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Cronaca

Catania | Controlli nei ristoranti in centro, sanzioni per lavoro nero e sequestro alimenti non tracciati

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ADN24

Proseguono con determinazione i controlli della Polizia di Stato per verificare il rispetto delle normative da parte degli esercizi commerciali nel centro storico di Catania. Le operazioni, disposte dal Questore della città, sono finalizzate a garantire la sicurezza pubblica e la tutela della salute dei consumatori, attraverso la verifica delle condizioni igienico-sanitarie e il rispetto delle regole che disciplinano l’attività lavorativa.

I recenti controlli hanno interessato in particolare le aree di piazza Federico II di Svevia e Largo Rosolino Pilo, e hanno coinvolto un’ampia task force composta da agenti della Divisione Anticrimine e della Squadra Volanti della Questura, nonché da personale del Corpo Forestale dello Stato, dell’Ispettorato del Lavoro, del Servizio Veterinario e del Servizio Igiene Pubblica dell’Asp, insieme alla Polizia Locale.

Nel corso del primo controllo, effettuato in un ristorante situato in piazza Castello Ursino, sono emerse diverse irregolarità. È stata infatti riscontrata la presenza di quattro lavoratori “in nero”, con conseguenti sanzioni per un totale di 13 mila euro. Questo ristorante aveva già subito controlli precedenti, e nonostante le violazioni precedenti, la situazione non era migliorata. L’Ispettorato del Lavoro ha disposto la sospensione dell’attività.

Ulteriori verifiche hanno rivelato gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali. In particolare, il personale dell’Asp ha riscontrato la mancanza di tracciabilità di circa 150 chilogrammi di carni (equine, bovine e suine), che sono stati sequestrati e distrutti, con una sanzione amministrativa di 1500 euro. Anche 35 litri di vino rosso sono stati sequestrati per la stessa ragione. Inoltre, sono emerse altre problematiche, come l’ostruzione delle uscite d’emergenza e l’irregolarità dell’impianto elettrico, che hanno comportato ulteriori multe per un ammontare di 6 mila euro.

Gravi anche le violazioni in materia di occupazione del suolo pubblico: il ristorante aveva allargato abusivamente l’area esterna, mettendo tavoli e sedie su una porzione di marciapiede non autorizzata. Inoltre, era presente una veranda esterna non conforme alle normative urbanistiche.

Il secondo controllo si è svolto in un fast food di Largo Rosolino Pilo, una zona frequentata soprattutto da giovani. Anche in questo caso sono state rilevate irregolarità, tra cui la presenza di un lavoratore “in nero”, per il quale è stata imposta una sanzione di 4500 euro. Il controllo ha riguardato anche la tracciabilità dei prodotti alimentari, con il sequestro di 5 chili di gamberoni e 2 chili di olio per la mancanza di documentazione relativa alla provenienza, che ha portato a una multa complessiva di 3 mila euro.

Ulteriori sanzioni sono state comminate per la mancata esposizione della tabella degli ingredienti, oltre a una multa per la vendita non autorizzata di alcolici. In termini di sicurezza sul lavoro, lo Spresal ha riscontrato irregolarità nell’impianto elettrico, nella dotazione di primo soccorso, nei servizi igienici e nello spogliatoio, con conseguenti multe superiori ai 6 mila euro. Anche in questo caso, è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale.

Questi controlli hanno avuto l’obiettivo di tutelare i consumatori da potenziali rischi per la salute, derivanti da pratiche commerciali illecite e da condizioni di lavoro precarie. L’operazione si inserisce in un più ampio piano di prevenzione, volto a garantire il rispetto delle normative di sicurezza, igiene e lavoro, in particolare nei ristoranti e nei locali del centro di Catania, che accolgono quotidianamente numerosi visitatori, specialmente durante il periodo delle festività.

La Polizia di Stato e gli altri enti coinvolti continueranno a monitorare il territorio, intensificando i controlli nei prossimi giorni per contrastare fenomeni di abusivismo, sfruttamento del lavoro e violazioni delle normative sanitarie.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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