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Cronaca

Piazza Armerina (EN) | Quindicenne si suicida, indagini sulla presunta diffusione di immagini intime

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Un tragico episodio ha scosso la comunità di Piazza Armerina, un piccolo comune in provincia di Enna, dove una quindicenne ha deciso di porre fine alla sua vita martedì scorso. La giovane si è impiccata nel giardino di casa, utilizzando una corda legata a un albero, lasciando dietro di sé una scia di interrogativi e dolore. Le indagini, avviate dalla Procura dei minori di Caltanissetta, si concentrano su un possibile caso di “revenge porn”, una pratica criminale che vede la diffusione non consensuale di immagini o video intimi, che potrebbe essere stata alla base del gesto estremo della ragazza.

L’accusa, ancora in fase di accertamento, fa riferimento al fatto che la quindicenne sarebbe stata ripresa in momenti privati, probabilmente senza il suo consenso, e che queste immagini sarebbero state diffuse online. Una volta venuta a conoscenza della situazione, la giovane avrebbe reagito con grande vergogna e disperazione, decidendo di compiere il gesto estremo. La famiglia, devastata dal lutto, ha confermato che la ragazza aveva avuto recentemente problemi legati alla diffusione di immagini intime, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

Le autorità hanno disposto il sequestro della salma della ragazza, nonostante fosse stata restituita alla famiglia per i preparativi del funerale, che inizialmente era previsto per domani. Gli inquirenti, infatti, hanno ritenuto necessario eseguire ulteriori accertamenti, tra cui esami tossicologici già effettuati nei giorni scorsi, per cercare di chiarire le cause precise della morte. Non è escluso che venga eseguita un’autopsia sul corpo della ragazza, allo scopo di ottenere più informazioni.

Il caso ha sollevato una serie di riflessioni sul fenomeno del revenge porn e sulla sua crescente incidenza tra i minorenni, fenomeno che sta acquisendo una preoccupante visibilità anche nelle piccole comunità. Le indagini sono ancora in corso, e la Procura dei minori continua a raccogliere testimonianze e a verificare il materiale che potrebbe aver condotto la giovane a compiere un gesto così drammatico.

L’episodio ha acceso anche un acceso dibattito sul ruolo della famiglia, della scuola e delle istituzioni nella prevenzione e nella gestione di fenomeni come il revenge porn, che mettono a rischio la salute mentale dei ragazzi, già fragili in un’età di transizione così complessa.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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