Attualità
Prima della Scala, 12 minuti di applausi per “La forza del destino”
MILANO (ITALPRESS) – Con 12 minuti di applausi si è conclusa “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, opera scelta per inaugurare la stagione 2024/2025 del Teatro alla Scala di Milano nella versione definitiva del 1869, con libretto firmato da Francesco Maria Piave. Sul podio, per la sua undicesima Prima scaligera, il Maestro Riccardo Chailly, mentre la regia è stata firmata da Leo Muscato. Sul palco, il ruolo di Leonora è stato interpretato da Anna Netrebko, applauditissima sin dalla metà del secondo atto, dopo l’aria ‘Son giunta!… grazie, o Dio!’. Con lei, nei ruoli principali, il tenore statunitense Brian Jagde, che ha sostituito Jonas Kaufmann nel ruolo di Don Alvaro, e il baritono francese Ludovic Tèzier, interprete di Don Carlo. La serata è stata dedicata a Renata Tebaldi, una delle più grandi interpreti del ruolo di Leonora, che cantò ‘La forza del destinò alla Scala nel 1955 sotto la direzione di Antonino Votto, nel ventennale della sua scomparsa. L’evento, come da tradizione, si è svolto il giorno di Sant’Ambrogio. Assenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, entrambi a Parigi per la riapertura di Notre Dame a cinque anni dall’incendio. Al centro del palco reale, nel posto d’onore, era seduta la senatrice a vita Liliana Segre. Alla sua destra e alla sua sinistra, Sara Bazoli, compagna del sindaco Giuseppe Sala, e Laura Di Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa. La decisione di assegnare i posti centrali a tre figure femminili, su volontà dello stesso La Russa, ha voluto mettere simbolicamente le donne al centro della scena. I due rappresentanti istituzionali, Sala e La Russa, si trovavano agli estremi. Presenti anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli, al suo debutto alla Prima, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, la vicepresidente della Camera Anna Ascari e il prefetto Carlo Sgaraglia. La platea ha visto un ricco parterre di ospiti del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo. Tra i volti noti al debutto alla Prima, Pierfrancesco Favino, interprete del film ‘Marià sulla vita di Maria Callas, accompagnato dalla compagna Anna Ferzetti, e Gianmarco Tamberi, campione olimpico di salto in alto, con la moglie. In sala erano presenti anche le ètoile della Scala Roberto Bolle e Nicoletta Manni, quest’ultima con il marito ballerino Timofej Andrijashenko. E ancora lo chef Davide Oldani, i personaggi Tv Bruno Barbieri e Vittorio Brumotti. Tra i rappresentanti delle istituzioni e dell’economia spiccavano l’ex presidente del Consiglio Mario Monti, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, l’ad e presidente del Gruppo Marcegaglia, Emma Marcegaglia, il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro e il presidente Mediaset Fedele Confalonieri. Numerosi applausi hanno punteggiato la serata. I primi, calorosi, sono arrivati al termine dell’esecuzione dell’inno di Mameli, seguiti da quelli per l’Orchestra dopo la sinfonia introduttiva. Nel corso del secondo, del terzo atto e del quarto atto, gli applausi per il cast hanno sottolineato i momenti più intensi dell’opera. Non sono mancati i messaggi dal loggione. Dopo il grido “Viva l’Italia antifascista” dello scorso anno, è stata la volta di “Salvate Sant’Agata!”, un appello per il recupero della tenuta verdiana di Villanova d’Arda, luogo in cui Giuseppe Verdi, tra l’altro, annotò il libretto de ‘La forza del destinò. La proprietà, in condizioni critiche e chiusa al pubblico, rischia di essere venduta per decisione del tribunale di Parma a causa di controversie tra gli eredi. L’appello, accolto da un applauso, ha richiamato l’attenzione sulle condizioni della tenuta, simbolo del patrimonio culturale verdiano. Quella che è appena partita sarà l’ultima stagione per il sovrintendente Meyer: “Quella che comincia oggi sarà una stagione ricchissima con titoli molto diversi, alcuni assenti da tanto come la Norma e la novità assoluta Il nome della Rosa che abbiamo commissionato. Mi porterò dietro molti ricordi bellissimi, e alcuni cattivi che fanno parte della vita. Mi sono innamorato della Scala nel 1991, mi mancheranno soprattutto i miei colleghi, 900 persone con cui mi sono trovato benissimo. Ma la mia storia con la Scala non è finita, mi daranno qualche biglietto”. (ITALPRESS)
Foto: Fondazione Scala
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Scuola, Valditara “Guardare indietro per costruire un futuro solido”
MILANO (ITALPRESS) – “Il segreto è guardare indietro per andare verso il futuro: e se non abbiamo la consapevolezza di chi siamo, da dove veniamo, quali sono i valori elaborati dalla civiltà occidentale non potremo costruirci un futuro solido, rischiamo il porto delle nebbie. Noi abbiamo investito risorse importanti nella digitalizzazione, nell’intelligenza artificiale, nel 2023 abbiamo approvato le nuove linee guida sulle materie Stem. Ma in una società dove l’intelligenza artificiale sta diventando così centrale, se non si ha la consapevolezza dei grandi valori dell’umanesimo rischiamo l’anonimizzazione: non sarà certo il robot a ispirare le grandi scelte strategiche e la convivenza tra le persone”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ai microfoni di Radio Libertà, parlando delle recenti indicazioni sui programmi scolastici.
– Foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Morto a 78 anni David Lynch, regista visionario
ROMA (ITALPRESS) – E’ morto all’età di 78 anni il regista e sceneggiatore David Lynch. La notizia è riportata dalla rivista Variety che cita un post Facebook della famiglia: “”C’è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come diceva lui, ‘Tieni d’occhio la ciambella e non il bucò”. Lynch rivelò nel 2024 che gli era stato diagnosticato un enfisema dopo una vita passata a fumare, e che probabilmente non sarebbe più stato in grado di uscire di casa per dirigere.
Nato a Missoula, nel Montana, il 20 gennaio del 1946, David Keith Lynch è stato uno dei registi tra i più acclamati, importanti e influenti del suo tempo. Con il suo stile visionario, Lynch aveva rivoluzionato il linguaggio del cinema e della televisione. Nei suoi lavori si fondono elementi di horror, film noir, giallo e surrealismo tessendo racconti non dissimili da quelli di Luis Buñuel, che procedevano con una logica impenetrabile. Nato come pittore, le sue opere sono esposte in musei e gallerie d’arte come il Museum of Modern Art di New York e la Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Filadelfia. Successivamente entra nel mondo del cinema divenendo regista, sceneggiatore e produttore, spesso anche nel ruolo di montatore, scenografo, progettista del suono e attore nei suoi stessi film. Tra le pellicole più famose “The Elephant Man”, “Velluto blu” e “Mulholland Drive”, per le quali ricevette la nomination al Premio Oscar per la regia, e “Cuore selvaggio”. Lynch ha anche ricevutio il Leone d’oro alla carriera durante la 63ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, per “Inland Empire – L’impero della mente” nella sezione fuori concorso. Nei primi anni Novanta fu la principale mente creativa della serie “I segreti di Twin Peaks”, divenuto un fenomeno culturale dall’enorme impatto mediatico. Nell’ottobre del 2019 venne premiato con l’Oscar alla carriera. Lynch è stato sposato quattro volte: con Peggy Lentz, da cui ha avuto una figlia, con Mary Fisk, dalla quale ha avuto un figlio, con Mary Sweeney, anche con lei ha avuto un figlio, e con Emily Stofle con la quale ha avuto una figlia.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-
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Sicurezza, Piantedosi “Preoccupa aggressività dei manifestanti”
ROMA (ITALPRESS) – “La preoccupazione dev’essere uno dei principali fondamenti del lavoro che faccio. Devo dire che si fonda anche, non solo adesso, su questa vicenda della tragedia che ha riguardato il giovane Ramy, ma anche tutte le altre rivendicazioni che avevano preceduto un pò le manifestazioni di piazza degli scorsi mesi, dove al variare delle motivazioni si era registrato comunque una tendenza dei manifestanti a essere molto aggressivi soprattutto nei confronti delle forze di polizia. Quindi questo è sicuramente un elemento di preoccupazione”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ospite di “Dritto e Rovescio” su Retequattro.
I 273 agenti feriti nelle manifestazioni del 2024, per il ministro “sono numeri di un certo significato, soprattutto se messi in relazione al numero che riguarda la crescita complessiva di circa il 10% delle manifestazioni che si sono svolte nel 2024. Mi piace e mi consente di sottolineare che questo è un dato che contraddice anche alcune cose che si erano dette in passato, che questo Governo fosse in qualche modo portato a comprimere la libertà di manifestazione del pensiero. Noi segnaliamo invece una decrescita del numero in percentuale delle manifestazioni che fanno rilevare una certa criticità – ha concluso Piantedosi – Quindi vuol dire che a minore criticità si è registrato un aumento in percentuale di casi in cui si è visto le forze dell’ordine come obiettivo prioritario dei manifestanti”.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-
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