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Trudy, la bimba che tutti credevano morta ad Auschwitz

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ADN24

La storia di Gertrude Stricks, conosciuta come Trudy, è un esempio straordinario di salvezza e umanità nel cuore della tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Trudy era una bambina ebrea polacca che, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu deportata insieme al padre, Isidor Stricks, a Roma. La sua famiglia veniva dal ghetto di Varsavia, e durante il suo trasferimento in Italia, suo padre fu arrestato e deportato nei campi di concentramento nazisti.

La piccola Trudy veniva data per morta, come tanti bambini durante l’Olocausto, inghiottiti dalla macchina della morte dei nazisti. Le uniche tracce che si trovavano del suo nome erano legate a quello del padre, morto nei lager. Tuttavia, la sua storia prese una piega inaspettata grazie al coraggio e alla solidarietà di due italiani, Alfredo e Marcella Monaco, che la salvarono. Alfredo Monaco, un giovane medico che lavorava a Regina Coeli, il carcere di Roma, e sua moglie Marcella, avevano già dimostrato un coraggio straordinario aiutando i prigionieri politici, come Sandro Pertini e Giuseppe Saragat, a fuggire dai nazisti.

Nel febbraio del 1944, Trudy, che aveva solo 5 anni, venne separata dal padre quando quest’ultimo venne arrestato. Durante il suo trasporto a Fossoli, un campo di concentramento in Italia, Isidor riuscì a cedere la sua bambina a Marcella, che, nonostante non parlasse polacco, la prese sotto la sua protezione. Marcella e la sua famiglia, pur non sapendo nulla della sua storia, la accolsero come una figlia, offrendo un rifugio di speranza in un tempo di guerra e disperazione.

Trudy visse con i Monaco fino al giugno dello stesso anno, quando la madre di Trudy, Fanny, riuscì a localizzare la figlia grazie alla comunità ebraica di Roma. Le due furono costrette a nascondersi per un mese in un convento. Poi, grazie a un’operazione di salvataggio, Trudy e sua madre riuscirono a fuggire a bordo della nave Gibbons, un’imbarcazione che nel luglio 1944 portò mille rifugiati ebrei negli Stati Uniti, dove rimasero nel campo profughi di Oswego.

Oggi, a 86 anni, Trudy vive ancora negli Stati Uniti, con un figlio di nome Brian. Il suo salvataggio è stato possibile grazie all’eroismo di Alfredo e Marcella Monaco, che, purtroppo, non riuscirono mai a sapere se la bambina fosse sopravvissuta. Grazie al lavoro della ricercatrice Maria Grazia Lancellotti, che ha scoperto la storia di Trudy nell’ambito del progetto “Il Civico Giusto”, la memoria di quegli eventi è stata riannodata. Trudy e suo figlio hanno incontrato i discendenti dei Monaco, e ora sono in corso le pratiche allo Yad Vashem, l’ente israeliano che premia coloro che hanno rischiato la propria vita per salvare ebrei durante l’Olocausto, per conferire il titolo di “Giusti tra le Nazioni” ai Monaco.

In un angolo di storia dimenticato, la piccola Trudy è stata restituita alla memoria, e la verità sul destino di suo padre, Isidor Stricks, è stata finalmente chiarita. Sebbene non sia finito ad Auschwitz, dove molti credevano fosse morto, Isidor morì nel campo di concentramento di Mauthausen, ma la sua memoria è stata finalmente onorata. Una piccola giustizia, che rende meno crudele la contabilità della morte di massa dei nazisti.

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Scuola, Valditara “Guardare indietro per costruire un futuro solido”

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MILANO (ITALPRESS) – “Il segreto è guardare indietro per andare verso il futuro: e se non abbiamo la consapevolezza di chi siamo, da dove veniamo, quali sono i valori elaborati dalla civiltà occidentale non potremo costruirci un futuro solido, rischiamo il porto delle nebbie. Noi abbiamo investito risorse importanti nella digitalizzazione, nell’intelligenza artificiale, nel 2023 abbiamo approvato le nuove linee guida sulle materie Stem. Ma in una società dove l’intelligenza artificiale sta diventando così centrale, se non si ha la consapevolezza dei grandi valori dell’umanesimo rischiamo l’anonimizzazione: non sarà certo il robot a ispirare le grandi scelte strategiche e la convivenza tra le persone”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ai microfoni di Radio Libertà, parlando delle recenti indicazioni sui programmi scolastici.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Morto a 78 anni David Lynch, regista visionario

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morto all’età di 78 anni il regista e sceneggiatore David Lynch. La notizia è riportata dalla rivista Variety che cita un post Facebook della famiglia: “”C’è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come diceva lui, ‘Tieni d’occhio la ciambella e non il bucò”. Lynch rivelò nel 2024 che gli era stato diagnosticato un enfisema dopo una vita passata a fumare, e che probabilmente non sarebbe più stato in grado di uscire di casa per dirigere.
Nato a Missoula, nel Montana, il 20 gennaio del 1946, David Keith Lynch è stato uno dei registi tra i più acclamati, importanti e influenti del suo tempo. Con il suo stile visionario, Lynch aveva rivoluzionato il linguaggio del cinema e della televisione. Nei suoi lavori si fondono elementi di horror, film noir, giallo e surrealismo tessendo racconti non dissimili da quelli di Luis Buñuel, che procedevano con una logica impenetrabile. Nato come pittore, le sue opere sono esposte in musei e gallerie d’arte come il Museum of Modern Art di New York e la Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Filadelfia. Successivamente entra nel mondo del cinema divenendo regista, sceneggiatore e produttore, spesso anche nel ruolo di montatore, scenografo, progettista del suono e attore nei suoi stessi film. Tra le pellicole più famose “The Elephant Man”, “Velluto blu” e “Mulholland Drive”, per le quali ricevette la nomination al Premio Oscar per la regia, e “Cuore selvaggio”. Lynch ha anche ricevutio il Leone d’oro alla carriera durante la 63ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, per “Inland Empire – L’impero della mente” nella sezione fuori concorso. Nei primi anni Novanta fu la principale mente creativa della serie “I segreti di Twin Peaks”, divenuto un fenomeno culturale dall’enorme impatto mediatico. Nell’ottobre del 2019 venne premiato con l’Oscar alla carriera. Lynch è stato sposato quattro volte: con Peggy Lentz, da cui ha avuto una figlia, con Mary Fisk, dalla quale ha avuto un figlio, con Mary Sweeney, anche con lei ha avuto un figlio, e con Emily Stofle con la quale ha avuto una figlia.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-

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Sicurezza, Piantedosi “Preoccupa aggressività dei manifestanti”

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ROMA (ITALPRESS) – “La preoccupazione dev’essere uno dei principali fondamenti del lavoro che faccio. Devo dire che si fonda anche, non solo adesso, su questa vicenda della tragedia che ha riguardato il giovane Ramy, ma anche tutte le altre rivendicazioni che avevano preceduto un pò le manifestazioni di piazza degli scorsi mesi, dove al variare delle motivazioni si era registrato comunque una tendenza dei manifestanti a essere molto aggressivi soprattutto nei confronti delle forze di polizia. Quindi questo è sicuramente un elemento di preoccupazione”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ospite di “Dritto e Rovescio” su Retequattro.
I 273 agenti feriti nelle manifestazioni del 2024, per il ministro “sono numeri di un certo significato, soprattutto se messi in relazione al numero che riguarda la crescita complessiva di circa il 10% delle manifestazioni che si sono svolte nel 2024. Mi piace e mi consente di sottolineare che questo è un dato che contraddice anche alcune cose che si erano dette in passato, che questo Governo fosse in qualche modo portato a comprimere la libertà di manifestazione del pensiero. Noi segnaliamo invece una decrescita del numero in percentuale delle manifestazioni che fanno rilevare una certa criticità – ha concluso Piantedosi – Quindi vuol dire che a minore criticità si è registrato un aumento in percentuale di casi in cui si è visto le forze dell’ordine come obiettivo prioritario dei manifestanti”.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-

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