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Cronaca

Milano | Decreto di sequestro su beni di un imputato per riciclaggio e reati fiscali legati alla ‘ndrangheta

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La Guardia di Finanza di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo sui beni di un uomo imputato per riciclaggio e reati fiscali, aggravati dal fine di supportare un’organizzazione mafiosa. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Milano, Sezione Misure di Prevenzione, e rappresenta un’azione significativa nell’ambito della lotta contro le infiltrazioni mafiose nelle attività economiche della zona. L’uomo, precedentemente condannato in primo grado dal Tribunale di Catanzaro per associazione di tipo mafioso, è sospettato di essere ai vertici di una rete criminale impegnata in una serie di reati finanziari e fallimentari.

L’indagine è stata condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e della Compagnia di Gorgonzola, sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano. Le ricerche hanno preso le mosse da precedenti indagini che avevano evidenziato legami diretti tra l’imputato e una cosca di ‘ndrangheta, cui sarebbe legato anche da vincoli familiari. La rete criminale operava attraverso una serie di attività illecite che avrebbero prodotto ingenti profitti, successivamente trasferiti alla cosca mafiosa.

Attraverso approfondite indagini economiche e finanziarie condotte secondo il Codice Antimafia, gli investigatori hanno riscontrato una marcata discrepanza tra i redditi dichiarati dall’uomo e il suo elevato tenore di vita. In particolare, è emerso il possesso di immobili a Milano e in provincia, oltre a ingenti somme su conti correnti bancari, per un valore totale che supera i 3 milioni di euro. Tali beni sono ritenuti incompatibili con i redditi ufficialmente attribuiti all’imputato e al suo nucleo familiare.

Le autorità stanno procedendo all’immissione in possesso dei beni sequestrati, che saranno gestiti da un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale. Tuttavia, il processo è ancora nelle fasi preliminari, e il sequestro preventivo diverrà definitivo solo se confermato dal tribunale in udienze future. Questo caso mette in luce l’importanza delle misure di prevenzione patrimoniale nella lotta contro il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale associati alla criminalità organizzata, confermando l’impegno delle autorità nel contrastare le infiltrazioni mafiose nell’economia locale.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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