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Cronaca

Operazione antidroga tra Vibo Valentia e Reggio Calabria: scoperta vastissima coltivazione di marijuana

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ADN24

I Carabinieri della Compagnia di Tropea, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, hanno concluso una vasta operazione anti-droga che ha coinvolto le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia. L’iniziativa è il risultato di un’intensa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, finalizzata alla scoperta di una rete criminale dedita alla produzione e coltivazione di marijuana.

L’inchiesta, avviata nel 2022 dalla Stazione Carabinieri di Limbadi, ha portato alla raccolta di importanti prove, tra cui videoriprese, analisi di cellulari sequestrati, e una serie di operazioni di osservazione e pedinamento. Le indagini hanno evidenziato il coinvolgimento di dieci persone, alcune delle quali con legami con la cosca Bellocco, una delle più potenti organizzazioni della ‘ndrangheta, attiva nella Piana di Gioia Tauro.

L’operazione ha avuto come culmine il sequestro di tre estese piantagioni di cannabis indica in un’area rurale del comune di San Calogero, dove sono state trovate oltre 10.000 piante di marijuana. Inoltre, sono stati sequestrati 32 kg di marijuana già lavorata, armi da guerra e munizioni, a conferma della pericolosità delle attività illecite svolte.

Un aspetto significativo dell’indagine è stato il rinvenimento di una copertura legale utilizzata dai criminali: un’azienda agricola di Rosarno, formalmente autorizzata a produrre cannabis light, che in realtà veniva sfruttata per coltivare marijuana ad alto contenuto di THC, destinata al mercato illecito. L’operazione ha coinvolto anche manodopera straniera regolarmente presente in Italia, che ora è sottoposta a misure cautelari meno afflittive.

Questa operazione, frutto della collaborazione tra la Procura della Repubblica e i Carabinieri, evidenzia l’impegno delle istituzioni nel contrastare il narcotraffico e le sue connessioni con la criminalità organizzata. L’azione delle forze dell’ordine conferma la determinazione nel ripristinare la legalità e garantire la sicurezza nelle zone interessate, segnando un passo importante nella lotta contro l’illegalità radicata nel territorio.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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