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Attualità

Lab Bootcamp: formazione manageriale per la medicina di laboratorio

ADN24

MILANO (ITALPRESS) – Offrire un percorso formativo ed esperienziale ai professionisti della Medicina di laboratorio con alto potenziale verso posizioni manageriali. E’ stato questo l’obiettivo di Lab Bootcamp, il programma di formazione realizzato da HEAD – Centro di Ricerca e Alta Formazione in Health Administration dell’Università degli Studi di Milano, con il contributo non condizionante di Roche Diagnostics Italia e dedicato ad accrescere le competenze manageriali e di leadership dei professionisti del settore. L’obiettivo è quello di valorizzare il ruolo chiave che il laboratorio ha nella sanità attuale e futura: una sanità che si trova ad affrontare importanti sfide per rendere più equo e sostenibile il percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale.
L’iniziativa Lab Bootcamp, patrocinata da FISMELAB (Federazione delle Società Scientifiche Italiane Medicina di Labotatorio), AMCLI (Associazione Microbiologi Clinici Italiani), SIBioC (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica), SIPMeL (Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio) e SIMTI (Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia), ha coinvolto circa 40 professionisti del settore della Medicina di Laboratorio provenienti da tutta Italia in un percorso che ha coniugato attività di formazione in aula e attività pratiche, basate sulle realtà delle rispettive aziende sanitarie di appartenenza.
Dopo tre giornate di formazione, suddivise tra sessioni in presenza e virtuali, i professionisti di laboratorio hanno sviluppato progetti strategici utili a mettere in pratica le competenze acquisite. Il percorso si è concluso ieri con la condivisione e discussione dei casi di studio, a cui ha fatto seguito la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione.
“Il Lab Bootcamp è stato un percorso formativo ed esperienziale condiviso e co-costruito in aula con i partecipanti e occasione importante per approfondire le dinamiche e le sfide che la Medicina di Laboratorio ed i suoi protagonisti affrontano nella contemporaneità del SSN e delle aziende sanitarie. Qualità ed efficienza produttiva, misure di performance e di esito, sostenibilità economica, sviluppo professionale, attrattività della professione, evoluzione tecnologica sono alcune delle molte sfide che dirigenti e professionisti dei laboratori stanno affrontando – ha detto Federico Lega, Professore Ordinario di Management Sanitario all’Università degli Studi di Milano, Centro di Ricerca e Alta Formazione in Health Administration (HEAD) -. Si è quindi lavorato in profondità in aula sulle implicazioni che interessano i ruoli organizzativi dei professionisti della Medicina di Laboratorio, sempre più coinvolti in processi di trasformazione dei modelli di servizio, di sviluppo di attività di governo clinico, di ottimizzazione dei processi produttivi. I partecipanti hanno contemporaneamente avuto la possibilità di rafforzare le proprie competenze di leadership, di direzione ed organizzazione del lavoro, di conduzione del team di collaboratori e costruzione del senso di squadra”.
Come evidenziato dai Presidenti delle Società Scientifiche intervenute nel corso della cerimonia di chiusura, il percorso Lab Bootcamp è stato di grande valore per i professionisti della Medicina di Laboratorio anche nell’ottica di identificare nuove opportunità a favore della sostenibilità del Sistema Salute.
“Il Professionista di Laboratorio è chiamato da sempre a interpretare anche un ruolo manageriale, avendo nelle sue attività la declinazione di capitolati di gara, il rispetto dei diritti-doveri contrattuali dei propri collaboratori, la gestione della Qualità, l’aderenza alle norme sulla Privacy, i rapporti con le Istituzioni locali e centrali e il rispetto delle normative vigenti in tema di Budget – ha spiegato Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI e FISMELAB – Appare evidente come solo il costante aggiornamento e incremento delle competenze manageriali possa risultare determinante nello svolgimento completo e corretto della propria professione, al fine di esprimere al meglio quanto richiesto e atteso dalle Istituzioni e dal Cittadino-Paziente”.
“I partecipanti hanno avuto l’occasione di conoscere l’importanza della governance di un laboratorio clinico in relazione alla rilevanza che oggi ha la Medicina di Laboratorio, che rappresenta uno dei pilastri fondamentali del Sistema Sanitario del terzo millennio – ha commentato Marcello Ciaccio, Presidente SIBioC – Essa supporta e guida i clinici in tutto il percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale, dallo screening, alla diagnosi, diagnosi differenziale, prognosi e monitoraggio di una patologia. Pertanto, contribuisce significativamente al miglioramento dell’outcome del paziente, dalla riduzione dei costi sanitari all’ottimizzazione delle risorse. Il pieno riconoscimento del valore della Medicina di Laboratorio richiede una sua efficace integrazione nei processi decisionali e nelle strategie sanitarie istituzionali, che devono essere patrimonio di chi ha la responsabilità di guidare un laboratorio. Rappresentando una realtà complessa, il laboratorio necessita di elevate capacità comunicative”.
“Nell’attuale contesto di riferimento, basato su una progressiva carenza di risorse e un incremento di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, diviene necessario mantenere ed ampliare le competenze, sviluppare una leadership adattabile ai continui mutamenti, con strategie agili che diano priorità al team working interattivo e interfunzionale, interfacciandosi con tutti gli stakeholder – ha dichiarato Fabrizio Papa, Presidente SIPMeL – Programmi formativi tailor-made ed erogati in particolare ai giovani professionisti del settore costituiscono il migliore investimento per accompagnare, fino ad anticipare, l’innovazione e affrontare le sfide future in Sanità”.
Francesco Fiorin, Presidente SIMTI, ha commentato: “Nell’ambito della Medicina Trasfusionale, la leadership si esplicita nella capacità di guidare e influenzare positivamente le pratiche di donazione, lavorazione e utilizzo clinico degli emocomponenti anche alla luce delle nuove sfide poste dal Regolamento Europeo sulle sostanze di origine umana (SoHO) che vedrà il Sistema Trasfusionale impegnato nei prossimi anni”.
La divisione Diagnostics del Gruppo Roche è impegnata a sviluppare e integrare soluzioni in grado di fornire un prezioso contributo per trasformare il modo in cui le malattie possono essere prevenute, diagnosticate e monitorate, lavorando al fianco dei professionisti del settore per valorizzare il ruolo chiave della Medicina di Laboratorio.
Ramiro Pena, Healthcare Development Director Roche Diagnostics Italia, ha concluso: “Investire nello sviluppo delle competenze del Sistema Salute, offrendo percorsi formativi che preparano adeguatamente a gestire la crescente complessità del sistema, è un investimento imprescindibile da fare oggi per garantire una sanità di eccellenza per il domani. Supportare iniziative come Lab Bootcamp rappresenta un concreto esempio della nostra volontà di contribuire alla costruzione di un Sistema più sostenibile e pronto a rispondere alle sfide di salute presenti e future”.

– foto ufficio stampa Sec Newgate per Roche –
(ITALPRESS).

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Ucraina, Tajani “Riflettere su presenza militare europea”

“Credo che prima di parlare di presenza militare europea in Ucraina, bisognerà riflettere molto attentamente”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un punto stampa a margine degli incontri nell’ambito della sua visita ufficiale in Algeria. “Noi siamo volenterosi per costruire un’Europa più forte, più unita che sia protagonista di relazioni transatlantiche. Io ho sempre detto che sarebbe meglio, finita la guerra, dar vita magari a una zona cuscinetto dove possa esserci una presenza militare sotto l’egida delle Nazioni Unite con una decisione del Consiglio di sicurezza dell’Onu proprio per garantire una pace giusta e duratura”, ha detto il ministro.
Secondo Tajani è “ancora prematuro” parlare di un mese di tregua in Ucraina come proposto dal presidente francese Emmanuel Macron. “Credo che tutto debba essere fatto insieme: Europa e Stati Uniti devono sedersi a un tavolo con Ucraina e Russia per arrivare a una pace giusta e soprattutto duratura, quindi è ancora prematuro vedere cosa fare e come fare. Serve intanto che l’Europa sia unita per garantire l’indipendenza dell’Ucraina”, ha spiegato il ministro.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-

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Ucraina, Meloni “Non manderemo soldati italiani”

Al vertice di Londra ho espresso la mia perplessità sulla proposta franco-britannica di invio dei soldati europei: secondo me è molto complessa nella realizzazione e non sono convinta dell’efficacia. E’ la ragione per la quale abbiamo detto che non manderemo i soldati italiani, ma sicuramente è un momento nel quale tutti coloro che fanno delle proposte stanno facendo una cosa utile, nel tentativo di cercare una soluzione”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a “XXI Secolo” su Raiuno.

“Al di là di quello che può sembrare, i toni danno l’impressione che le posizioni siamo molto distanti, ma in realtà non lo sono, perchè l’obiettivo è condiviso: portare in Ucraina una pace giusta, stabile, duratura e definitiva, che preveda garanzie di sicurezza. Questo serve all’Ucraina, ai Paesi europei – particolarmente a quelli che si sentono minacciati dalla Russia – e serve a Trump, che è un leader forte e che chiaramente non può permettersi di siglare un accordo che qualcuno domani potrebbe violare”, ha sottolineato Meloni.

“Sicuramente il momento non è facile per nessuno, sono decisioni che non si prendono con leggerezza. Prima di fare una scelta bisogna ponderarla, bisogna mantenere la calma e cercare di ragionare nel modo più lucido possibile, guardando sempre all’obiettivo. Per me la priorità è sempre difendere l’interesse nazionale e credo che sia nell’interesse nazionale evitare qualsiasi possibile frattura all’interno dell’Occidente, perchè le divisioni ci renderebbero solamente più deboli – ha detto ancora la premier -. Questa è la ragione per la quale ho chiesto un incontro, per parlare in modo franco su come si vuole affrontare questa questione specifica ma, in generale, le grandi sfide che l’Europa e l’Occidente hanno di fronte”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Ucraina, Trump “Se Zelensky non fa la pace non durerà”

Prosegue, questa volta a distanza, lo scontro tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il numero uno ucraino Zelensky. “La fine della guerra è ancora molto, molto lontana. C’è ancora molta strada da fare. Kiev non riconoscerà mai i territori occupati dalla Russia come territorio russo. Per noi, queste saranno occupazioni temporanee”, aveva dichiarato ieri il leader ucraino prima di lasciare Londra. Una frase che ha fatto imbufalire Trump, il quale sul suo social Truth ha postato: “Questa è la peggiore affermazione che avrebbe potuto fare e l’America non lo tollererà ancora a lungo. Se qualcuno non vuole fare un accordo, quella persona non sarà in giro molto a lungo… So che la Russia vuole fare un accordo”. In serata Zelensky ha cercato di aggiustare il tiro, precisando su X di essere “al lavoro con i partner con l’obiettivo di porre fine a questa guerra il prima possibile. Abbiamo bisogno di vera pace. Spero molto nel sostegno degli Stati Uniti nel cammino verso la pace”. Trump ha risposto affermando di non aver mai valutato di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina. “Voglio solo che Zelensky sia più riconoscente” ha aggiunto. A proposito invece dell’accordo sulle terre rare, naufragato dopo la lite di venerdì, Trump ha invece detto: “Non credo che l’accordo sui minerali sia morto, ma ne parlerò domani” in occasione del discorso per lo Stato dell’Unione a Capitol Hill.(ITALPRESS).

Foto: Ipa Agency

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