Cronaca
Belluno | Imprenditore condannato per peculato: confiscati immobili e risorse illecite
Il Tribunale di Belluno ha emesso il 11 dicembre una condanna per peculato nei confronti di Luciano Pasin, un imprenditore 78enne, che ha ricoperto il ruolo di tutore giudiziale di un proprio congiunto. Pasin è stato condannato a tre anni di reclusione dopo un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Belluno. L’inchiesta ha rivelato gravi irregolarità nella gestione del patrimonio di una donna interdetta dal Tribunale di Belluno nel 2008, che ha portato l’imprenditore a sottrarre ingenti somme di denaro.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Belluno, ha portato alla scoperta di numerosi episodi di mala gestione e appropriazione indebita, tra cui l’appropriazione della quota di legittima di 350.000 euro che spettava alla sorella della tutelata, oltre al furto di oltre 84.000 euro dal conto corrente della donna. Inoltre, Pasin aveva venduto nel 2016 un immobile di famiglia, appropriandosi dell’intera somma ricavata dalla vendita, senza versare la parte spettante alla tutelata.
A seguito di queste scoperte, il G.I.P. del Tribunale di Belluno, su richiesta della Procura, aveva disposto il sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 300.000 euro. Le Fiamme Gialle hanno eseguito il provvedimento, sequestrando oltre 5.000 euro da conti bancari e applicando la misura di sequestro su sette immobili a Belluno e Treviso, intestati pro-quota all’imprenditore.
Le indagini hanno messo in luce anche la cooperazione della figlia di Pasin, che ricopriva il ruolo di protutrice, e che aveva partecipato alla gestione del patrimonio, contribuendo così alla condotta illecita. Nonostante la condanna, l’imprenditore ha provveduto a risarcire le somme dovute allo Stato e agli altri coeredi.
Questa vicenda dimostra l’impegno della Guardia di Finanza nella lotta contro il peculato e le altre forme di illeciti finanziari, in particolare quando coinvolgono soggetti vulnerabili come le persone sottoposte a tutela. L’attività investigativa ha avuto un importante impatto sulla repressione di condotte che danneggiano non solo i beni pubblici, ma anche le persone più fragili e vulnerabili della società.
Cronaca
Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose
I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.
Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.
Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.
Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.
È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.
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Cronaca
Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale
Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.
L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.
La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.
Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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Cronaca
Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale
Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.
L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.
La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.
Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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