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Cronaca

Contaminazione da plutonio a Casaccia: lavoratore sotto controllo, ma rischio per la salute escluso

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ADN24

Un episodio di contaminazione da plutonio ha scosso il Centro di ricerca Enea di Casaccia, situato nella periferia nord di Roma. Un lavoratore del centro è stato sottoposto a controlli medici dopo che nel suo corpo è stato rilevato un valore di radioattività superiore alla norma. Secondo le prime verifiche, non sono stati riscontrati rischi immediati per la sua salute e non si registrano contaminazioni nell’ambiente esterno.

L’incidente è stato reso noto attraverso una interrogazione parlamentare presentata dai deputati del Partito Democratico (Pd), che hanno chiesto informazioni al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, in merito alla contaminazione da plutonio. I parlamentari hanno citato “notizie di stampa” riguardanti un operaio colpito dalla contaminazione, avvenuta nei giorni scorsi all’interno del sito nucleare di Casaccia, un ex impianto di ricerca ora gestito dalla Sogin.

Le autorità hanno rassicurato sul fatto che il rischio per la salute del lavoratore è stato escluso e che la situazione è sotto stretto monitoraggio. Tuttavia, la vicenda ha sollevato preoccupazioni, data la natura pericolosa del plutonio, che può causare gravi danni alla salute, come irritazioni polmonari, tosse cronica e, in alcuni casi, malattie a lungo termine. I sintomi della contaminazione da plutonio potrebbero infatti manifestarsi anche dopo anni.

L’operato del personale Enea e della Sogin è al momento sotto la lente di ingrandimento, e sono in corso indagini per accertare le cause dell’incidente e stabilire eventuali responsabilità. Anche se le prime verifiche hanno escluso un pericolo immediato, il fatto ha riacceso i riflettori sulla sicurezza delle strutture di ricerca nucleare in Italia, e sull’importanza di mantenere altissimi standard di sicurezza, soprattutto in siti delicati come quello di Casaccia.

Resta quindi da capire come sia avvenuto l’incidente e se siano necessari interventi preventivi aggiuntivi per evitare che simili episodi possano ripetersi. L’intera vicenda, oltre ad aver sollevato interrogativi sulla gestione dei rischi, ha reso necessario un approfondimento sulle pratiche di sicurezza e protezione adottate nei centri di ricerca nucleare.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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