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Cronaca

Cuneo | Arrestato titolare di un C.A.F. di Cherasco: favoriva permanenza illegale di cittadini albanesi in Italia

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ADN24

La Polizia di Stato della Questura di Cuneo ha eseguito questa mattina un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di una donna italiana, titolare di un Centro di Assistenza Fiscale (C.A.F.) situato a Cherasco, accusata di favoreggiamento della permanenza illegale di cittadini albanesi sul territorio nazionale. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti, ha messo in luce un sistema illecito che permetteva a numerosi stranieri di ottenere falsi documenti per soggiornare in Italia, dietro compensi elevati.

Le indagini, avviate nel luglio scorso, sono scaturite da verifiche condotte dall’Ufficio Immigrazione sulla presenza di numerose richieste di permessi di soggiorno inviate da cittadini albanesi attraverso kit postali. All’interno di queste pratiche, gli agenti hanno rilevato che i documenti allegati non erano idonei a giustificare la concessione dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro o di ricongiungimento familiare.

A seguito degli accertamenti, il Questore della Provincia di Cuneo ha disposto il rigetto di tutte le richieste legate al C.A.F. di Cherasco, che risultava essere al centro di questo traffico illecito. La titolare del centro, una donna di 64 anni, è stata ritenuta responsabile di aver gestito un vero e proprio sistema di favoreggiamento, lucrando su ciascuna pratica. Per ogni kit inviato, la donna riceveva tra i 1.500 e i 3.500 euro in contante, senza alcuna garanzia che i requisiti legali fossero rispettati.

Nel periodo dell’indagine, sono stati inviati ben 97 kit postali, di cui 70 per richieste di permesso di soggiorno per motivi familiari e 27 per motivi di lavoro subordinato. Tutti questi documenti erano privi dei requisiti richiesti dalla legge.

L’operazione ha evidenziato l’importante sinergia tra la Squadra Mobile e l’Ufficio Immigrazione della Questura di Cuneo, che ha permesso di smascherare questo illecito traffico di documenti e il profitto ingiusto ottenuto dalla donna a danno degli stranieri. L’operazione si inserisce in un più ampio impegno delle forze dell’ordine per contrastare il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e tutelare l’integrità del sistema legale italiano.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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