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Cronaca

Milano | Pm richiede ergastolo per Impagnatiello nel processo per l’omicidio di Giulia Tramontano

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Nel processo a Milano per l’omicidio di Giulia Tramontano, 29 anni, la pubblica accusa ha delineato un quadro cupo e spietato dell’episodio, definendolo un “viaggio nell’orrore”. Durante l’udienza, la pm Alessia Menegazzo ha descritto la vicenda come un piano crudele e minuziosamente premeditato da parte dell’imputato, Alessandro Impagnatiello, l’ex compagno di Giulia. La donna, incinta di sette mesi, è stata brutalmente uccisa il 27 maggio 2023.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, Impagnatiello avrebbe ideato un progetto per eliminare Giulia, iniziando con tentativi di avvelenamento che risalirebbero già a dicembre 2022. La vicenda avrebbe avuto una svolta drammatica nel momento in cui Giulia ha incontrato l’altra donna con cui Impagnatiello aveva una relazione. Dopo questo incontro, secondo la pm, l’imputato avrebbe colto l’occasione per mettere in atto la fase finale del suo piano, paragonandola all’ultima mossa di una partita di scacchi, una mossa che avrebbe portato all’omicidio.

La dinamica descritta durante il processo mette in luce una crudeltà senza precedenti. Giulia è stata colpita da numerose coltellate, in un atto che la pm ha definito di “inaudita violenza”. Successivamente, l’imputato avrebbe cercato di far sparire ogni traccia del delitto, tentando di distruggere il corpo per simulare la scomparsa della giovane donna. Questo tentativo, secondo l’accusa, era volto a trasformare Giulia in un’altra delle tante donne scomparse senza spiegazione, un ennesimo caso di sparizione che si sarebbe potuto dissolvere nel nulla.

L’accusa ha chiesto l’ergastolo per Impagnatiello, sottolineando la natura premeditata e crudele dell’omicidio, aggravato dal fatto di aver tolto la vita a una donna incinta e di aver occultato il corpo. Le imputazioni comprendono non solo l’omicidio volontario, ma anche l’interruzione non consensuale della gravidanza e l’occultamento del cadavere, aggravati da motivi futili e crudeltà.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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