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Cronaca

Comiso | Contrasto al caporalato, deferito all’A.G. titolare di un’azienda agricola

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ADN24

Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato di Comiso ha condotto un’operazione mirata a contrastare l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro, individuando gravi irregolarità in un’azienda agricola situata nella zona di Comiso, in contrada Serra Carcara. L’azienda, impegnata nella coltivazione e lavorazione della cannabis sativa in serre, è finita sotto i riflettori delle forze dell’ordine a seguito di attività investigative, tra cui appostamenti effettuati nei mesi precedenti.

Il servizio ha avuto origine a ottobre, quando gli agenti hanno notato un furgone che, da una zona di Comiso, prelevava alcuni cittadini extracomunitari destinati a lavorare nell’azienda agricola. A seguito di questa osservazione, è stato avviato un controllo accurato presso il sito aziendale, con il supporto della Polizia Scientifica, che ha confermato la presenza di numerose irregolarità in merito alla sicurezza e all’igiene dei luoghi di lavoro.

Durante l’ispezione, sono stati identificati dieci lavoratori extracomunitari, che hanno riferito delle condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposti, rivelando pratiche di lavoro forzato e non regolare. In particolare, è emerso che il titolare dell’azienda aveva approfittato della vulnerabilità dei lavoratori, reclutati tramite un cittadino del Bangladesh, anch’esso denunciato. L’uomo si era occupato di reclutare e gestire la manodopera, sfruttando la loro necessità economica.

Il titolare dell’azienda è stato denunciato per sfruttamento del lavoro, violando le normative relative alla sicurezza sul lavoro e all’impiego di manodopera in condizioni di sfruttamento. Ulteriori indagini sono in corso per verificare anche la regolarità della coltivazione e lavorazione della cannabis all’interno delle serre.

Questo intervento si inserisce in un’ampia strategia di contrasto ai crimini legati allo sfruttamento del lavoro, in particolare in ambito agricolo, dove le condizioni di lavoro in nero sono purtroppo frequenti. Le forze dell’ordine proseguono nelle indagini per garantire il rispetto delle normative e la tutela dei diritti dei lavoratori.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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