Cronaca
Trento | Operazione antimafia: indagini su corruzione e speculazione edilizia
Un’importante operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Trento ha portato oggi all’emissione di misure cautelari nei confronti di nove persone, tra cui un sindaco, professionisti, imprenditori e un dirigente comunale. Le indagini, condotte dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Bolzano, insieme ai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trento, hanno coinvolto oltre 100 perquisizioni, spaziando su un vasto territorio che comprende Trentino Alto Adige e altre province italiane, fino ad estendersi a livello internazionale.
L’indagine ha rivelato un presunto sistema corruttivo radicato nel settore della speculazione edilizia nella regione. Secondo gli investigatori, imprenditori avrebbero finanziato campagne elettorali di amministratori pubblici in cambio di agevolazioni, semplificazioni procedurali e concessioni per progetti immobiliari. I reati ipotizzati comprendono associazione per delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze, e corruzione, oltre a violazioni tributarie come l’emissione di fatture false.
Le accuse coinvolgono 77 persone tra amministratori, dirigenti, funzionari pubblici, membri delle forze dell’ordine, professionisti e imprenditori. Inoltre, numerose società sono state segnalate per presunte responsabilità amministrative. Tra le contestazioni, spicca l’uso del metodo mafioso per i reati associativi, riconosciuto dal giudice come elemento aggravante.
Il provvedimento di oggi si inserisce in una lunga e complessa attività investigativa, mirata a garantire la legalità nella pubblica amministrazione e contrastare l’infiltrazione di interessi illeciti nei settori economici e istituzionali. L’operazione sottolinea la crescente attenzione verso i reati di corruzione e le loro connessioni con fenomeni di stampo mafioso anche in aree tradizionalmente ritenute meno esposte.
Le forze dell’ordine hanno confermato che l’inchiesta è ancora nella fase preliminare e che vige il principio di presunzione di innocenza fino a eventuale sentenza definitiva. L’importanza di questa operazione, per l’impatto sociale ed economico delle accuse, è stata evidenziata anche dalla comunicazione pubblica delle attività svolte, nel rispetto delle normative sulla trasparenza e l’interesse collettivo.
Gli sviluppi dell’indagine saranno seguiti con grande attenzione, evidenziando l’impegno delle autorità nel contrasto a fenomeni che minano l’integrità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini.
Cronaca
Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose
I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.
Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.
Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.
Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.
È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.
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Cronaca
Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale
Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.
L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.
La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.
Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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Cronaca
Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale
Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.
L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.
La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.
Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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