività sospette e proteggere le specie minacciate, contribuendo alla conservazione della biodiversità e al rispetto delle normative ambientali.
La scoperta a Masserano sottolinea ancora una volta l’urgenza di intensificare gli sforzi per contrastare il traffico illegale di beni naturali e archeologici, un crimine che non solo danneggia il patrimonio collettivo, ma mette anche a rischio l’equilibrio degli ecosistemi globali.
Cronaca
Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose
I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.
Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.
Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.
Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.
È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.
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Cronaca
Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale
Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.
L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.
La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.
Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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Cronaca
Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale
Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.
L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.
La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.
Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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