Cronaca
Terracina (LT) | Sequestro di 100 bulbi di papavero da oppio, intervento contro lo spaccio di droga
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina hanno recentemente intensificato i controlli sul territorio, dando esito positivo a un’operazione mirata contro la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’ambito di questi sforzi, i Finanzieri della Compagnia di Terracina hanno rinvenuto e sequestrato circa 100 bulbi di papavero da oppio, un ritrovamento che si inserisce in un più ampio piano di prevenzione e repressione del traffico illecito di droghe.
L’operazione è scaturita da un’attenta attività info-investigativa, che ha portato alla perquisizione di un soggetto di nazionalità indiana, sospettato di essere coinvolto nel traffico di stupefacenti. Gli agenti delle Fiamme Gialle avevano notato un comportamento particolarmente nervoso e preoccupato da parte dell’individuo durante un controllo di routine in una strada periferica di Terracina, un atteggiamento che ha destato il loro interesse e ha motivato un approfondimento delle indagini.
La perquisizione domiciliare successiva ha confermato i sospetti, portando al rinvenimento dei bulbi di papavero, sostanza di origine vegetale utilizzata per la produzione di oppio, che può essere impiegata per vari tipi di consumo. I bulbi possono essere masticati, sminuzzati e fumati, o utilizzati per preparare infusi. Questi prodotti sono noti per le loro proprietà sedative e narcotiche, e vengono talvolta utilizzati per alleviare la fatica derivante da condizioni di lavoro particolarmente stressanti, come nel caso dei braccianti agricoli, che potrebbero riceverli dai “caporali” come mezzo per sfruttare la loro forza lavoro.
L’indagato è attualmente sotto inchiesta e la sua posizione è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, con la presunzione di innocenza fino a prova contraria. L’intervento delle Fiamme Gialle di Latina sottolinea l’importanza del costante impegno del Corpo nella lotta contro il traffico di stupefacenti, un fenomeno che minaccia la sicurezza e la salute dei cittadini, ma che in questo caso ha anche implicazioni dirette sulle condizioni di vita e lavoro dei più vulnerabili. Con questo sequestro, la Guardia di Finanza ha contribuito alla tutela della legalità e al contrasto alla diffusione di sostanze pericolose.
Cronaca
Firenze. Intossicazione nella Rsa: due indagati
Sono due gli indagati per la morte di Giovanni Pietro Samuelli (88 anni) , Carla Ferretti (80 anni) e Daria Tanzini (89 anni) e l’intossicazione alimentare di alcuni ospiti delle Rsa, nel fiorentino. La procura di Firenze ha iscritto sul registro degli indagati due persone: si tratta dell’amministratore delegato dell’azienda e la responsabile della residenza dove sono stati cucinati i pasti. L’indagine condotta dai Nas di Firenze ha fatto si che dentro le strutture venissero prelevati campioni di cibo nella cucina dove era stata preparata la cena incriminata.
I reati ipotizzati sono adulterazione o commercio colposo di sostanze alimentari, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. Tre sono i pazienti deceduti a seguito del focolaio di gastroenterite che si è diffuso lo scorso 9 febbraio tra i degenti di quattro Rsa di Firenze e provincia facenti capo alla società Sereni Orizzonti domenica 9 febbraio.
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Cronaca
RAGUSA Evasione fiscale sequestro da 396 mila euro a ditta modicana
RAGUSA – Un’operazione della Guardia di Finanza di Ragusa, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha portato al sequestro preventivo di beni per un valore di 396.964,21 euro nei confronti di una ditta individuale di Modica operante nel settore della raccolta dei metalli ferrosi. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) su richiesta del Pubblico Ministero titolare dell’indagine.
L’attività investigativa ha preso avvio da una verifica fiscale condotta nell’ottobre 2024 dai militari della Compagnia di Modica, i quali, attraverso un’analisi documentale e indagini finanziarie, hanno scoperto che l’impresa non aveva presentato le dichiarazioni fiscali per gli anni d’imposta 2017, 2018 e 2019. La ricostruzione dei redditi ha evidenziato un’evasione di circa 3 milioni di euro nel periodo compreso tra il 2017 e il 2022.
A seguito delle risultanze emerse, il titolare dell’impresa è stato denunciato per omessa dichiarazione ai fini delle imposte dirette e dell’IVA. Il G.I.P. del Tribunale di Ragusa ha quindi disposto il sequestro preventivo del profitto derivante dal presunto reato tributario, colpendo i beni direttamente riconducibili all’indagato fino alla somma complessiva di 396.964,21 euro. In subordine, il sequestro è stato esteso anche ai beni personali nella disponibilità dell’indagato.
Durante l’esecuzione del provvedimento, i finanzieri hanno sequestrato denaro contante per un totale di 106.400 euro, nascosto sia nei locali aziendali che nell’abitazione del soggetto. L’operazione è stata supportata dall’unità cinofila “cashdog” della Guardia di Finanza di Siracusa, specializzata nel ritrovamento di valuta. Inoltre, sono stati bloccati fondi su conti correnti bancari per oltre 70.000 euro e sequestrati tre veicoli: una Mercedes GLC 220d, una Mini Cooper Countryman e una Vespa Piaggio 150, per un valore complessivo di circa 80.000 euro.
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Cronaca
LATINA Maxi sequestro scoperta frode da oltre 10 milioni di euro sui crediti d’imposta
LATINA – Nella mattinata di oggi, i Finanzieri del Comando Provinciale di Latina hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare reale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Cassino. L’operazione, frutto di un’indagine condotta dal Gruppo di Formia e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, ha portato al sequestro di falsi crediti d’imposta per oltre 10 milioni di euro.
L’indagine ha coinvolto nove soggetti ed è scaturita dall’analisi di rischio sui cosiddetti “monetizzatori”, condotta nell’ambito della cabina di regia nazionale per il contrasto alle frodi sui crediti d’imposta. Gli approfondimenti investigativi hanno svelato un complesso sistema fraudolento, volto alla creazione di fittizi crediti legati al Sismabonus e alla loro illecita monetizzazione.
Le indagini hanno permesso di ricostruire il passaggio dei crediti tra vari soggetti, spesso nullatenenti, irreperibili o con precedenti penali, nonché imprese edilizie dalle dimensioni incoerenti con i lavori formalmente eseguiti. Gli accertamenti presso alcuni condomìni, anche a Roma, hanno confermato l’inesistenza dei cantieri, come dichiarato dagli stessi amministratori di condominio.
Dalle indagini è emerso che i crediti fittizi erano stati originati da un soggetto detenuto in carcere e successivamente trasferiti a più riprese. La monetizzazione avveniva anche tramite cessioni a terzi inconsapevoli. Un caso emblematico riguarda un soggetto residente a Minturno, che tra novembre e dicembre 2021 ha trasferito in Cina circa 2,3 milioni di euro, liquidità proveniente dalla vendita di crediti d’imposta inesistenti.
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